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Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Le "sirene" ungono e poi...mungono PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
giovedì 16 ottobre 2008

...Il Governo italiano – ha spiegato Guidoni - con la scusa di difendere la competitività del nostro paese, vuole solo proteggere gli interessi di pochi. Se il governo Berlusconi avesse veramente a cuore gli interessi del Paese e non solo quelli di Confindustria, investirebbe in formazione e ricerca...

CLIMA: GUIDONI (PdCI): Berlusconi difende gli interessi di pochi

Bruxelles, 16/10/2008 “Le conclusioni del Consiglio dimostrano che l’Unione europea crede ancora nella sfida di ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e negli obiettivi dei tre “20%”. Adesso è importante chiudere al più presto il negoziato e sconfiggere definitivamente le posizioni di chiusura e retroguardia espresse da Berlusconi”. Così Umberto Guidoni, parlamentare europeo, ha commentato le conclusioni del Consiglio dell’Ue sul “pacchetto clima”.

“Il Governo italiano – ha spiegato Guidoni - con la scusa di difendere la competitività del nostro paese, vuole solo proteggere gli interessi di pochi. Se il governo Berlusconi avesse veramente a cuore gli interessi del Paese e non solo quelli di Confindustria, investirebbe in formazione e ricerca dando ascolto alle proteste
degli insegnanti, dei precari e di tutti coloro che manifestano in questi giorni nelle piazze italiane contro i tagli di Tremonti e della Gelmini”.
   Ufficio Stampa 
Umberto Guidoni

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 da greenreport

Sul pacchetto energia il governo Berlusconi minaccia veti impossibili e dà numeri truccati

