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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

Il sito ha qualche problema, ci scusiamo per i disagi causati ai lettori, speriamo di risolvere presto!

 

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Inceneritori: le evidenze crescono... PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
giovedì 19 agosto 2010

Gentile Direttore,

vorrei portare a conoscenza dei suoi lettori quanto emerso da un studio epidemiologico di recente  pubblicato ( Occup Environ Med 2010; 67, 493-499), condotto in Francia e riguardante l’insorgenza di malformazioni al tratto urinario in bambini nati da madri esposte prima del concepimento o nelle primissime fasi della gravidanza ad emissioni di impianti di incenerimento di rifiuti.....

 

[Inoltro la comunicazione della Dott.ssa P. Gentilini, è una ulteriore risposta a una domanda ricorrente sulle "evidenze scientifiche". Le persone da un po’ di tempo si fanno domande, nonostante siano poco "stimolate" coscienza e intelligenza, anzi.. "acqua sul fuoco" anche  attraverso falsa “scienza” oltre che, non so quanto involontariamente, con il “bavaglio” posto da parecchi media sul tema in oggetto. Grazie alla pazienza dei nostri tecnici per continuare a ripetere quello che parrebbe "ovvio" ma evidentemente per molti non lo è (ndrmsirca)]

 

 

 

 

 

Sent: Thursday, August 19, 2010 10:13 AM
Subject: Inceneritori: le evidenze crescono...

Gentile Direttore,

vorrei portare a conoscenza dei suoi lettori quanto emerso da un studio epidemiologico di recente  pubblicato ( Occup Environ Med 2010; 67, 493-499), condotto in Francia e riguardante l’insorgenza di malformazioni al tratto urinario in bambini nati da madri esposte prima del concepimento o nelle primissime fasi della gravidanza ad emissioni di impianti di incenerimento di rifiuti.

Lo studio ha identificato 304 casi di malformazioni di questo tipo diagnosticate nel periodo  2001- 2003 nel sud est della Francia ove sono attivi  21 inceneritori ed ha evidenziato, entro 10 km dalla fonte ed  in base all’esposizione a diossine calcolata su un  modello di ricaduta, un rischio di insorgenza di malformazioni variabile da tre a quasi sei volte l’atteso.

Ancor più interessante dello studio stesso è però l’editoriale che compare nella prestigiosa rivista scientifica in cui lo studio  è pubblicato ed in cui si afferma ciò che ormai da anni noi medici ( e fortunatamente non solo noi) andiamo dicendo e cioè che questi impianti, oltre che immettere  fumi in atmosfera, producono ceneri tossiche che da qualche parte vanno collocate, contribuiscono al riscaldamento globale e, soprattutto, una volta costruiti, vanno alimentati con rifiuti ed ostacolano quindi il diffondersi di pratiche molto più virtuose quali la riduzione, il recupero/ riciclo ecc.

I danni che gli inceneritori provocano sono ormai indiscutibilmente riconosciuti;  nello studio condotto in prossimità dei due inceneritori di Forlì non sono state purtroppo indagate le malformazioni; tuttavia, nel livello sub-massimale di esposizione, il più popolato,  si è avuto un incremento del rischio di abortività spontanea del 44%. Malformazioni ed abortività spontanea sono eventi strettamente correlati in quanto quest’ultima  riflette l’azione nociva sull’embrione e sul feto delle sostanze tossiche cui la madre è esposta e  che, qualora non si arrivi all’aborto,  può esitare in malformazioni.

 Comunque, sempre dallo studio condotto in prossimità degli impianti a Forlì, si documenta,  nel livello di esposizione citato e nelle sole donne,  un aumento di ricoveri per: malattie renali (oltre il 200% ) infarto, infezioni respiratorie, scompenso cardiaco ed un aumento di  morte per tumori ( stomaco, colon retto, polmone, sarcomi, linfoma di Hodgkin, vescica, cervello, leucemie) e complessivamente nell'intera area esaminata ben 116 decessi oltre l'atteso fra le donne nei  13 anni presi in esame.

Tutto ciò non deve stupire se si pensa che nelle emissioni di questi impianti, nonostante l’utilizzo di tecnologie adeguate,  sono comunque presenti inquinanti di ogni specie ( dal particolato, ai metalli pesanti, alle diossine). Del resto, da quanto  di recente emerso sulla stampa, anche l'inceneritore di Montale non è stato da meno, se si sono registrati ben 152 morti per cancro in eccesso nei soli  Comuni di Montale ed Agliana ( di Montemurlo, l'altro comune soggetto alle ricadute, non sono disponibili  i dati)

E infine c’è davvero bisogno di continuare a fare studi per avvalorare ciò che il semplice e comune buon senso indica: perché continuare a spargere veleni, tanti o pochi che siano,  quando ne possiamo fare assolutamente a meno?

