(qualche numero e qualche ragione di chi, come i comitati, li espone da anni)
Recentemente la CISPEL confservizi ha reso pubblico un documento nel quale si sostiene che rispettare l’obbiettivo del 65% di raccolta differenziata al 2012, così come si è impegnata a fare la Regione Toscana, significa incrementare i costi di raccolta e trattamento tra il 15 e il 30% .... "La Regione con 25 milioni all'anno - quindi 100 milioni - coprirà i costi quasi interamente. I 20 milioni mancanti arriveranno da un incremento dell'efficienza ma, soprattutto, dal risparmio dei costi ottenuto grazie alla crescita della raccolta differenziata e quindi a una minore quantità dei rifiuti che sarà smaltita in discarica (120 euro a tonnnellata di risparmi)".
Giuliano Ciampolini segnala...
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In un'intervista (il 7.3.08, a QN), Claudio Martini, alla domanda "Lei ha detto che la Regione metterà a disposizione 25 milioni per la raccolta differenziata porta a porta, mentre il Cispel ritiene che servono 120 milioni di euro. Quello che manca uscirà dalle tasche della gente ?", ha risposto "Per quanto riguarda la raccolta differenziata è vero che i costi sono stimati in 120 milioni dieuro ma per 4 anni, dal 2009 al 2012. La Regione con 25 milioni all'anno - quindi 100 milioni - coprirà i costi quasi interamente. I 20 milioni mancanti arriveranno da un incremento dell'efficienza ma, soprattutto, dal risparmio dei costi ottenuto grazie alla crescita della raccolta differenziata e quindi a una minore quantità dei rifiuti che sarà smaltita in discarica (120 euro a tonnnellata di risparmi)".
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LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA E’ ECONOMICAMENTE SOSTENIBILE
Una risposta di EUGENIO BARONTI (ex Assessore all’Ambiente Comune di Capannori oggi Assessore Regionale alla casa, edilizia sostenibile, ricerca Università, tutela consumatori), a CISPEL
Recentemente la CISPEL confservizi ha reso pubblico un documento nel quale si sostiene che rispettare l’obbiettivo del 65% di raccolta differenziata al 2012, così come si è impegnata a fare la Regione Toscana, significa incrementare i costi di raccolta e trattamento tra il 15 e il 30% . Questo intervento, pur condivisibile in tante sue parti, ha fatto si che la gran parte della stampa veicolasse la notizia ai toscani mettendo in evidenza quasi esclusivamente, con grandi titoli allarmistici, l’inevitabile, consistente aumento dei costi e dunque delle tariffe per i cittadini. Intanto, è facilmente dimostrabile che non esiste nessun automatismo e non è sempre vero che questo sistema produce di per se, sempre e comunque, un aumento consistente della tariffa per i maggiori costi complessivi del servizio. Non è così e, soprattutto, non è possibile generalizzare in questo modo. Mi spiego: il PaP è sicuramente un sistema di raccolta che ha costi superiori rispetto al sistema automatizzato tradizionale filo strada, soprattutto perché necessita di più mano d’opera, più tempo, più organizzazione, nessuno vuole negare questo ma una valutazione scientifica di questa metodologia di raccolta non si può limitare ad evidenziare solo i costi con il segno più, minimizzando quelli con il segno meno e nemmeno può ignorare i benefici e le ricadute positive complessive del sistema, da un punto di vista economico, sociale, energetico, ambientale e culturale. Posso affermare, senza paura di essere smentito, che la sostenibilità economica da un punto di vista aziendalistico è strettamente legata ai costi di conferimento dei rifiuti agli impianti, cioè il prezzo che si paga per ogni tonnellata di rifiuto che portiamo in discarica o all’inceneritore. Questi costi variano da provincia a provincia con differenze consistenti. Se il costo di conferimento è compreso tra i 140/150 euro a tonnellata, il sistema è più o meno in equilibrio economico rispetto alla raccolta tradizionale filo strada, se supera i 150 euro il PaP diventa addirittura la modalità di raccolta economicamente più conveniente.
Il PaP si autofinanzia attraverso il risparmio del conferimento. A Capannori, in poco più di un anno, con i tre lotti di estensione attivati gradualmente, in periodi diversi, sono stati raccolti, con il porta a porta, 10.000 tonnellate di rifiuti differenziati, il risparmio di conferimento è stato di 1.550.000 euro (Provincia di Lucca costo medio conferimento 155 euro/ton.) che sono serviti a finanziare il passaggio al nuovo sistema e cioè, a rivoluzionare l’organizzazione aziendale dell’azienda ASCIT, ad acquistare i piccoli porter a metano per la raccolta a domicilio, ad acquistare tutte le diverse tipologie di contenitori, ad assumere nuovi lavoratori, a fare una grande campagna di informazione, di educazione e di responsabilizzazione dei cittadini. Di tutte le tipologie di rifiuti differenziati raccolti paghiamo solo il conferimento dell’organico a 80 euro/ton perché non abbiamo impianti in provincia, il multimateriale (vetro, plastiche, tetrapak, scatolame ecc.) il primo anno lo abbiamo conferimento all’impianto di riciclaggio a costo zero, oggi ci viene addirittura pagato 30 euro a ton. e il prezzo tende ad aumentare perché cresce la domanda, quindi abbiamo anche da questa tipologia di rifiuto, la più voluminosa, un modesto ricavo che si somma però a ricavi ben più consistenti di carta e cartone (91 euro/Ton carta selezionata e 21 euro/ton. congiunta). Faccio presente che in questi anni di transizione al nuovo sistema le tariffe dei capannoresi non sono aumentate se non per gli adeguamenti ISTAT, gli attuali 26.500 cittadini coinvolti beneficiano di una riduzione del 20% della parte variabile della tariffa (TIA) che si può cumulare con un’altra riduzione del 10% per chi pratica l’autocompostaggio domestico. Abbiamo premiato i loro comportamenti virtuosi e lo straordinario risultato che hanno raggiunto e consolidato: l’82% di RD.
Una famiglia composta da tre persone in una abitazione di 100 metri quadri paga circa 160 euro ed usufruisce di un servizio di qualità a domicilio con ritiro gratuito su prenotazione degli ingombranti, degli sfalci delle siepi e dei giardini, riceve gratuitamente a domicilio tutta la strumentazione e il materiale per la raccolta compresi i sacchetti biodegradabili per l’organico.
Si. Il Porta a porta si può fare, basta volerlo e soprattutto basta crederci, il 65% è un obiettivo alla portata di mano, basta mobilitarci tutti e attivare sui territori azioni e buone pratiche virtuose per perseguire l’obiettivo della riduzione dei rifiuti attraverso una grande campagna per un consumo critico e consapevole, realizzare un centro di formazione e di ricerca dei migliori processi organizzativi per progettare sistemi di raccolta differenziata “porta a porta” calibrati su misura delle diverse esigenze e tipologie urbane dei comuni toscani, avviare immediatamente corsi di formazione per tecnici, amministrativi e operatori delle diverse aziende del settore, creare una regia tecnica progettuale decentrata nei territori per fare del porta a porta il sistema di gestione della raccolta dei rifiuti. E’ dimostrato e dimostrabile che questo è l’unico mezzo efficace che produce risultati immediati di riduzione dei rifiuti e in pochissimo tempo si possono raggiungere percentuali elevatissime.
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