Monica Frassoni, presidente dei Verdi al Parlamento europeo, commenta duramente la posizione annunciata da Berlusconi e dai suoi ministri in merito al pacchetto energia messo a punto un anno fa dai Capi di Stato e di governo e che viene discusso nel Consiglio dei ministri Ue: «Il governo italiano è venuto a fare la parte del nano nella lotta ai cambiamenti climatici. Berlusconi minaccia addirittura il veto pur di fermare l´adozione di misure virtuose per la lotta all´effetto serra e per difendere la competitività delle nostre industrie troppo dipendenti dai combustibili fossili. Forse non sa che queste decisioni si prendono a maggioranza. Anche questo dimostra la totale approssimazione e irresponsabilità della posizione del governo italiano, che ha sposato in modo acritico la posizione della parte più retriva di Confindustria che continua volutamente a sottostimare i vantaggi che una tale strategia ha per l´Italia in termini di efficienza energetica, di impiego in nuovi settori non delocalizzabili e in termini di risparmio per favorire solo le industrie non virtuose. Si tratta di una vera e propria campagna di disinformazione, basata su dati non verificati, su falsi annunci e approssimazione assoluta». La Frassoni risponde anche al ministro Ronchi che in un´intervista al Sole 24 Ore ha detto che, sulla base di conti fatti dall´Unione europea, rispetto all´applicazione delle misure del pacchetto energia, «L´Italia pagherebbe 180 miliardi di euro, l´1,14% del suo Pil e il 19,7% dei costi totali del piano, più di Spagna (17%), Francia (14,9%), Germania, Inghilterra (12,5%)». «Il governo italiano - dice la presidente dei Verdi dell´Ue - continua a giocare con i numeri. Dopo essere stato costretto ad abbandonare i dati fantasiosi del misterioso e mai pubblicato studio dell´Istituto Rie di Bologna, e a prendere come base gli unici dati esistenti e riconosciuti, cioè quelli della valutazione d´impatto della Commissione europea, adesso la nuova linea è quella di prendere da quel documento lo scenario peggiore e quello considerato non realistico dalla Commissione stessa, ossia quello in cui non c´è alcun contributo dei crediti di emissione acquistati da paesi terzi e senza ricorrere ai certificati verdi per le fonti rinnovabili. Lo scenario di costi invece più probabile* è quello che prevede un costo pari allo 0,58% del Pil europeo (91 miliardi al 2020) e per l´Italia lo 0,49% del Pil (cioè 8 miliardi): ma bisogna tenere conto anche dei risparmi nella bolletta energetica (50 miliardi a livello europeo) e per la riduzione dell´inquinamento (10 miliardi a livello europeo). Per l´Italia vuole dire che i costi passano da 8 miliardi a 2,7 miliardi. Quanto mai opportuno è stato l´atteggiamento fermo del presidente Barroso, non disponibile a rinegoziare gli obiettivi del pacchetto né a cadere nella trappola di chi vorrebbe ritardare l´applicazione del pacchetto stesso invocando la recente crisi finanziaria: giustamente, ha detto, "non possiamo rinviare oggi la necessità di modernizzare l´economia europea per affrontare le sfide di domani"». La parlamentare europea ricorda il percorso che ha portato al Consiglio europeo che sta discutendo del «pacchetto di proposte licenziate a larghissima maggioranza dalla commissione ambiente del Parlamento europeo la scorsa settimana: il sostegno massiccio (44 voti a favore, 20 contro e 1 astenuto) alla proposta di direttiva Ets sulla borsa delle emissioni post 2012 e la quasi unanimità sulla condivisione degli obiettivi del pacchetto energia sono un segnale forte che il Consiglio non potrà ignorare e così il governo italiano. Il Parlamento, infatti, ha già detto no a quote di emissione fuori asta e no a un maggiore ricorso a Cdm e Joint Implementation (gli strumenti flessibili che consentono a uno Stato membro di godere di crediti derivati dalla riduzione di emissioni realizzate in paesi terzi). Il Parlamento ha deciso sulla base delle indicazioni degli esperti sul clima Onu secondo i quali occorre ridurre le emissioni a casa nostra, senza scorciatoie che implichino un aumento di emissioni altrove. Se non ci muoviamo rapidamente per limitare l´aumento di temperatura nei prossimi decenni entro i 2°C, il sistema economico mondiale dovrà pagare dei costi altissimi: il rapporto di Nicholas Stern li stima tra il 5 e il 20% del Pil, ben altra cosa rispetto allo 0,6% preventivato dalla Commissione per l´applicazione delle direttive 20/20/20 tanto odiate dal nostro governo e dagli industriali italiani. Insomma, se non facciamo niente ci troveremo in una situazione ancora peggiore perché irrimediabile, rispetto alla attuale crisi finanziarie e bisognerà pagare un conto salatissimo. Il governo italiano ha la scelta fra mettersi dalla parte di coloro che accelerano il disastro o coloro che cercano di trovare una soluzione».

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_790080474.html

» 2008-10-16 13:18

CLIMA, RIAFFERMATO ACCORDO FINALE IN DICEMBRE    BRUXELLES - Il Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo riafferma "che il suo obiettivo è di raggiungere un accordo in dicembre" sul pacchetto di misure contro il cambiamento climatico. Anche nell'ultima versione delle conclusioni, il Consiglio europeo "conferma la sua determinazione ad onorare gli impegni ambiziosi assunti sul clima e la politica energetica".

ACCOLTA LA RICHIESTA ITALIANA SU IMPATTO COSTI - I leader europei hanno accolto la richiesta italiana di valutare il pacchetto di misure sul clima anche alla luce dei costi-benefici. Nell'ultima versione delle conclusioni del vertice Ue, il consiglio dà mandato "alla presidenza e alla commissione di organizzare un intenso lavoro nelle prossime settimane allo scopo di trovare risposte appropriate alla sfida di applicazione del pacchetto, in modo tale da tener conto rigorosamente dei costi-benefici per tutti i settori della economia europea e di tutti gli stati membri, avendo riguardo per la specifica situazione di ogni stato membro".

