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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Il senno del poi... (anche dei giornalisti) PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
domenica 22 marzo 2009

...Non servono sismografi per capire dove passa il tunnel dalla Tav tra Bologna e Firenze. Basta seguire una traccia di foreste rinsecchite, alvei vuoti, macerie. Persino i cinghiali rifiutano di vivere lassù. Sopra la "grande opera" esiste una scia di "grandi disastri" che la segnala fedelmente.

 

Associazione di volontariato Idra
COMUNICATO STAMPA       Firenze, 22.3.’09

 

 

TAV E INFORMAZIONE:

CRONACA DI UNA QUERELLE
Ricordate Paolo Rumiz a novembre del 2005 (1)?
Il giorno stesso, indignati, gli scrivemmo(2)
Una decina di giorni più tardi, tornammo a scrivergli(3)
Qualcosa, l'anno dopo, successe (4)... (era il 7 agosto 2006).
Il 28 agosto, ringraziammo(5) Rumiz e con lui il direttore de la Repubblica.
Il giorno dopo la Repubblica pubblicò la nostra lettera, sotto il titolo “Il viaggio di Rumiz e la Tav del Mugello”.
Quella lettera sollecitò l'attenzione di Alessandro Sortino delle Iene: ci telefonò per essere aiutato a capire, a documentarsi e a confezionare quel dirompente servizio sulla TAV che andò poi in onda il 24 ottobre 2006 mettendo in piena luce, anche sugli schermi video, l'esemplare intreccio di interessi, sviste, errori, omissioni e furberie che ha permesso di depredare le falde dell'Appennino e l'erario pubblico. Quel servizio non sembra più essere reperibile sul sito delle Iene, ma qualcuno ha provveduto a trasferirlo su You Tube, suddiviso in parte 1, parte 2 e parte 3.
Il mese successivo, Alessandro Sortino ritornò sull'argomento: quella trasmissione aveva provocato qualche conseguenza....
Oggi, questo nuovo pezzo di Paolo Rumiz sulle pagine nazionali de la Repubblica.
Ci fa piacere, inutile sottolinearlo. Ma quanto sarebbe stato più utile, ahinoi!, raccontare queste stesse cose - invece che alla fine di una Vajont strisciante, a valle di un processo penale ormai concluso - già in quel novembre 2005, quando tanti dei fatti descritti erano lì ormai da un pezzo....
Quanto sarebbe importante che giornalisti, scrittori e intellettuali di questa Italia violata da colossali interessi bipartizan intervenissero prima che i crimini ambientali si consumino, quando le cassandre come noi mettono documentatamente in guardia ma nessuno ascolta....
(2) http://associazioni.comune.firenze.it/idra/Replica%20a%20P.%20Rumiz,%207_11_'05.htm,
(5)http://associazioni.comune.firenze.it/idra/31-8-'06.htm
------------------------------------------------

 

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/ambiente/tav-torrenti/tav-torrenti/tav-torrenti.html

