Basta veleni! L'Italia è morta?
Scritto da msirca   
giovedì 07 luglio 2011

http://unaltrasesto.wordpress.com/2011/07/07/cronaca-di-una-giornata-dinferno/

...Oggi è martedì (ieri l'altro, ndr) e ho ancora addosso l’odore dei lacrimogeni, che a dire di tutti, sono cancerogeni e vietati anche nelle guerre, e loro hanno pensato bene di usarli contro di noi, un popolo che chiede solo di vivere nella legalità e in democrazia. Ma l’Italia purtroppo è morta.

ora è toccato a loro.........



RACCONTO DI UNA GIORNATA DI INFERNO

3 Luglio 2011, domenica mattina ore 7.45:

ci incamminiamo a piedi verso Chiomonte per partecipare alla Manifestazione Nazionale contro il TAV. La giornata è limpida, soffia un leggero vento valsusino, fresco, come sempre in queste giornate estive. Il nostro pensiero è quello di raggiungere a piedi il punto da dove sarebbe partito il corteo  (7 chilometri) per poter dare spazio alle persone che sarebbero arrivate da fuori Valle con i propri mezzi e poter permettere loro di parcheggiare. Lungo la strada ci dà un passaggio un medico che andava (nel suo giorno di riposo) ad allestire un presidio ospedaliero lungo il percorso della marcia per poter soccorre chiunque avesse accusato malori anche solo per il caldo ( ma purtroppo il loro lavoro è stato più intenso).

Ore 10.30 il corteo parte. E’ bellissimo, saremo si e no 80.000 persone provenienti da tutta Italia.,famiglie con bambini, studenti, anziani, giovani tutti con lo spirito di chi ha voglia di ritrovare un minimo di consapevolezza, legalità e anche gioia in un paese dove tutto sembra buio.

Tutto fila per il meglio, il corteo giunge sul ponte che porta alla centrale che è presidiata da una cinquantina di agenti della polizia. Il corteo si ferma e incominciamo a urlare i soliti slogan “Giù le mani dalla Valsusa”, “No TAV”, “Sara Dura”, a qualcuno escono anche parolacce. Incominciano ad arrivare le prime notizie: “A Giaglione i nostri sono riusciti a riprendere il presidio senza nessuna resistenza da parte delle Forze dell’ordine”. Evviva sembra tutto ok. In un attimo da lontano incominciamo a sentire botti, sparano lacrimogeni proprio a Giaglione e nei boschi della Ramats, si parla di due feriti tra i no tav , la tensione è alta. Tanti sono già arrivati a Chiomonte con la delegazione dei sindaci, ma noi, tanti, siamo ancora lì ad aspettare e cercare di capire cosa sta succedendo. A un certo punto parlano al megafono “Fate passare l’ambulanza, e fate passare i bambini è meglio che loro, con le loro famiglie, si incamminino verso Chiomonte”. L’ambulanza era già arrivata una volta, questa era la seconda nel giro di poco tempo. Vedo un amico, mi avvicino per chiedergli notizie, ma un medico mi precede e dice “ Aiutateci a portare medicine e garze è pieno di feriti nel bosco della Ramats”. La preoccupazione è alle stelle!

Ore 13.00 arriva Beppe Grillo che nel suo discorso spiega il perché della nostra lotta, “E’ vero” dice “Siete degli eroi, perché avete il coraggio di protestare in nome di tutta l’Italia” (non incita assolutamente alla violenza, anzi,parla sempre di protesta pacifica). Ultimo aggiornamento la situazione è pesante da Giaglione continuano a sparare lacrimogeni e incominciamo anche noi a sentire l’odore schifoso che il vento porta verso di noi. La gente (giovani, anziani tutti) si spazientisce, saliamo verso la strada tornando indietro, i nostri sguardi sono rivolti in alto all’elicottero che per tutto il tempo è volato sopra di noi, e non capiamo nulla, vediamo solo fumo,che il vento porta verso di noi. In un attimo un ragazzo urla “Attenti stanno arrivando dai boschi” il tempo di volgere lo sguardo e un lacrimogeno mi cade a fianco………il buio…….mi sono piegata, gli occhi bruciavano, non respiravo più, annaspavo, avevo la bava alla bocca e tossivo….una ragazza mi butta in faccia acqua e malox e dopo qualche minuto incomincio a riaprire gli occhi, il tempo di riprendermi e ne arrivano altri, da questo momento la guerra da parte delle Forze dell’ordine è incominciata anche per noi, ( ho pensato posso morire perché protesto per salvaguardare il mio territorio e la vita di tanti italiani che in questo momento sono tranquilli sulle loro poltrone a ridere di noi?).E’ stato un inferno. I lacrimogeni venivano sparati ad altezza uomo senza un senso, li hanno tirati verso il presidio ospedaliero, verso il gazebo adibito a ristoro per le persone anziane e i bambini. I medici sono rimasti fin quanto hanno resistito. Un ragazzo vicino a me vomitava, un altro urlava,  la rabbia e il vuoto dentro di noi erano le nostre uniche armi. Ero stordita mi sentivo uno straccio e intanto guardavo un signore sulla settantina che con le lacrime agli occhi batteva con un bastone sul guardrail, e con l’altra mano teneva un fazzoletto sul viso. Non parlavamo più, ci guardavamo intorno nella speranza che tutto finisse in fretta. Ma niente questa loro battaglia è durata delle ore, fino a quando, siamo riusciti ad andare via attraversando il fiume mentre vedevamo  la polizia, avanzare verso le persone che erano ancora lungo la strada. Un poliziotto urla coglioni e noi rispondiamo con parole altrettanto offensive, siamo esasperati! Ammetto, ho sempre pensato di essere una persona  pacifica, odio la violenza, i miei genitori mi hanno insegnato ad amare e ho sempre cercato il lato positivo in tutto. Ma dopo questa esperienza non riesco più a capire dove finisce il male e incomincia il bene, e soprattutto il bene esiste ancora? Siamo stati trattati come carne da macello e i nostri politici, tutti, dal primo all’ultimo sono solidali con le forze di polizia, e i giornalisti scrivono per il regime. E’ vero (io non li ho visti) qualcuno avrà tirato pietre, bombe carta, ma questo è il sintomo di un’esasperazione che dura da troppo tempo. Condanno la violenza ma dopo questa giornata di guerra capisco chi, per disperazione, fa gesti che mai più avrebbe pensato di fare. Oggi è martedì e ho ancora addosso l’odore dei lacrimogeni, che a dire di tutti, sono cancerogeni e vietati anche nelle guerre, e loro hanno pensato bene di usarli contro di noi, un popolo che chiede solo di vivere nella legalità e in democrazia. Ma l’Italia purtroppo è morta.

QUANDO L’ILLEGALITA’ DIVENTA LEGGE LA RESISTENZA E’ UN DOVERE

Una Valsusina che si chiede se continuare a credere in uno stato migliore o fare le valige e andare via dall’Italia

 

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