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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Il "terrorismo psicologico di CISPEL sul porta a porta e la realtà.. PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
venerdì 14 marzo 2008

 (qualche numero e qualche ragione di chi, come i comitati, li espone da anni)

Recentemente la CISPEL confservizi ha reso pubblico  un documento nel quale si sostiene che rispettare l’obbiettivo del 65% di raccolta differenziata  al 2012, così come si è impegnata a fare la Regione Toscana,  significa  incrementare i costi di raccolta e trattamento tra il 15 e il 30% ....                                                                                                                                   "La Regione con 25 milioni all'anno - quindi 100 milioni - coprirà i costi quasi interamente. I 20 milioni mancanti arriveranno da un incremento dell'efficienza ma, soprattutto, dal risparmio dei costi ottenuto grazie alla crescita della raccolta differenziata e quindi a una minore quantità dei rifiuti che sarà smaltita in discarica (120 euro a tonnnellata di risparmi)".

 Giuliano Ciampolini segnala...
(...)
In un'intervista (il 7.3.08, a QN), Claudio Martini, alla domanda "Lei ha detto che la Regione metterà a disposizione 25 milioni per la raccolta differenziata porta a porta, mentre il Cispel ritiene che servono 120 milioni di euro. Quello che manca uscirà dalle tasche della gente ?", ha risposto "Per quanto riguarda la raccolta differenziata è vero che i costi sono stimati in 120 milioni dieuro ma per 4 anni, dal 2009 al 2012. La Regione con 25 milioni all'anno - quindi 100 milioni - coprirà i costi quasi interamente. I 20 milioni mancanti arriveranno da un incremento dell'efficienza ma, soprattutto, dal risparmio dei costi ottenuto grazie alla crescita della raccolta differenziata e quindi a una minore quantità dei rifiuti che sarà smaltita in discarica (120 euro a tonnnellata di risparmi)".
....................................................................

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA E’ ECONOMICAMENTE SOSTENIBILE

