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Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Umberto Veronesi: i miei esperti mi hanno giurato... PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
giovedì 04 giugno 2009
...Spiace davvero dover contraddire il Prof. Veronesi, ma proprio per la serietà in passato dimostrata e per la gratitudine che gli dobbiamo  per gli  indiscutibili miglioramenti  nella chirurgia del carcinoma mammario, sentiamo il dovere di consigliargli di scegliere meglio i suoi esperti.

MEDICI  E CONFLITTI  Certo molti ricorderanno le tranquillizzanti parole del Prof. Umberto Veronesi intervistato da Fazio a “Che tempo che fa” circa l’innocuità degli inceneritori, quando con assoluta sicurezza affermò: “zero rischio…”Tuttavia certamente un numero minore di cittadini ha potuto ascoltare le parole dell’illustre oncologo quando intervistato su you tube (http://www.youtube.com/watch?v=B5Zou-1MXQg) affermava: “non sono un esperto di inceneritori” e che, quanto all’assenza di danni, si rimetteva ai suoi esperti affermando : “i miei esperti  mi hanno giurato”.Spiace davvero dover contraddire il Prof. Veronesi, ma proprio per la serietà in passato dimostrata e per la gratitudine che gli dobbiamo  per gli  indiscutibili miglioramenti  nella chirurgia del carcinoma mammario, sentiamo il dovere di consigliargli di scegliere meglio i suoi esperti.Siamo infatti venuti a conoscenza di lavori che recano anche la sua firma,  quali ad esempio:  Il recupero di energia da rifiuti: la pratica, le implicazioni ambientali e l’impatto sanitario -  Veronesi U, Giugliano M. Grasso M e Foà V” in cui, con grande stupore, abbiamo dovuto constatare  che sono stati letteralmente stravolti risultati di lavori scientifici ed epidemiologici in modo da assolvere gli impianti di incenerimento, con buona pace dell’ onestà intellettuale e del rigore scientifico. Qualche esempio chiarirà meglio la questione: nel capitolo “L’ impatto sanitario” di Vito Foà, a pag 54-55 vengono presi in esame quattro  studi: quello di Franchini M. e altri, pubblicato sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2004; quello di P. Elliot, del 1996, quello di Hu S.W. e al. e infine lo studio denominato Enhance Health. Di tutti viene fatto  un utilizzo inappropriato, in particolare:

1.       lo studio di M.  Franchini viene mutilato e ne sono totalmente ignorate le considerazioni sulla relazione fra inceneritori e cancro, in particolare che: “associazioni statisticamente significative sono riportate da due terzi degli studi che hanno preso in considerazione il cancro (mortalità, incidenza o prevalenza).

2.       lo studio di P. Elliott viene capovolto nel suo significato, aggiungendo una negazione alla frase in cui si afferma che il rischio per diversi tipi di cancro diminuisce via via che ci si allontana dalla fonte emissiva. Vito Foà a proposito di esso scrive infatti: “La conclusione degli Autori è che non è stata trovata alcuna evidenza di diversità d’incidenza e mortalità per cancro nei 7.5 chilometri di raggio  studiati ed in particolare nessun declino con la distanza dall’inceneritore per tutti i tumori: stomaco,colon-retto e polmone oltre che per linfoma di Hodgkin e sarcomi dei tessuti molli.” . Peccato che nell’ originale sia scritto:Observed-expected ratios were tested for decline in risk with distance up to 7.5 km.  ... Over the two stages of the study was a statistically significant (P<0.05) decline in risk with distance from incinerators for all cancers combined, stomach, colorectal, liver and lung cancer”.  Ovvero: “ I rapporti osservati-attesi furono verificati in base al declino del rischio con la distanza fino a 7.5 km. … Dopo i due stadi dello studio c’era un declino statisticamente significativo (p<0,05) nel rischio con la distanza dagli inceneritori per tutti i cancri riuniti, stomaco, colon retto, fegato e polmone.”

