Amarezza...
Scritto da msirca   
sabato 30 marzo 2013
Erano stati accusati di aver messo in piedi un sistema inattaccabile in grado di smaltire illegalmente tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Nord nelle campagne dell’agro nolano e casertano. Ed erano stati accusati pure di essersi accordati con esponenti della pubblica amministrazione (preposti al controllo degli impianti di trattamento e recupero rifiuti o preposti al rilascio delle autorizzazioni) o con esponenti delle forze dell’ordine per aggirare l’ostacolo dei controlli e delle denunce.

Erano stati accusati di aver messo in piedi un sistema inattaccabile in grado di smaltire illegalmente tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Nord nelle campagne dell’agro nolano e casertano. Ed erano stati accusati pure di essersi accordati con esponenti della pubblica amministrazione (preposti al controllo degli impianti di trattamento e recupero rifiuti o preposti al rilascio delle autorizzazioni) o con esponenti delle forze dell’ordine per aggirare l’ostacolo dei controlli e delle denunce. I fratelli Pellini, noti imprenditori di Acerra, erano finiti sotto inchiesta col pesante sospetto di aver avvelenato per anni le terre dell’hinterland a nord di Napoli, in particolare quelle di Acerra, Bacoli, Giugliano e Qualiano. Una corposa inchiesta articolata in tre tranche aveva tratteggiato un inquietante scenario di disastro ambientale: in quell’indagine la collettività, con a capo alcuni agricoltori, aveva riposto grandi speranze. Invece ieri pomeriggio l’indagine è caduta sotto i colpi di piccone di una sentenza che ha quasi raso al suolo l’impostazione accusatoria: il reato di disastro ambientale non ha superato il vaglio dibattimentale; la contestazione di traffico illecito di rifiuti è stata assorbita dalla prescrizione o dall’assoluzione a seconda delle posizioni. Cancellata con un tratto di penna pure l’aggravante della matrice camorristica per aver agito al fine di agevolare la camorra, nello specifico il clan Buttone di Marcianise. In piedi sono rimaste solo le accuse di associazione per delinquere e di falso in relazione alla posizione di sei imputati su 22: i tre fratelli Pellini (Cuono, Giovanni, Salvatore), i carabinieri Vincenzo Addonisio e Giuseppe Curcio, nonché Giuseppe Buttone (di Marcianise) hanno rimediato complessivamente 27 anni e 6 mesi di reclusione; gli altri 16 imputati sono invece usciti indenni dal processo. Ma non è tutto: tra pochi mesi la prescrizione divorerà in maniera inesorabile anche le due uniche accuse per le quali è intervenuta la condanna, azzerando così le poche pene. Nel dettaglio il tribunale ha inflitto 4 anni a Curcio e 3 anni e 6 mesi ad Addonosio per una contestazione di falso; 4 anni a Buttone; 6 anni ai fratelli Cuono e Giovanni Pellini, e a quattro anni a Salvatore Pellini (i tre sono difesi dagli avvocati Marco Bassetta a Lucio Majorano). I Pellini sono stati condannati per un’ipote- si di falso in concorso con i due carabinieri e per il reato di associazione per delinquere. E’ una sentenza che brucia quella disposta ieri: tutti quelli che avevano avanzato richiesta di costituzione di parte civile sono stati estromessi; il tribunale non ha riconosciuto il loro diritto ad alcun risarcimento danni. Non resta adesso che attendere il deposito delle motivazioni della sentenza per capire il perché di un esito tanto impietoso di un’inchiesta sulla quale procura e forze dell’ordine avevano speso tante energie. Nella sua requisitoria il pm aveva difeso strenuamente le risultanze dell’inchiesta (era stata proposta, infatti, la condanna di tutti e 22 gli imputati a complessivi 230 anni di galera) ed aveva pure cercato di convincere il tribunale che la prescrizione non era applicabile al processo: “Non decorre la prescrizione perché il pericolo è tuttora presente”, aveva detto il magistrato tra gli applausi di cittadini e i rappresentanti di comitati e associazioni che sono sempre stati presenti alle udienze. Il tribunale però l’ha pensata in un altro modo. (fonte: Manuela Galletta - Cronache di Napoli)

 

Il giorno 29/mar/2013, alle ore 20.33, marì ha scritto:



 

 

insomma

SMETTETELA DI ROMPERE GLI ZEBEDEI 

voi l'inquinamento dei suoli

le falde acquifere avvelenate

le pecore morte

la diossina!!!

BASTA 

mettetevi il cuore in pace 

oggi

dopo aver trascorso quasi 8 ore in un 'aula dove c'era scritto 

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI

 l'ho saputo in maniera inequivocabile :

non c'è avvelenamento!

e se c'è stato è prescritto,

è tutto ok

mangiate le verdure di acerra

mangiate la frutta di acerra

napoletani e campani 

tranquilli

accendete un po' di tv.....

Commenti
articolo
scritto da msirca, marzo 30, 2013

http://www.internapoli.it/articolo.asp?id=26080


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