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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Il termoutilizzatore di Brescia "re" di un regno fatto di discariche PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
domenica 22 novembre 2009

Il termoutilizzatore (inceneritore) di Brescia e la devastazione del territorio composto da immense discariche; ovvero l'inceneritore, è risaputo, produce discariche.

http://www.bresciaoggi.it/stories/Provincia/105703__quellimpianto_per_lamianto_emetter_troppe_diossine/

(il link era troncato, ecco il link  completo, scusate per il disagio. ndr)

«Quell'impianto per l'amianto emetterà troppe diossine»

MONTICHIARI. Fioccano osservazioni in Regione da Legambiente, associazioni e un privato
Ma Aspireco sarebbe solo «la goccia che fa traboccare il vaso» in un territorio già devastato da milioni di tonnellate di rifiuti

20/11/2009

L'amianto fa ancora paura

Fioccano osservazioni in Regione contro l'impianto progettato da Aspireco srl a Montichiari per l'inertizzazione di 240mila tonnellate/anno di amianto. Le più pesanti e dettagliate sono quelle del circolo locale di Legambiente, che ha affidato l'incarico a Marco Caldiroli di Medicina Democratica (già estensore delle osservazioni contro la centrale di Offlaga). Si aggiungono quelle dell'associazione castenedolese «La collina dei castagni» e quelle di un privato cittadino (proprietario della cascina Pasqua) che ha affidato lo studio al prof. Zanoni. Per tutti l'impianto sarebbe la «goccia che fa traboccare il vaso» in un territorio già devastato da una decina di discariche, che ha smaltito la bellezza di 10milioni di tonnellate di rifiuti. Un territorio su cui sono in fase di autorizzazione altre 4 discariche (una per l'amianto da 960mila mc); territorio oppresso dal traffico giornaliero di migliaia di veicoli, che vedrà passare anche la Tav (alta velocità) e la realizzazione di altri milioni di metri quadrati di cemento (centri commerciali e logistici, nuovi capannoni). Tutti sono d'accordo nel sostenere che, con l'impianto e la discarica Ecoeternit a Montichiari, si smaltirebbe in 10 anni la gran parte dell'amianto lombardo (2,7 milioni la stima).
Inquietanti e dettagliatissime le osservazioni inviate alla Regione dal dottor Caldiroli (che ha elaborato i dati ufficiali presentati dall' Aspireco): oltre a confutare nel dettaglio i dati, arriva al nocciolo della questione: il forno per vetrificare l'amianto emetterebbe una quantità spropositata di diossine. «Il limite di emissione per l'amianto (media giornaliera) sarebbe di 0,01 mg/Nmc ovvero 200 fibre/litro ma, dato ancor più preoccupante e inspiegabile, è un limite per le diossine di ben 0,01 mg/Nmc, ovvero un milione di volte superiore al limite applicato per l'incenerimento dei rifiuti (0,1 nanog/mc). L'incredibile dato sulle diossine è confermato dalla tabella E.1 dello Studio impatto ambientale (p. 72–p. 38 della relazione AIA) nella quale il proponente, come nulla fosse, stima una emissione permessa nelle condizioni di emissione dell'impianto proposto (emissioni E1 ed E2, per complessivi tre forni, compreso l'impianto mobile che diventa fisso) di ben 27,65 kg di diossine/anno. Ma anche i 2,76 kg/anno di amianto emesso non sono certamente ininfluenti».
Medicina Democratica poi denuncia sulle Via: «Appare ai più evidente come i pareri Via sui nuovi impianti per rifiuti nell'area vengano continuamente rilasciati in assenza di studi completi e indipendenti, che verifichino l'impatto sulla salute e sull'ambiente delle numerose discariche già esistenti». Inoltre non più rinviabile la necessità di introdurre un' analisi effettiva degli impatti cumulativi nella Via.
IL REGNO DELLE DISCARICHE. L'associazione Collina dei Castagni e Legambiente insistono invece sulla devastazione già perpetrata: a Montichiari sono presenti «Cava Verde» di Asm (rifiuti urbani per 3.530.000 mc aperta fino al 2011); Vals.Eco 1 (speciali e tossico-nocivi, 1.805 mila mc, in esaurimento), Vals.Eco 2 (speciali e tossico-nocivi, 950.000 mc). Risultano esaurite la «Monti.Ri.Am. 1» (746.000 mc), «Monti.Ri.Am. 2» (300.000 mc), la «Pulimetal» (2.091.057 mc), «Se.Ac 1» (75.124 mc) e «Se.Ac 2» (100 mila mc). In avanzata fase di definizione le richieste Gedit (960.000 mc, la Regione ha già espresso parere favorevole alla Via), Ecoeternit (960.000 mc, Via regionale), Bernardelli inerti (871.000 mc, Via regionale favorevole), Cava verde 2 Montichiariambiente (2 milioni di mc) e la domanda di Aprica Brescia per la realizzazione di un impianto di recupero ceneri pesanti da termoutilizzatore, con capacità di lavorazione di 250.000 t/anno. Infine le discariche presenti (e future) di Calcinato e Castenedolo.