Tav, Appennino a secco cento chilometri di torrenti inghiottiti dagli scavi
Nelle valli senz´acqua spariscono anche piante e animali
Viaggio nel Mugello dove il sistema idrico è stato distrutto e le falde sono precipitate di centinaia di metri
Dove un tempo proliferavano trote, gamberi e vegetazione protetta ora ci sono solo profondi canyon
 Il Carza era il più bel fiume della zona Oggi è diventato solo un misero scolo fognario
Paolo Rumiz
Non servono sismografi per capire dove passa il tunnel dalla Tav tra Bologna e Firenze. Basta seguire una traccia di foreste rinsecchite, alvei vuoti, macerie. Persino i cinghiali rifiutano di vivere lassù. Sopra la "grande opera" esiste una scia di "grandi disastri" che la segnala fedelmente.
L´abbiamo percorsa, verso Nord, e per capire ci è bastata la parte toscana. Il Mugello, snodo cruciale dello scavalco appenninico.
I danni li hanno appena quantificati i giudici: 150 milioni di euro solo per lo smaltimento abusivo dei terreni di scavo. Poi vengono i cantieri abbandonati, le cave e le frane. Il peggio è il sistema idrico distrutto: per ripagarlo non basterebbe una mezza finanziaria. Fra 750 milioni e un miliardo 200 milioni, per ventidue minuti di viaggio in meno. Spariti o quasi 81 torrenti, 37 sorgenti, 30 pozzi, 5 acquedotti: in tutto 100 chilometri di corsi d´acqua.
Ma le cifre non sono niente. Per farsi un´idea bisogna sentire il tanfo polveroso della montagna morta. Rifare i sentieri della Linea Gotica, tra i rovi, come in guerra. Solo che stavolta i danni non li hanno fatti i generali ma gli ingegneri, che possono essere peggio. Le ferite delle bombe si rimarginano. Queste restano per sempre. Siete avvertiti: non siamo di fronte a un evento naturale, ma a qualcosa di biblico. Tace la valle del torrente Carzola. Niente più uccelli. La falda è precipitata di trecento metri e la montagna è sotto choc idrico. Ha piovuto tutto l´inverno, ma le conifere sono morte, le querce moribonde. C´erano salmoni, trote, gamberi: ora più nulla. Un catastrofe come il Vajont, ma alla rovescia
Polvere, silenzio. Nel canyon si spalanca una finestra di servizio. È sguarnita, potrebbero entrarci uomini e bestie. Cento metri sotto, il tunnel che ha inghiottito tutto. I tecnici ricordano quando avvenne. Esplose un getto da 400 litri al secondo a tredici atmosfere. Da allora, anche se in superficie la valle scende a Nord, le falde scaricano a Sud, verso Firenze. E del Mugello a secco chi se ne frega.
Paolo Chiarini, 30 anni, ingegnere ambientale, è cresciuto sui fiumi e, quando il Carza sparì di colpo un giorno di febbraio di 11 anni fa, fu il primo ad accorgersene. Corse in Comune ad avvertire, ma gli risposero giulivi: «Per forza, non è nevicato». Capì subito che l´unica acqua che interessava gli italiani era quella del rubinetto, e fece l´unica scelta possibile: combattere da solo.
Da allora Paolo ha battuto ogni rigagnolo e raccolto dati. Oggi ci fa da guida su questa strada partigiana. A Campomigliaio c´era la piscina naturale dei fiorentini. Poi è arrivata la talpa maledetta che ha "impattato" la falda e oggi sul greto resta solo un ridicolo cartello "Divieto pesca" e, a monte, uno scolo fognario a secco.
Il Carlone era il paradiso dei pescatori. Oggi è ingombro di bungalow dai vetri rotti, rottami, tubi, cisterne, caterpillar arrugginiti. Su un muro, la scritta "Ciao, è stato bello". Sotto, un torrente in agonia. Ma a monte è peggio. Una strada bianca in mezzo a una foresta sbiadita, fiancheggiata dai tubi che fino a ieri hanno pompato acqua per tenere in vita il torrente. Una finzione.
Sopra, una montagna di rocce intrise di asfalto collante, oli e bitumi. Quando piove, la morchia scola sulla vasca di captazione del comune di Vaglia, che raccoglie la poca acqua. Purissima, era, da imbottigliare senza filtro. Tutto quel materiale poteva essere reimpiegato nel tunnel, come in Svizzera nella galleria del Gottardo. Qui invece s´è portato tutto in superficie. E nel buco hanno portato ghiaia fresca, aprendo decine di cave inutili sul monte. Ecco perché la Tav è costata il quintuplo del previsto.