La nuova frase aggiunta nelle conclusioni rappresenta un'apertura all'Italia, che ha chiesto una valutazione di impatto sui costi, ma anche alla Polonia e ad altri otto paesi dell'est che hanno chiesto di tenere conto delle "specificità dei singoli paesi" nell'applicazione delle misure. L'Italia ieri sera aveva minacciato il veto e anche la Polonia aveva detto di essere pronta a non votare la parte delle conclusioni del consiglio sul cambio climatico se non ci fossero state aperture. Il pacchetto clima punta ad applicare le decisioni assunte all'unanimità dai 27 nel marzo dello scorso anno e che prevedono, entro il 2020, una riduzione del 20% di emissioni di gas nocivi rispetto ai livelli del 1990, un aumento del 20% di consumi da energie rinnovabili e un incremento del 20% dell'efficienza energetica.
  

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/

daassociare/visualizza_new.html_790106511.html 

» 2008-10-16 13:18

Frattini: condivise obiezioni dell'Italia  BRUXELLES - L'Ue ha "condiviso" i "principi e le obiezioni" rappresentate dall'Italia sul dossier clima-energia. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini al termine del Consiglio europeo di Bruxelles.

Frattini ha osservato che su materie come clima ed energia "nessun interesse di nessuno Stato membro potrà essere trascurato". L'Italia, ha riferito ancora il titolare della Farnesina, ha rappresentato "difficoltà " non riguardo al raggiungimento degli obiettivi finali ma alla "rigidità " del pacchetto. L'Italia ritiene che ci vogliano "sostenibilità e flessibilità " e l'Ue, ha detto Frattini, ha condiviso la sostanza "dei principi e delle obiezioni" presentate da Roma.

Le decisioni su come procedere sul Trattato di Lisbona sono state rinviate al prossimo consiglio europeo di dicembre. Ha riferito il ministro degli Esteri.

I ventisette Paesi dell'Ue hanno adottato il patto europeo per l'immigrazione. Ha riferito Frattini sottolineando che quindi, da oggi "non ci saranno più regole e principi differenti tra Paese e Paese".
   

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/

visualizza_new.html_790080631.html 

» 2008-10-16 12:06

Greenpeace: protesta per ostilita' Italia a pacchetto UeROMA - Gli attivisti di Greenpeace che sono entrati nella centrale Enel di Civitavecchia e si sono arrampicati su una gru alta 70 metri, hanno protestato contro "l'ostilità del Governo italiano al 'pacchetto clima ed energia' dell'Unione Europea". Lo rende noto Greenpeace. Gli attivisti hanno aperto due enormi striscioni a oltre cento metri di altezza con le scritte: "Il governo contro Kyoto" e "mai più carbone". In contemporanea dalla nave di Greenpeace "Arctic Sunrise", scendendo con dei gommoni, alcuni attivisti hanno scritto sul molo "Quit coal", no carbone. Sulla nave è stato affisso "No carbone. Sì Energy Revolution". "Protestiamo - spiega il direttore delle campagne di Greenpeace, Giuseppe Onufrio - per chiedere al Governo un 'Piano Marshall' per efficienza e sviluppo delle fonti rinnovabili per centrare gli obiettivi europei. E' un'occasione importante per il nostro Paese: la maggior parte dell'obiettivo del venti per cento di efficienza in più negli usi elettrici è concentrato nell'industria e nel terziario, i settori che generano ricchezza. Questa è la soluzione vera per l'Italia e non un ritorno al nucleare, fonte rischiosa e costosa, promossa per favorire alcune lobby e non certo l'ambiente".  

http://www.ansa.it/ambiente/    CLIMA:PRESTIGIACOMO,SU PACCHETTO MISURE UE ITALIA NON E'SOLA
L'impegno dell'Ue per la riduzione delle emissioni e la protezione del clima ''non deve avere effetti negativi sulla competitivita' della nostra economia, soprattutto tenendo conto della crisi finanziaria globale, e deve essere in grado di convincere i grandi paesi inquinatori (a cominciare da Usa, Cina, India, Australia) ad assumere impegni analoghi'': lo ha detto il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, al termine di un incontro con Stravor Dimas, commissario Ue all'Ambiente. 

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Ultimo aggiornamento ( giovedì 16 ottobre 2008 )
 
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