3.       dello studio di Hu S.W. si  riporta solo una frase “rassicurante ““Alcuni anni prima, nel 2001, Hu e Shy avevano condotto una revisione degli studi epidemiologici pubblicati fino ad allora. Questi Autori avevano considerato tutti i possibili effetti che potevano essere o che sono collegati alla presenza di un inceneritore di rifiuti sia municipali che industriali, arrivando alla conclusione che gli studi epidemiologici esaminati erano stati concordi nel descrivere più elevati livelli corporei di metalli pesanti, ma nessun aumento di sintomi respiratori o di declino della funzione polmonare. Le analisi effettuate avevano fornito risultati  inconsistenti per rischio di cancro e di effetti sulla riproduzione” e si omette viceversa l’affermazione che attesta l’esistenza di rischio: “Several studies showed significant associations between waste incineration and lower male-to-female ratio, twinning, lung cancer, laryngeal cancer, ischemic heart disease, urinary mutagens and promutagens, or blood levels of certain organic compounds and heavy metals”  ovvero:  “Diversi  studi hanno evidenziato associazioni significative tra inceneritori ed alterato rapporto maschi / femmine alla nascita, cancro al polmone, cancro alla laringe, malattie ischemiche cardiache, mutageni e pro-mutageni nelle urine, o livelli elevati nel sangue di alcuni composti organici e metalli pesanti”

4.       dello studio di Coriano Foà scrive:” “Gli estensori e gli esecutori del progetto avevano ovviamente condotto una ampia analisi della letteratura già allora esistente e sono arrivati anche loro alla conclusione: non esistono prove concrete di un legame fra l’esposizione alle emissioni di inceneritori ed un aumento di tumori. Dove sono stati osservati effetti apparentemente rilevanti questi effetti erano spesso legati ad inceneritori siti vicino ad altre fonti di emissione potenzialmente pericolose”. Peccato  che ciò che viene riportato come “conclusione” è viceversa una frase tratta dall’introduzione allo studio e, nel riportare i risultati, Foà omette di evidenziare i gravi danni per la salute femminile ed  il rischio di sarcomi in entrambi i sessi, messo ampiamente in risalto dagli estensori nella “discussione” dello studio. Desta sgomento scoprire  che questi lavori “scientifici” sono quelli su cui varie Amministrazioni Pubbliche (Provincia di Grosseto e Firenze, Regione Sicilia ad es.) fondano le proprie scelte irriducibilmente “inceneritoriste”, senza alcuna attenzione verso le tante alternative immediatamente percorribili per la gestione dei rifiuti e con una drammatica sottostima  per le ricadute  sulla salute pubblica. Ma ancora più sgomento desta constatare che anche coloro che sono vincolati dal giuramento di Ippocrate  e dall’art. 30 del  Codice Deontologico possono, ci auguriamo solo per distrazione, incorrere in gravi omissioni, che non fanno onore né a loro né alla categoria dei Medici  cui tutti noi apparteniamo. Ad evitare futuri “scivoloni” ricordo a cosa ci vincola l’art. 30, relativo al conflitto di interesse:   “Il medico deve evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’ interesse primario, quale è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario. Il conflitto di interesse riguarda aspetti economici e non, e si può manifestare nella ricerca scientifica, nella formazione e nell’aggiornamento professionale, [….]e nei rapporti individuali e di gruppo con industrie, enti, organizzazioni e istituzioni, nonché con la Pubblica Amministrazione.” Ci sono altri conflitti, non citati nel Codice Deontologico, che riguardano quelli con la propria coscienza:  fortunatamente questi, al pari dei precedenti, non ci appartengono ed almeno questa consolazione nessuno potrà togliercela: di certo nessuno potrà mai dirci: “se i medici sapevano, perché hanno taciuto?” 

 Dott.ssa Patrizia GentiliniCoordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute3 giugno 2009 

BIBLIOGRAFIA Veronesi U., Giugliano M.,  Grosso M e Foà V. (2007) “ Il recupero di energia da rifiuti: la pratica, le implicazioni ambientali e l’ impatto sanitario” Quaderni di Ingegneria Ambientale, Vol. 45 CIPA Editore Milano Franchini M. , Rial M, Buratti E., Bianchi F., “Health effect of exposure to waste incinerator emissions: a review of epidemiological studies” Ann. Ist. Sup. Sanità 2004;  40 , 105- 115 Elliot P., Shaddick G, Kleinschmidt I., “Cancer incidence near municipal solid waste incinerators in Great Britain” British J of Cancer 1996; 73, 702-710 Hu S.W. , Shy C.M., “ Health effects of waste incineration: a review of epidemiological studies” J. Air and Waste Manag. Assoc. 2001; 51 1100-1109 Enhance Heath Report finale – febbraio 2004-marzo 2007. sistema di sorveglianza ambientale e sanitaria in aree urbane in prossimità di impianti di incenerimento e complessi industriali; n 2 E 0041 programma INTERREG IIIC zona Est Comune di Forlì 