A San Piero a Sieve la ferrovia veloce esce a palla di fucile e s´infila sotto l´autodromo del Mugello. Siamo nel cuore della conca, l´Appennino perde asprezza, l´orrore diventa bucolico. Tra le fattorie il torrente Bagnone è scomparso. Poco in là, anche il Bosso. Nove anni fa le sorgenti saltarono tutte assieme, ricorda l´avvocato Marco Rossi che segue le cause civili. «Quando sparì il torrente la gente pensò che sarebbe tornato. Invece non tornò. Finita. Arrivarono le autobotti. Poi il disseccamento salì fino a Farfereto e Striano».
A Sergio Pietracito hanno fatto di tutto. Gli hanno tolto l´acqua per gli animali, fatto franare il bosco, aperto crepe in casa, semidistrutto i frutteti con le polveri, terremotato il sonno con esplosioni, ventole al massimo, bip di cicalini, fischio di allarmi, rombo di tir in retromarcia. Poi, a cantiere chiuso, gli hanno ripristinato i terreni con zolle miste a cemento, plastica e ferri arrugginiti. Pietracito ha speso 30 mila euro in avvocati, senza aiuto degli enti locali. L´italiano è solo davanti al potente. Lui non molla, ma molti altri sono stanchi. Sanno che, più dei danni, sono i processi a mangiarti la vita. Finisce che sei tu a dover pagare. La politica cala le brache: è già tanto se i sindaci sono riusciti a farsi dare il tracciato della galleria.
Risaliamo verso il Giogo della Scarperia. Ormai è un "trek" nella devastazione. Conifere moribonde, castagni in sofferenza. Fra un mese gli animali scapperanno anche da qui. A Lugo hanno visto «i caprioli scendere a valle per bere dai sottovasi dei giardini». Non era mai successo prima del 2006, quando la Tav ha smesso di pompare acqua "finta" in quota.
Dopo il crinale, il versante del Santerno ci sbatte davanti l´ultimo sacrilegio. Sul lato della Sieve avevamo censito pozzi defunti col nome di santi e beati. Qui, nell´abbazia di Moscheta, succede di peggio. Hanno rubato l´acqua santa. La pieve, per riempire il suo secolare abbeveratoio rimasto a secco, deve farsi sparare acqua da Fiorenzuola. Sempre per quei maledetti ventidue minuti.
Oltre si spalanca un abisso dantesco, il canyon chiamato Inferno. Era il top del Mugello, segnato su tutte le guide. Trote, gamberi, muschi. Sopra, il sentiero dove un tempo Dino Campana andava a Firenze incontrando bande di musicanti e pescatori di fiume. Oggi si cammina a secco tra massi enormi e smerigliati, segno della sacra potenza uccisa dall´uomo. Chi pagherà tutto questo? Quale nazione chiederà il conto?
Il fiume infernale si butta nel Santerno, dove s´apre il cratere della colossale stazione intermedia della Tav. Intorno, la devastazione. Novanta cave. Novanta cicatrici. Ed è solo il preludio dell´ultima è più spaventosa ferita. La più lontana, la meno visibile. La condanna, esecuzione e morte del torrente Diaterna, con la doppia sorgente biforcuta sotto il Sasso di San Zanobi.
Ora si procede solo a piedi, tra ghiaie terribili, guadi algerini, qui nell´Italia di mezzo a fine inverno. Tre anni fa Chiarini vide e fotografò vasche piene di pesci putrefatti. Da allora è morte biologica. Querce cadute, polvere, vento, lucertole. Sotto, la galleria spara la sua traiettoria in un fondale umido carico di bitumi. Qui sopra, il biancore abbacinante di un greto. La frazione di Castelvecchio - sopra l´ultima finestra della Tav in terra toscana - ha perso il suo acquedotto nel ´98. Ora vorrebbero costruire un invaso per compensare lo scippo. Ma per metterci quale acqua? Con quale canalizzazione? Cementificando gli impluvi? Ricoprendoli di resine? Coprendo lo scempio con uno scempio ulteriore? La parola catastrofe non basta.
Il viaggio è finito. «Cosa ci riserva il futuro Dio solo sa» brontola Piera Ballabio, della Comunità montana del Mugello. «Con la nuova legge sulle grandi opere, i Comuni avranno ancora meno voce in capitolo. Siamo vicini a una militarizzazione del territorio. Alla faccia del federalismo».
Commenti (2) >> feed
Con un pò di senno del prima a Firenze si può evita il disastro!
scritto da Comitati dei cittadini, marzo 23, 2009

COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

ALTA PERICOLOSITA’
(265 giorni all’AV)

Probabilmente neanche quel 20% di fiorentini che, secondo Massimo Morisi, garante della comunicazione per il PIT (Piano di Indirizzo Territoriale, della Regione Toscana), conoscono il progetto di sottoattraversamento ferroviario di Firenze, è al corrente delle disavventure dei residenti e dei commercianti di via Carracci a Bologna a causa dei lavori per la nuova Stazione sotterranea dell’AV.
Così sono state descritte pochi giorni fa in una conferenza stampa dell’Associazione di volontariato Idra:
“A causa dell’immissione di oltre 1000 tiranti nel sottosuolo [per il consolidamento del terreno sovrastante], il sistema fognario di via Carracci è stato occluso dal cemento. Le conseguenze, nelle cantine dei vari fabbricati, sono state devastanti”.
Ciò ha comportato “la presenza dei mezzi di auto spurgo per circa un anno”. “La fragile rete commerciale di un’arteria di traffico veicolare come via Carracci è stata annientata da 4 anni di lavori invasivi”. Parliamo di crepe negli edifici, di evacuazione di fabbricati, di perizie truccate, di informazione zero. Parliamo di un Osservatorio ambientale che non ha mosso un dito, di un Comune che non sostiene i cittadini nei confronti delle Ferrovie per il riconoscimento dei danni subiti. In questa situazione sono da 4 anni e altri 4 ce ne dovranno stare.
Se consideriamo che la nuova Stazione di Bologna sta sorgendo in un’area già ferroviaria, cosa succederà a Firenze dove le talpe scaveranno fino a 600 m. di distanza dalla ferrovia, in quel centro storico che sarebbe ancora patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO, dove saranno coinvolti, oltre al malsicuro sottosuolo, 140 abitazioni e qualche monumento per un periodo che, secondo quanto previsto nella Conferenza di servizi del ’99, sarà di almeno 9 anni?

I LAVORI DI PREPARAZIONE DEL CANTIERE BELFIORE DOVE PASSERÀ IL SOTTOATTRAVERSAMENTO TAV

Per capire come funzionano le cose, ecco alcune dichiarazioni rilasciate nel corso del “workshop” di presentazione del progetto che si è tenuto giovedi 19 marzo alla Palazzina Reale di S.M. Novella.

• “Stiamo aspettando il progetto esecutivo della Stazione e del sottoattraversamento. Progetto in cui ci sarà anche la versione definitiva del piano della mobilità di cantiere. Su questa base ci confronteremo con le Ferrovie e vigileremo perché i fastidi derivanti dalla cantierizzazione siano ridotti il più possibile”.

Chi lo dice? Ma il vicesindaco Giuseppe Matulli! Il principale responsabile dei cantieri della Linea 1 della tramvia, al momento con 15 mesi di ritardo, e che vorrebbe aggiungere al tunnel TAV i cantieri delle Linee 2 e 3.

• “Abbiamo preso tutti gli accorgimenti ingegneristici possibili: ad oggi non prevedo fenomeni tali da poter arrecare danni alle abitazioni”.

Queste sono invece le parole di RFI, la società che tramite la sua controllata TAV ha affidato i lavori per l’Alta Velocità a CAVET la quale ha provocato nel Mugello la perdita di 150 milioni di mc. di acqua di montagna e un miliardo di euro di danni e i cui vertici sono stati recentemente condannati per reati ambientali dal Tribunale di Firenze .

• “Chi continua a proporre di passare in superficie non capisce che noi abbiamo costruito un progetto strategico ad alta capacità, dove i binari in superficie diventano una grande metropolitana regionale per i pendolari”.

Mancava appunto lui, l’assessore regionale ai trasporti e all’urbanistica Riccardo Conti: lo stesso che, per sostenere la necessità del sottoattraversamento, ha affermato recentemente che il passaggio in superficie avrebbe provocato l’abbattimento di 200 edifici. Lo stesso che, alterando ogni verità, ha affermato, senza fondamento, che quel progetto sarebbe stato scartato a suo tempo per l’impatto ambientale che avrebbe avuto sulla città.

• “Il sistema dell’AV non è affatto di élite, è una grande ‘metropolitana nazionale’ che si caratterizzerà sempre di più per la grande apertura popolare, con prezzi di gran lunga competitivi. Elitario è chi si oppone alla TAV”.

Per finire, l’ultimo personaggio del teatrino: Mauro Moretti, amministratore delegato di “Ferrovie dello Stato”, l’azienda che gestisce i trasferimenti a corto raggio (il 90% del traffico ferroviario), cioè quei treni dei pendolari dove ogni giorno i cittadini italiani perdono un po’ della propria dignità e dei propri diritti costituzionali, costretti come sono a viaggiare in condizioni vergognose per un paese civile.