Una risposta di EUGENIO BARONTI (ex Assessore all’Ambiente Comune di Capannori oggi Assessore Regionale alla casa, edilizia sostenibile, ricerca Università, tutela consumatori), a CISPEL
Recentemente la CISPEL confservizi ha reso pubblico  un documento nel quale si sostiene che rispettare l’obbiettivo del 65% di raccolta differenziata  al 2012, così come si è impegnata a fare la Regione Toscana,  significa  incrementare i costi di raccolta e trattamento tra il 15 e il 30% . Questo intervento, pur condivisibile in tante sue parti, ha fatto si che la gran parte della stampa veicolasse la notizia ai toscani  mettendo in evidenza quasi esclusivamente, con grandi titoli allarmistici, l’inevitabile,  consistente aumento dei costi e dunque delle tariffe per i cittadini. Intanto, è facilmente dimostrabile che non esiste nessun automatismo e non è sempre vero che  questo sistema produce di per se, sempre e comunque,  un aumento consistente della tariffa per i maggiori costi complessivi del servizio. Non è così e, soprattutto, non è possibile generalizzare in questo modo. Mi spiego: il PaP è sicuramente un sistema di raccolta che ha costi superiori rispetto al sistema automatizzato tradizionale filo strada, soprattutto perché necessita di più mano d’opera, più tempo, più organizzazione,  nessuno vuole negare questo ma una valutazione scientifica di questa metodologia di raccolta non si può  limitare ad  evidenziare solo i costi con il segno più,  minimizzando quelli con il segno meno  e nemmeno può  ignorare i benefici e le ricadute positive complessive del sistema, da un punto di vista economico, sociale, energetico, ambientale e culturale. Posso affermare, senza paura di essere smentito, che la sostenibilità economica da un punto di vista aziendalistico è strettamente legata ai costi di conferimento dei rifiuti agli impianti, cioè il prezzo che si paga per ogni tonnellata di rifiuto che portiamo in discarica o all’inceneritore. Questi costi variano da provincia a provincia con differenze consistenti. Se il costo di conferimento è compreso tra i 140/150 euro a tonnellata, il sistema è più o meno in equilibrio economico rispetto alla raccolta tradizionale filo strada, se supera i 150 euro il PaP diventa addirittura la modalità di raccolta economicamente più conveniente.
Il PaP si autofinanzia attraverso il risparmio del conferimento. A Capannori, in poco più di un anno, con i tre lotti di estensione attivati gradualmente, in periodi diversi, sono stati raccolti, con il porta a porta, 10.000 tonnellate  di rifiuti differenziati, il risparmio di conferimento è stato di 1.550.000 euro  (Provincia di Lucca costo medio conferimento 155 euro/ton.) che sono serviti a finanziare il passaggio al nuovo sistema e cioè, a rivoluzionare l’organizzazione aziendale dell’azienda ASCIT, ad acquistare i piccoli porter a metano per la raccolta a domicilio, ad acquistare tutte le diverse tipologie di contenitori,  ad assumere nuovi lavoratori, a fare una grande campagna di informazione, di educazione e di responsabilizzazione dei cittadini. Di tutte le tipologie di rifiuti differenziati raccolti paghiamo solo il conferimento dell’organico a 80 euro/ton perché non abbiamo impianti in provincia, il multimateriale (vetro, plastiche, tetrapak, scatolame ecc.)  il primo anno lo abbiamo conferimento all’impianto di riciclaggio a costo  zero, oggi ci viene addirittura pagato  30 euro a ton. e il prezzo tende ad aumentare perché cresce la domanda,  quindi abbiamo anche da questa tipologia di rifiuto, la più voluminosa,  un modesto ricavo che si somma però a ricavi ben più consistenti di carta e cartone (91 euro/Ton carta selezionata e 21 euro/ton. congiunta). Faccio presente che in questi anni di transizione al nuovo sistema le tariffe dei capannoresi non sono aumentate se non per gli adeguamenti ISTAT, gli attuali 26.500 cittadini coinvolti beneficiano di una riduzione del 20% della parte variabile della tariffa (TIA) che si può cumulare con un’altra riduzione del 10% per chi pratica l’autocompostaggio domestico. Abbiamo premiato i loro comportamenti virtuosi e lo straordinario risultato che hanno raggiunto e consolidato: l’82% di RD.
Una famiglia  composta da tre persone in una abitazione di 100 metri quadri paga circa 160 euro ed usufruisce di un servizio di qualità a domicilio con ritiro gratuito su prenotazione  degli ingombranti, degli sfalci delle siepi e dei giardini, riceve gratuitamente a domicilio tutta la strumentazione e il materiale per la raccolta compresi i sacchetti biodegradabili per l’organico.
Si. Il Porta a porta si può fare, basta volerlo e soprattutto basta crederci, il 65% è un obiettivo alla portata di mano,  basta mobilitarci tutti e attivare  sui territori azioni e buone pratiche virtuose per perseguire l’obiettivo della riduzione dei rifiuti attraverso una grande campagna per un consumo critico e consapevole, realizzare un centro di formazione e di ricerca dei migliori processi organizzativi per  progettare sistemi di raccolta differenziata “porta a porta” calibrati su misura delle diverse esigenze e tipologie urbane dei comuni toscani, avviare immediatamente  corsi di formazione per tecnici, amministrativi e operatori delle diverse aziende del  settore, creare una regia tecnica progettuale decentrata nei territori per fare del porta a porta il sistema di gestione della raccolta dei rifiuti. E’ dimostrato e dimostrabile che questo è l’unico mezzo efficace che produce  risultati immediati di riduzione dei  rifiuti e in pochissimo tempo si possono raggiungere percentuali elevatissime.
Commenti (2) >> feed
Imparino da chi lo fa da anni e spendono meno di quanto si spenda noi, ora
scritto da Cirano, marzo 22, 2008