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Diossina e latte materno (ma Veronesi salva l'estetica di qualche mammella)
scritto da bolina, giugno 15, 2009

Diossine nella catena alimentare collegati a problemi dell'allattamento materno
Rory Harrington 10.6.09

Nuove ricerche suggeriscono che l'esposizione a diossine attraverso la catena alimentare durante la gravidanza potrebbe spiegare perchè sempre più donne hanno problemi con l'allattamento materno o producono troppo poco latte.
Uno studio dell'università del Rochester Medical Centre (URMC), in US, ha trovato che il contatto con tossici chimici danneggia le cellule del tessuto mammario che si sviluppano rapidamente durante la gravidanza
Mentre i risultati per ora sono stati dimostrati solo nei topi, i ricercatori credono di poterlo collegare ad un problema che colpisce tra 3 e 6 milioni di donne in tutto il mondo.

Il Ruolo degli inquinanti ambientali

B. Paige Lawrence, MD, professore associato di Medicina Ambientale e Microbiologia-Immunologia alla URMC dice che la causa di questo problame è ancora poco chiaro, anche se è stato suggerito che gli inquinanti ambientali possono svolgere un ruolo. Si è provato definitivamente che diversi inquinanti in dosi abbondanti - tra cui la diossina - hanno un effetto avverso sul modo di svilupparsi della ghiandola mammaria durante la gravidanza*

La maggiora parte delle persone sono esposte alle diossine con la dieta. La maggioranza delle diossine sono prodotte dall'incenerimento dei rifiuti urbani ed ospedalieri - specialmente quelli plastici - e entrano nella catena alimentare quando le emissioni aeree si depositano sulle colture alimentari e i terreni dove gli animali da allevamento pascolano.
Gli esseri umani ingeriscono diossine soprattutto mangiando carne, latticini e derivati, e molluschi. I prodotti chimici si depositano nei tessuti grassi dove "l'eliminazione naturale avviene molto lentamente". L'esposizione giornarliera tipica si pensa sia bassa ma è già stata connessa a problemi di salute come alterazioni del sistema immunitario e dello sviluppo degli organi.

Nuove scoperte

Nel 2004, il laboratorio di Lawrence scoprì che le diossine danneggiavano il normale sviluppo delle ghiandole mammarie durante la gravidanza, ma alcune questioni come i meccanismi d'azione e il periodo d'esposizione più correlato a tale danno rimangono poco chiari
In ogni caso, i dati pubblicati in Toxicological Sciences questa settimana dimostrano che la diossina "ha un profondo effetto sul tessuto mammario, causando uno stop nel loro normale ciclo di proliferazione già dal sesto giorno di gravidanza fino a metà della stesssa". I saggi di tessuto presi dai topi dimostrano una diminuzione del 50% nel numero di nuove cellule epiteliali - le cellule superficiali, che proteggono o racchiudono gli organi, e che nel caso della mammella contribuiscono anche alla lattazione (ndr). Questo è significativo, perchè le ghiandole mammarie hanno un alto tasso di proliferazione cellulare, specialmente tra l'inizio e la metà della gravidanza quando avviene la massima parte della loro crescita. I ricercatori hanno anche trovato che la diossina causa altri problemi alla mammmella come un'alterata induzione dei geni inducenti la lattazione, che accade a partire dal nono giorno della gravidanza.
Tempistica irrilevante per gli esseri umani
La tempistica dell'esposizione alle diossine sembra essere importante in quanto i risultati dimostrano che un'esposizione precoce può dare tempo alle cellule per recuperare la scarsa crescita. Ma nello studio si sottolinea come questo sia vero solo all'interno della ricerca, in quanto gli esseri umani non possono controllare la loro esposizione alle diossine. Lo scopo dello studio infatti non è di trovare un periodo finestra sicuro per l'esposizione degli esseri umani alle diossine, ma comprendere gli effetti dannosi delle diossine sulla nostra salute e produrre maggiore consapevolezza su come le nostre risorse alimentari, se inquinate, possono aumentare il carico di inquinanti sul nostro corpo.
http://www.foodproductiondaily.com/Quality-Safety/Dioxins-in-food-chain-linked-to-breastfeeding-problems/?c=3SDbkm90uQmiP9hsL7egHA==&utm_source=newsletter_daily&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter+Daily


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Ultimo aggiornamento ( lunedì 15 giugno 2009 )
 
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