Patrizia Gentilini

Commenti (1) >> feed
inquinano e fanno ammalare più che altrove ma quanto fanno arricchire i proprietari!
scritto da msirca, agosto 20, 2010

http://www.altrabrescia.it/inceneritore-di-brescia-ed-emissioni-e-ora-di-fare-indagini-approfondite.html/comment-page-1#comment-128
Inceneritore di Brescia ed emissioni: è ora di fare indagini approfondite.
maggio 26, 2010 in InformAzione da altraBrescia
dalla redazione di altraBrescia
Si è tenuta ieri presso la Casa delle Associazioni una conferenza stampa promossa da alcune associazioni iscritte alla Consulta per l’Ambiente (Codisa, Italianostra, Legambiente, Ricomincio da Grillo) e dai gruppi di lavoro della Consulta “Tutela della salute ed educazione ambientale” e “Rifiuti Zero”.
Scopo della conferenza stampa divulgare un documento, redatto dalle associazioni all’interno dei gruppi di lavoro che riporta dati riguardanti analisi compiute dall’Istituto Mario Negri di Milano per conto di a2a all’interno del sito dell’inceneritore cittadino, e commentare una relazione redatta da ARPA a seguito della visita ispettiva dell’agosto 2008.
Le analisi in questione sono arrivate alle associazioni grazie alla loro attiva collaborazione con i gruppi di lavoro della consulta, strumenti di confronto e lavoro atti anche a concretizzare un impegno delle associazioni all’interno degli osservatori cittadini.
In questo caso la documentazione è stata ottenuta all’interno dall’osservatorio sull’inceneritore nel quale è presente un rappresentante della consulta che è anche coordinatore del gruppo “Tutela della salute ed educazione ambientale”. Il gruppo si avvale inoltre della collaborazione di esperti esterni quali il Dott. Celestino Panizza e il tecnico Marco Caldiroli entrambi di Medicina Democratica.
Il documento presentato riporta i dati di diossine/PCB e IPA (idrocarburi policiclici aromatici) rilevati nelle analisi effettuate sull’aria all’interno del sito dell’inceneritore in 4 diversi periodi fra il 2008 e il 2009
I dati rilevati mostrano picchi elevatissimi ma anche il dato medio è molto più alto che qualsiasi altra analisi effettuata in precedenza nel territorio bresciano. Si è voluto, infatti, comparare il dato rilevato con le analisi effettuate dall’ISS nel 2007/2008 per il monitoraggio del sito Caffaro e il risultato fra le due medie è sconvolgente se si pensa che in prossimità dell’inceneritore si hanno valori medi doppi per PCB e diossine e addirittura 10 volte maggiori per gli IPA .
La situazione si fa ancora più preoccupante se si considerano i dati alla luce dello studio matematico di ricaduta delle polveri dell’inceneritore elaborato da ARPA nel 2005 (sempre sostenuto da a2a e Comune). Nello studio, infatti, si definisce come area di massima ricaduta delle polveri la zona compresa fra 1.5/2 km dall’inceneritore e viene quindi spontaneo chiedersi se i dati sono così elevati in prossimità dell’impianto (ritenuta zona meno compromessa) quali saranno alla distanza indicata come critica nel modello matematico di ARPA?
Impossibile poi non ripensare al caso del “latte alla diossina” che ha coinvolto gli allevatori a sud dell’inceneritore fra la fine del 2007 e l’inizio 2008. A seguito del problema l’ASL si affrettò ad assolvere pienamente l’inceneritore attribuendo la causa dell’inquinamento ad altro ma alla luce di quanto emerso con queste analisi diviene difficile non mettere nuovamente in discussione tali conclusioni peraltro già pesantemente contestate dalle associazioni ambientaliste al tempo della loro divulgazione.
Ora le associazioni non possono non chiedere ancora e con forza alle istituzioni un intervento deciso, in primo luogo per spiegare come mai dati come questi non siano mai stati resi noti e in secondo luogo per valutare attentamente l’opportunità di effettuare rilevamenti a terra come previsto dall’autorizzazione iniziale dell’inceneritore ma mai effettuati prima.
Da quanto emerso si può facilmente ipotizzare un’esposizione della popolazione ad agenti inquinanti altamente pericolosi, cancerogeni, interferenti endocrini estremamente pesante che deve essere monitorata al fine di poter attuare provvedimenti concreti per tutelare la salute pubblica.
Inoltre ARPA segnala nella sua relazione una serie di mancanze nell’impianto e Caldiroli le analizza una per una nelle sue osservazioni. Particolarmente allarmante il fatto che manchi un effettivo controllo del contenuto di cloro dei rifiuti in relazione ai tempi di permanenza nella camera di post combustione, procedura indispensabile per la riduzione del contenuto di diossina, e anche il fatto che i metalli pesanti rilevati dalle analisi ARPA in sede ispettiva siano tutti a livelli circa doppi rispetto alle rilevazioni effettuate da a2a.
Brescia è una città fortemente inquinata che deve la sua situazione a molteplici fonti di inquinamento ma è certo che l’inceneritore contribuisce pesantemente ad aggravare questa situazione nonostante a2a e Comune abbiano sempre minimizzato e negato questa evidenza ora palese e sotto gli occhi di tutto grazie alle analisi emerse.
Le associazioni della consulta continueranno a lavorare nel gruppo di lavoro e nell’osservatorio per chiedere risposte e controlli, auspichiamo che anche il comune si schieri insieme a loro dalla parte dei cittadini pretendendo controlli e attuando, ove necessario, provvedimenti.
Ricordiamo che l’inceneritore sorge in pieno centro abitato, molte persone vivono “all’ombra del camino” ed è dovere del Sindaco tutelare la salute pubblica anche a discapito degli interessi economici di a2a. Una Spa che gestisce un impianto assolutamente sovradimensionato rispetto alle esigenze della città, esigenze che potrebbero venire azzerate con una corretta gestione dei rifiuti come già avviene in altre zone d’Italia


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Ultimo aggiornamento ( venerdì 20 agosto 2010 )
 
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