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=12205

L´addio ai cassonetti costerà ai cittadini fino al 15% in più

Secondo Cispel gli obiettivi del 65% di raccolta differenziata impongono un mutamento delle abitudini quotidiane dell’intera popolazione. Ma anche investimenti per avere impianti in grado di riciclare effettivamente quanto raccolto in modo separato

di Riccardo Mostardini
FIRENZE. E’ finita: non avremo più il cassonetto dell’indifferenziato, quello della carta, quello dell’organico, la campana del vetro e della plastica. Queste comode icone dell’ «usa e getta», veri e propri templi del consumismo ed emblemi della gestione inefficiente delle risorse, saranno progressivamente sostituiti dalla raccolta porta a porta. Ciò in conseguenza di uno degli ultimi atti del governo Prodi, il secondo decreto correttivo del D. lgs 152/2006 (testo di delega ambientale), che è entrato in vigore il 13 febbraio scorso e che obbliga gli enti locali a raggiungere l’obiettivo del 65% di differenziata entro il 2012. Attualmente, secondo Cispel-confservizi, ogni anno vengono prodotti in Toscana circa 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa 800.000 t (il 33%) derivano da raccolta differenziata: l’obiettivo è aumentare questo valore fino a 1,6-1,8 milioni di tonnellate. La legge prevede anche che nel computo della differenziata non venga più compresa, come invece è avvenuto finora, la frazione organica stabilizzata prodotta dagli impianti di selezione: il 65% dovrà essere un valore «puro», calcolato cioè solo sulla raccolta effettiva.

La cosa non sarà indolore: occorre anzitutto un cambio culturale, un mutamento delle abitudini quotidiane dell’intera popolazione, che peraltro avrà bisogno di essere sostenuto da adeguate (e dispendiose) campagne informative. Secondo Cispel, «cittadini e imprese dovranno partecipare alla raccolta secondo criteri più rigidi (orari prefissati, giorni dedicati ai singoli materiali) e con un maggior utilizzo degli spazi privati (abitazioni, vani condominiali) rispetto all’utilizzo di suolo pubblico». Si avranno ovviamente potenziali problemi di gestione del decoro urbano, che andranno affrontati creando dal nulla un sistema di controlli capillare ed efficiente (sono ipotizzate figure di vigilanza analoghe agli ausiliari del traffico) sull’effettivo adempimento della cittadinanza alla raccolta differenziata e sul funzionamento del sistema di raccolta. Inoltre, in conseguenza del rilancio della raccolta manuale a scapito dell’odierno sistema quasi completamente automatizzato (sistemi di caricamento side loader) si avrà un aumento del personale delle aziende di gestione dei rifiuti, a cui si accompagnerà però un incremento della presenza di manodopera semiqualificata e dei rischi per la sicurezza sul lavoro.

Non è però solo un problema culturale, perché a fronte di un aumento delle differenziate è necessario anche avere un sistema impiantistico in grado di trasformarle in effettivo riciclo. Quindi va risposto in modo quantitativo ma anche qualitativo, perché per esempio la Toscana ha adottato il sistema del multimateriale e gli impianti di selezione e trattamento utilizzati per questa metodologia non è detto che siano adatti anche al porta a porta.

E poi ci sono i costi: incremento della manodopera, modifiche dei parchi contenitori e automezzi (compreso anche il mancato ammortamento dei cassonetti attualmente in uso, che dovranno essere sostituiti molto prima della fine del loro tempo di utilizzo stimato), spese di comunicazione e informazione, costi per gli organi di controllo, con l’unico bonus rappresentato dalla riduzione della frazione conferita in discarica: è previsto un «incremento complessivo del costo della filiera raccolta-trattamento-smaltimento compreso tra il 15 e il 30%».

In soldoni si tratta di passare da una spesa attuale di circa 610 milioni di euro (che con le vigenti norme diventerebbero 683 nel 2012) fino ad un valore che si potrà aggirare tra quattro anni sugli 810 milioni applicando le nuove norme. Cifra che, in assenza di interventi da parte delle autorità locali, potrebbe riversarsi sui cittadini nella misura di un aumento del 6-7% delle tariffe in media , fino al 10-15% nelle aree urbane. Per questo il presidente di Cispel Alfredo de Girolamo propone «un patto con gli enti locali che permetta di governare l’impatto sulle tariffe». Ciò al fine di «calmierare, soprattutto nei primi anni, i costi derivanti da questa che è una vera e propria rivoluzione».

