Il modello da imitare per gli amministratori fiorentini e toscani |
Scritto da msirca | |
sabato 16 marzo 2013 | |
Brescia capitale mondiale delle diossine. Aumentano i tumori, anche quelli infantiliBrescia capitale mondiale delle diossine. La drammatica rivelazione riguarda la concentrazione di diossine e Pcb nel sangue dei bresciani: se la concentrazione media a livello mondiale è di 13,2 picogrammi per grammo di grasso, nel sangue di chi risiede in città il valore sale a 54, quattro volte la media mondiale.
www.bresciapoint.it Brescia capitale mondiale delle diossine. La drammatica rivelazione riguarda la concentrazione di diossine e Pcb nel sangue dei bresciani: se la concentrazione media a livello mondiale è di 13,2 picogrammi per grammo di grasso, nel sangue di chi risiede in città il valore sale a 54, quattro volte la media mondiale. E il dato è ancora più preoccupante se si guarda a chi vive o ha vissuto nell´area Caffaro: coloro che sono stati esposti all´inquinamento della zona hanno un valore di 82 picogrammi, mentre per chi ha consumato i generi alimentari che venivano prodotti nelle fattorie della Caffaro schizza a 419. Questi dati sono stati presentati nel corso del convegno «Brutta storia: i tumori aumentano», organizzato dal Comitato per l´ambiente Brescia sud e tenutosi ieri sera nella sala della circoscrizione di via Livorno. Al dibattito hanno preso parte Fulvio Porta, primario dell´Unità di oncoematologia pediatrica dell´Ospedale dei bambini di Brescia e Marino Ruzzenenti, studioso di storia industriale e ambientale. Davanti a un pubblico molto nutrito, i due hanno tracciato un quadro estremamente preoccupante della situazione ecologica bresciana, una vera a propria «bomba» pronta a esplodere. Anzi, che già è esplosa, anche se rimane sottaciuta, senza che i bresciani conoscano davvero i danni provocati dall´inquinamento, in particolar modo del´area Caffaro. UN DATO È CERTO: i tumori stanno aumentando. Parola di Porta, che è anche presidente dell´Associazione italiana di Ematologia e Oncologia pediatrica: «La fortuna del nostro Paese è che l´assistenza medica è gratuita, non ci sono invidie tra gli ospedali e c´è collaborazione tra i centri di ricerca. Siamo diventati bravi a curare le malattie, ma il problema vero è che la gente e i bambini non dovrebbero ammalarsi». Fortunatamente, ha sottolineato Porta, i tumori infantili sono rari, e colpiscono «solo» 50-60 bambini all´anno: «Sono malattie rare, ma mortali se non vengono curate nel modo corretto. Il problema grosso è avere una rete che riesca a diagnosticare correttamente la malattia. Siamo aiutati dai protocolli di diagnosi e terapia che abbiamo sviluppato e che sono uguali per tutti i bambini».
La bella notizia è che il 70 per cento
dei bambini guarisce, perché reagiscono meglio alle terapie. Ma le
malattie sono cambiate: «Negli ultimi anni sono cambiati i tipi di
tumori: c´è stato un forte aumento dei tumori ossei e cerebrali».
Brescia città è uno dei siti italiani in cui questo ampliamento è
avvenuto in percentuali maggiori, e lo stesso vale per la Franciacorta.
Ma è tutta l´Italia a vedere
aumentare pericolosamente i tumori infantili, più che tutti gli altri
Paesi europei: «Ma la cosa più grave è che l´incremento riguarda
soprattutto i bambini sotto l´anno di vita, con una crescita dei tumori
del 3,2 per cento», ha notato Porta, prima di lanciare un altro allarme:
«Ciò che respiriamo resta dentro di noi, e potrebbe cambiare il nostro
codice genetico. C´è il rischio che l´inquinamento ambientale modifichi
il nostro Dna, e che si possa trasmettere ai propri figli».
«A Brescia non c´è ancora la
consapevolezza dell´inquinamento del sito, che ha coinvolto tutti i
bresciani. L´inquinamento è iniziato ottanta anni fa, trent´anni fa è
terminata la produzione ma la contaminazione è continuata fino
all´inizio del Duemila, e forse prosegue anche oggi», ha spiegato
Ruzzenenti, prima di illustrare i dati relativi alla concentrazione di
Pcb e diossine nel terreno. LA PRESENZA DI diossine è preoccupante anche per quanto riguarda il latte materno. Ruzzenenti ha parlato del caso di una mamma nel cui latte erano contenuti 147 picogrammi, livello estremamente allarmante: «A questa signora nessuno ha mai detto che il suo latte era contaminato a quei livelli: quel bambino ha assorbito una dose di diossine 441 volte oltre il limite», ha spiegato. Ruzzenenti ha poi attaccato l´inceneritore – «Non serve a nulla, chiudiamolo» -, e la mancata erogazione di fondi per la bonifica della Caffaro: «Per siti di importanza molto minore sono stati stanziati milioni di euro, per Brescia nemmeno un euro. Dobbiamo spingere il governo e l´Europa a risolvere il problema» articolo di Manuel Venturi da Bresciaoggi per approfondire visita il portale di Marino Ruzzenenti a questo indirizzo http://www.ambientebrescia.it/Caffaro.html Commenti |