Inceneritore Brescia, il modello di riferimento
Scritto da Redazione   
domenica 21 ottobre 2012
(una centralina sovversiva...)

... Avete letto bene: le centraline, in caso di incidente, smettevano di funzionare, impedendo di conoscere i dati emissivi. Così si sono comportate 2 delle 3 apparecchiature, impedendo ai tecnici di poter leggere i dati delle emissioni durante il blocco termico. Un guasto fortuito ha consentito invece alla terza centralina di funzionare almeno per un'altra mezz'ora, consentendo di mettere nero su bianco i dati emissivi della nube che si stava sprigionando sulla città di Brescia.

Diossine? 400 volte oltre la norma

Cade anche l'inceneritore di Brescia, dati occultati e taroccati

                                    

Finalmente trapelano i dati rilevati lo scorso 8 agosto dalle centraline dell'inceneritore di Brescia, rilievi che l'Arpa ha deciso di secretare, spingendo la procura ad aprire un fascicolo d'inchiesta.

Quella sprigionata dal camino era una vera e propria nube tossica, causata da un guasto alle linee elettriche che ha mandato in tilt i bruciatori.

Ma il dato che più colpisce è il fatto che i dati che stanno venendo fuori, diossina 400 volte oltre i valori normali, siano stati rilevati praticamente per sbaglio da una delle 3 centraline in funzione.

Due di queste infatti infatti si erano disattivate mentre la terza, posta sulla linea 2, è rimasta attiva per mezz'ora oltre il momento dell'incidente, captando le emissioni di quei terribili minuti.

Ma ancora più inquietante è sapere che le centraline erano state programmate volutamente per spegnersi in caso di incidente.

Avete letto bene: le centraline, in caso di incidente, smettevano di funzionare, impedendo di conoscere i dati emissivi.

Così si sono comportate 2 delle 3 apparecchiature, impedendo ai tecnici di poter leggere i dati delle emissioni durante il blocco termico.

Un guasto fortuito ha consentito invece alla terza centralina di funzionare almeno per un'altra mezz'ora, consentendo di mettere nero su bianco i dati emissivi della nube che si stava sprigionando sulla città di Brescia.

L'Arpa, resasi conto della situazione, ha passato le carte alla procura, che sta ora indagando.

A2A, gestore dell'impianto bresciano, uno degli inceneritori più grandi d'Europa, è ora sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.

Il buio di dati durante l'incidente di agosto non consentirà mai di sapere che cosa sia effettivamente uscito dal camino dell'inceneritore in quelle ore.

Mai si saprà quali e quanti inquinanti hanno appestato l'aria bresciana.

Questo incredibile fatto riporta ancora una volta l'attenzione sull'assurdità dei controlli autoreferenziali, affidati direttamente ai gestori in autocontrollo, un evidente conflitto di interessi pagato sulla pelle dei cittadini.

Se il controllore corrisponde al controllato come possiamo fidarci?

Ancora una volta assistiamo al balletto dei finti controlli, con le autorità sanitarie che insistono sulla litania del “tutto va bene”, accusando di terrorismo i cittadini che dubitano, ma che alla fine hanno sempre ragione.

Anche l'inceneritore migliore del mondo, auto premiato dagli stessi costruttori, era taroccato.

Chissà se ora daranno del terrorista anche ad A2A?

 

http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_ottobre_13/20121013BRE05_16-2112237019093.shtml

 

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 16 ottobre 2012

 

Commenti
Legambiente di Brescia ci ripensa
scritto da msirca, ottobre 22, 2012

COMUNICATO STAMPA
Il circolo di Brescia di Legambiente, nell’apprendere che è in corso una inchiesta giudiziaria sul termoutilizzatore di A2A e che l’ARPA di Brescia ha sollevato obiezioni circa alcune presunte violazioni formali e sostanziali nel funzionamento dell’impianto, dichiara quanto segue:
L’inceneritore venne realizzato nell’ottica di un “Patto con la città” che fissava degli obiettivi, allora molto avanzati, di raccolta differenziata, oltre a limitare il numero di tonnellate di rifiuti smaltiti nell’impianto stesso.
In questa maniera si garantiva che sarebbe stata fatta una forte raccolta differenziata e comunque il funzionamento dell'impianto sarebbe stato limitato e non avrebbe comportato problemi dovuti a eccessive quantità di rifiuti da bruciare. Il fatto che l’impianto fosse controllato da un importante istituto di ricerca esterna dava ulteriori garanzie per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti RSU a Brescia.
Tuttavia quel tempo è ormai assai lontano e le cose si sono molto modificate:
- La raccolta differenziata si è fermata a livelli che sono stati di gran lunga superati da molte città italiane, mentre allora Brescia era all’avanguardia.
- Il tonnellaggio di rifiuti bruciati è stato aumentato fino a 3 volte la quantità allora prevista, per meri motivi di utilità economica.
- I controlli sulle emissioni anziché essere migliorati e resi più efficaci, ad esempio con la pubblicazione in tempo reale dei dati relativi alle emissioni dei camini, si è limitata ad una pubblicazione settimanale di dati sintetici.
Ciò sta a significare che A2A si è via via allontanata e non ha più rispettato il “Patto con la città” e ormai l’impianto è diventato solo uno strumento per realizzare profitti economici da parte dell'ex municipalizzata di Brescia.
In questa ottica la salute della popolazione è messa a repentaglio, ma ciò non sembra essere nelle preoccupazioni di A2A.
In queste condizioni non possiamo che chiedere immediatamente un profondo ripensamento della gestione complessiva della raccolta e smaltimento dei rifiuti a Brescia che porti alla progressiva riduzione dei quantitativi di rifiuti da conferire all’impianto. Non ragioniamo in una logica di demonizzazione dell’impianto, ma ci rendiamo conto che ogni cosa fa il suo tempo.
Dobbiamo tornare ad una logica di bacino, nella quale l’accettazione di rifiuti provenienti dall’esterno sia una pura eccezione dovuta ad eventuali emergenze e dobbiamo arrivare a reimpostare un nuovo patto con la città rispetto al quale l’inceneritore sia un impianto da superare, con il tempo, a favore di nuove tecnologie di raccolte dei rifiuti, a favore di un maggiore riciclaggio e riuso degli stessi e per una riduzione e generale della massa di rifiuti prodotta; cosa che non è mai stata nelle preoccupazioni di A2A e dell’A.C. di Brescia, in particolare in questi ultimi anni.
La nostra associazione ha avviato un tavolo tecnico di approfondimento sul tema dei rifiuti e dell’energia a Brescia, che nelle prossime settimane organizzerà momenti di approfondimento e di dibattito per contribuire alla definizione di un nuovo modo per affrontare questi temi a Brescia.
Brescia, 5.10.2012
Per Legambiente - Circolo di Brescia
Ing.Isaac Scaramella
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siamo sicuri?
scritto da ***, ottobre 26, 2012

siamo sicuri che ci ripeernza o si vuole parare il c... come finora ha parato il s....?


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