Cispel auspica inoltre che tutti gli introiti derivanti dalla tassazione sui rifiuti vengano reinvestiti solo ed esclusivamente alla gestione diretta di essi. E naturalmente va aumentata l’efficienza del sistema di riutilizzo, con particolare riferimento alla frazione vetrosa, alla frazione organica e alle plastiche.

Il cambio culturale che ci attende è sicuramente notevole: i cassonetti (pur nella benevola evoluzione che hanno avuto, si ricordi che fino a 10 anni fa nei centri urbani la raccolta differenziata da parte dei singoli cittadini era fenomeno ancora al di là da venire) hanno rappresentato negli anni un comodo metodo per fingere che la monnezza svanisse. Due passi, e tutti gli odori scomparivano. Un colpo di pedale, e sembrava di aver risolto il problema per sempre. Tutto questo sparirà in gran parte nei prossimi quattro anni. Teoricamente gli obiettivi di raccolta differenziata non escluderebbero il reiterarsi della presenza di una parte dei contenitori in strada: il problema, è che essi rappresenterebbero un comodo sistema per evitare di compiere il proprio dovere da parte dei cittadini meno virtuosi. Buchi neri dove nascondere, magari protetti dal buio della notte, la propria inadempienza a norme che entro il 2012 tutti dovranno rispettare. Vere e proprie «falle del sistema», che vanificherebbero gli stringenti obiettivi previsti e aumenterebbero le spese tariffarie per i cittadini e le aziende più attenti. E quindi devono scomparire, in gran parte.

Non si sottovaluti, per chiudere, il grande valore educativo che la nuova normativa porta con sé: dal 2012 dovremo guardare i nostri rifiuti in faccia. Sarà amore? Forse sì, forse no. Sicuramente il flusso di sprechi e di inefficienze insito nel nostro attuale sistema economico e sociale subirà un duro colpo.


un pianto a cassonetto perduto...
scritto da msirca, marzo 25, 2008

Non capisco il motivo per cui CISPEL enfatizza "problemi" che non esistono. L'unico problema è il ritardo con cui si inizierebbe a rimuovere queste malsane discariche con le ruote sui bordi delle strade. Le proposte in questo senso e per il porta a porta, da parte di Comitati e Associazioni datano ormai di anni ma sono state ignorate e a parte piccoli esperimenti pilota (rimasti tali)attuati quando ormai la scadenza del pur limitato "decreto Ronchi" aveva consegnato a cronaca e storia l'inadempienza colpevole della quasi totalità delle amministrazioni toscane (la Raccolta Differenziata al 35% nel 2003), niente o quasi è stato fatto. Malafede a mille! Gli "esperimenti pilota" di R D in piccolissime porzioni di città, sono stati messi in atto a tempo ampiamente scaduto (pressochè tutti dopo il 2003) non per perseguire obiettivi di riduzione recupero e riciclo come la legge impone, ma solamente per poter affermare sulla carta di aver adempiuto agli obblighi di legge prioritari (i comitati cominciavano a fare troppo chiasso sulle inadempienze, prima o poi qualche penna coscienziosa che ne scrivesse potevano trovarla e dall'altra parte, presumibilmente, i venditori di forni inceneritori si erano fatti pressanti....) Questi obblighi li hanno invece saltati a piè pari per passare direttamente, già nel 2000, all'ultimo capitolo della legge che consente un certo incenerimento se residuano materiali dopo appunto, aver adempiuto alle priorità della filiera (le eccezioni a questo comportamento illegale sono a maggior ragione encomiabili visto che sono la dimostrazione lampante di quanto "agire secondo la legge" sia semplice, alla portata di tutte le amministrazioni e molto meno costoso delle azioni scelte invece da chi ha come unico obiettivi quello di "aggirare" la legge).
Perchè non provare a mandare a casa questi furbetti del quartierino che rovinano città e comunità intere? Per amministrare meglio e fare gli interessi della collettività ci vuole davvero molto poco, questi non lo vorranno mai fare! Hanno avuto tutto il tempo per dare anche una piccola dimostrazione di inversione di tendenza...

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