Pietro Gorlani

Commenti (1) >> feed
La volontà è quella di aumentare il business
scritto da msirca, dicembre 10, 2009

Il Broletto contro la Regione:
«Terza linea, no rifiuti urbani» LO SCONTRO. Bocciando il Piano provinciale la Giunta Formigoni ha «aperto» agli Rsu

La Provincia di Brescia risponde al diktat sul termoutilizzatore con una mozione per incentivare la raccolta differenziata E punta al porta a porta con un sistema unico per tutto il territorio
10/12/2009e-mailprint
A
L’ingresso del termoutilizzatore, in via Codignole: attenzione concentrata sulla terza linea Brescia. Se il buongiorno si vede dal mattino, nella terza linea dell'inceneritore di via Codignole si brucerà di tutto. Di fronte al volere della Regione Lombardia la delibera comunale del 2002 che ne assoggettava la costruzione all'utilizzo per biomasse deve cedere il passo. Il Piano provinciale rifiuti passato all'esame del Pirellone rispettava quel vincolo e permetteva di bruciare Rsu solo in caso di manutenzione di una delle altre due linee. Ma la Giunta Formigoni lo ha bocciato anche per quello, e ha imposto al Broletto la cancellazione di qualsiasi differenza.
Al momento, dunque, il piano non esiste più. E il Consiglio provinciale che l'aveva approvato pressoché all'unanimità sta cercando una via di uscita, ma già si è visto congelare 3,5 milioni di fondi per l'ambiente in attesa che ci ripensi e si adegui. Se non lo farà, il presidente Molgora sarà nominato commissario e dovrà modificare il Piano.
Con ogni probabilità non si arriverà a tanto. Ieri pomeriggio la commissione Ambiente presieduta da Isidoro Bertini ha discusso una mozione proposta dal Pd che ribadiva la validità del Piano e avrebbe impegnato Molgora e l'assessore Dotti a rispondere a muso duro a Formigoni. Ma lo stesso Pd l'ha congelata in cambio della preparazione di una nuova mozione che aggiri l'ostacolo puntando su incentivi alla raccolta differenziata che ridurrebbero il ricorso al termoutilizzatore.
SU PROPOSTA di Roberto Lancini (Lega Nord), nei prossimi giorni i capigruppo si ritroveranno per cercare una risposta comune da dare alla Regione, in linea con gli indirizzi del Piano. E successivamente la commissione si riunirà per proporre misure "reali" e sperimentazioni per incentivare la raccolta differenziata.
I Pd Maurizio Billante e Fabio Ferraglio temono che il diktat regionale costituisca un implicito messaggio ai comuni a produrre più rifiuti indifferenziati, in contrasto con uno dei cardini del Piano stesso che punta al 63 percento di differenziata rispetto al 40 attuale. Timore condiviso anche dalla maggioranza.
A convincere il Pd a congelare la sua mozione «politica», va detto, è stata la prospettiva di un irrigidimento del Pirellone, che avrebbe tolto spazi alla mediazione. Ora si gioca la carta della differenziata «spinta», con l'intento di far capire a Milano che degli Rsu nella terza linea non c'è proprio bisogno. Tanto - fa osservare Giampaolo Mantelli, Udc - in provincia di Brescia si bruciano oltre 400 mila tonnellate all'anno di rifiuti a fronte di una capacità del termoutilizzatore di oltre 500 mila. E 80 mila tonnellate - aggiunge Billante - vengono da fuori provincia.
MORALE, invece di trovar fronte comune contro l'imposizione regionale, la commissione sembra aver scoperto la raccolta differenziata. E ora punta a proporre un sistema unico provinciale (fatte salve le diversità territoriali, soprattutto in montagna e in città) di raccolta porta a porta, anche per evitare che gli abitanti dei paesi senza più cassonetti vadano a riempire quelli dei comuni limitrofi.
Ma che sia sufficiente è da vedere. Gli stessi consiglieri sanno che dietro l'imposizione regionale c'è l'obiettivo di portare in via Codignole rifiuti di altre province e regioni.



Mimmo Varone


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Ultimo aggiornamento ( venerdì 11 dicembre 2009 )
 
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