Mentre annunciano di prepararsi a scavare il tunnel e a dare inizio alla Grande Opera, si nota però che
- i tecnici più accorti non sono affatto entusiasti di questa avventura;
- le cose andranno per le lunghe: prima della metà di aprile non sarà pronto il progetto esecutivo sul quale l’Osservatorio ambientale della Regione dovrà giungere a un parere unanime, prendendosi il tempo necessario e chiedendo eventuali integrazioni prima di avviare i cantieri;
- Moretti non ha nessuna voglia di spendere tutti questi soldi per Firenze e, appena ha potuto, ha lasciato il convegno, significativamente in fretta e furia;
- Conti si agita e ripete i suoi slogan, ma si avverte che sente di essere in difficoltà;
- per tirar le Ferrovie dentro all’operazione, tutta la componente ex diessina ai vertici della Regione e del Comune ha avviato con loro una permuta immobiliare, con un pericoloso effetto dilagante su tutta la città, in modo da consentire alle stesse Ferrovie di costruire sulle aree ferroviarie inutilizzate circa 500.000 mc di nuove edificazioni, ‘indennizzandole’ così della spesa del tunnel.
Conti e Moretti sembrano costretti – forse loro malgrado – a tirare avanti con la commedia, almeno fino alle prossime elezioni amministrative, ma intanto si gioca sulla pelle della città con operazioni ad alto rischio e a bassa necessità.

TEMONO IL DIBATTITO PUBBLICO E VORREBBERO IMPORCI UNA PAPPA SCODELLATA DI CUI LA CITTA’ NON SA NULLA!

IMPONIAMO LORO DI DISCUTERE CON SERIETA’ DELLE IPOTESI ALTERNATIVE!

IMPEDIAMO LA REALIZZAZIONE DEL SOTTOATTRAVERSAMENTO, UN’OPERA INUTILE, COSTOSA E AD ALTO RISCHIO AMBIENTALE



Fermiamo l'ennesimo disastro a Firenze, siamo in tempo!
scritto da msirca, marzo 23, 2009

L'”alta velocità” arriva a Firenze
Regione Toscana e Ferrovie dello Stato stanno firmando una intesa per realizzare un tunnel di 7 chilometri sotto Firenze; stanno andando avanti nonostante i problemi che si presentano.
Il sottoattraversamento avrà costi altissimi, già fuori da ogni controllo. Si è passati da 700 milioni di euro a 1.700 milioni!
I rischi per gli edifici di Firenze saranno grandi, quelli per la falda sotterranea probabilmente insormontabili.
Legata alla costruzione del tunnel è l'edificazione di 145.000 metriquadri di edifici residenziali e commerciali nelle sedi ferroviarie, in una città già soffocata dal cemento e dal traffico.
Eppure esiste un progetto elaborato dall'Università di Firenze che prevede il potenziamento della rete ferroviaria di superficie
consentendo il passaggio di treni veloci, treni regionali, treni per pendolari e treni metropolitani; le amministrazioni locali fingono di ignorare questo progetto che costerebbe un ottavo del tunnel!
Per costruire questo sottoattraversamento sarà cantierizzata tutta la
città e centinaia di TIR, ogni giorno, intaseranno le strade già
ingolfate e inquineranno ulteriormente l'aria già ammorbata di Firenze.
Come cittadini siamo fortemente contrari a questo progetto che si sta per abbattere su Firenze.
Come Comitato siamo impegnati a informare la cittadinanza dei rischi del
sottoattraversamento AV e a informare dell'esistenza di un progetto
alternativo.

Giovedì 26 marzo 2009
alle ore 17.00

si terrà una sessione aperta del Quartiere 5
in via Lambruschini 33

dove sarà illustrato il progetto alternativo di superficie e descritti i
rischi dell'attraversamento sotterraneo.
Confidiamo nella partecipazione di tecnici delle Ferrovie
Tutti sono invitati a partecipare e a informarsi.


Comitato contro il sottoattraversamento AV di Firenze
http://notavfirenze.blogspot.com/
Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo 338 3092948

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Ultimo aggiornamento ( venerdì 27 marzo 2009 )
 
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