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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Inceneritoristi autolesionisti PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
sabato 22 novembre 2008

[Ma allora il tira e molla fra i Consorzi per il recupero e l'ANCI? Qui si legge che l'Italia è netta importatrice di materiali provenienti da Raccolta Differenziata di altre nazioni mentre da noi la RD langue. Vero è che gli amministratori spesso stipulano contratti capestro con gli inceneritori, che obbligano a conferire quantità enormi di cosiddetti rifiuti per l'incenerimento e questo a scapito di una RD vera; vero è che il business degli inceneritori e i premi extra sono pagati da tutti i cittadini, dalla culla alla tomba (propria e degli inceneritori) quindi l'affare è troppo succulento e il ritorno immediato e sicuro, chi potrebbe resistere e pensare invece a un futuro diverso?..]

....Utilizzando materie seconde recuperate anziché materie prime il settore del recupero delle materie e dell’energia, secondo un recente studio di Ambiente Italia, avrebbe infatti fatto risparmiare circa 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, e una quantità pari a circa 54 milioni di tonnellate di Co2, di cui 40 milioni di tonnellate, soltanto nel settore dell’acciaio e dell’alluminio.

da greenreport

L´Italia del recupero

L’Italia è un paese povero di materie prime e pertanto costretto ad importare gran parte di ciò che usa per la trasformazione in prodotti nei vari processi industriali. Importante nel settore dell’industria manifatturiera sarebbe allora il ruolo che potrebbero assumere i materiali provenienti dalle raccolte post consumo, ottenendo così il vantaggio di ridurre i quantitativi di materia, l’energia utilizzata nei processi, le emissioni di Co2 prodotte e inoltre anche le quantità destinate allo smaltimento, ottenendo notevoli benefici di ordine ambientale. Utilizzando materie seconde recuperate anziché materie prime il settore del recupero delle materie e dell’energia, secondo un recente studio di Ambiente Italia, avrebbe infatti fatto risparmiare circa 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, e una quantità pari a circa 54 milioni di tonnellate di Co2, di cui 40 milioni di tonnellate, soltanto nel settore dell’acciaio e dell’alluminio. Dal rapporto Fise Unire sull’Italia del recupero si legge che in alcuni settori l’uso delle materie seconde, che nascono dalla raccolta differenziata di origine urbana e non, nonché dagli sfridi di produzione, hanno superato, l’uso delle materie prime vergini e la loro domanda risulta crescente negli anni. Ma la possibilità di espansione del settore risulta tuttavia assai vasta. Infatti dal rapporto risulta che, complessivamente, la capacità di riciclaggio interno (35 milioni di tonnellate) rimane superiore alla raccolta totale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione, in quasi tutti i settori industriali. Per questo l’Italia è importatrice netta di materie seconde riciclabili. L’importazione netta dei diversi materiali, escludendo il settore della carta che presenta invece una esportazione netta, sta ad indicare che vi potrebbero essere ulteriori spazi di raccolta per tutti i materiali. Inoltre le alte percentuali di riutilizzo del materiale recuperato rispetto a quello vergine, presenti in quasi tutti i comparti, indicano che il settore del recupero è un settore strategico per l’industria manifatturiera italiana perché offre un giacimento insostituibile e potenzialmente in crescita di materie seconde, che andrebbero altrimenti importate. L’avvio di un mercato interno dell’uso dei materiali provenienti dal riciclo, eviterebbe anche le fluttuazioni che si registrano nei mercati internazionali, di cui nell’ultimo anno abbiano avuto una prova esauriente, con una situazione di prezzi crescenti delle materie prime nella prima metà circa dell’anno cui ha fatto seguito un brusco crollo delle quotazioni da ottobre in poi. Con l’esclusione del settore della carta, che ha saturato negli ultimi anni la capacità di riciclaggio dei materiali raccolti ed è diventato esportatore netto di macero, per il riciclaggio dei metalli si ha un import netto di 5,8 milioni di tonnellate, per l’alluminio di 317 mila tonnellate, per la plastica di 385 mila tonnellate e per il vetro di oltre 240 mila tonnellate Analizzando il recupero per i principali canali di produzione, la quota principale rimane ancora quella derivante dai processi produttivi dove vengono recuperati sfridi di produzione per circa 12 milioni di tonnellate. Di cui circa 8 milioni di tonnellate di metalli,1,5 milioni di tonnellate di carta e cartone e 2,2 milioni di tonnellate di legno e 600mila tonnellate di plastica. Dal circuito urbano si ricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milioni di organico e verde; 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone; 1 milione di tonnellate di vetro; 400 mila tonnellate di legno; oltre 340 mila tonnellate di plastica. Infine dalla rete commerciale ed industriale si recuperano 3,4 milioni di tonnellate di materiale, di cui quasi 2 milioni sono imballaggi di cartone; 600 mila sono imballaggi di legno, 530 mila sono imballaggi di vetro e 160 mila tonnellate sono imballaggi in plastica. Più complessa è la valutazione dei materiali inerti recuperati e riciclati dal settore delle costruzioni e demolizioni, da cui si stima che su un totale (stimato) di 42 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti, vengano recuperati circa 3,1 milioni di tonnellate di ferro e 872 mila tonnellate di legno e, secondo i dati ANPAR, nel 2006 sarebbero stati conferiti oltre 4,4 milioni di tonnellate agli impianti di trattamento di materiali inerti, per produrre cemento, ghiaia, etc.. Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che speciali vengono recuperati in forma di energia. Nel 2006 su 4,2 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, oltre 2 milioni di tonnellate erano di origine urbana nelle diverse forme (rifiuto urbano non differenziato, CDR, rifiuti da trattamento rifiuti, imballaggi) e quasi 2 milioni di tonnellate nascevano da differenti comparti industriali (agroalimentare, legno, carta e cartone).

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Ultimo aggiornamento ( domenica 23 novembre 2008 )
 
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