Dott.ssa Patrizia Gentilini
Risposa al prof. Gianni Amunni
.....Ci aspetteremmo che i nostri amministratori e politici spendessero meglio i nostri soldi e non perdessero una buona occasione per fare Prevenzione Primaria, cominciando a ridurre l’ esposizione a sostanze tossiche, nocive ed inquinanti, almeno nei casi in cui possiamo farne assolutamente a meno, come per gli inceneritori.
Spett.le Redazione,
ho letto con stupore le affermazioni del Prof. Gianni Amunni circa la presunta innocuità degli inceneritori.
Ho avuto occasione di incontrare di persona il Prof. Amunni nel corso del Consiglio Comunale aperto tenutosi a Follonica il 29 ottobre u.s. Ebbene, in quella occasione, nessuno dei dati da me riportati circa le conseguenze nocive dell’ incenerimento dei rifiuti è stato da lui contestato, eppure il tempo non è mancato visto che il dibattito si è protratto fin oltre le due del mattino!
Se il Prof. Amunni ha basato le sue affermazioni sulla lettura dei dati epidemiologici attribuita al Prof Veronesi- come risulta dalla stampa - lo invitiamo a prendere atto di quanto affermato dagli esperti dell’ Istituto Superiore di Sanità nel corso dell’ incontro pubblico svoltosi di recente a Campi. In tale occasione il Responsabile dell’ Epidemiologia dell’ Istituto Superiore di Sanità, Dott. Pietro Comba, ha presentato gran parte della medesima letteratura scientifica da noi prodotta dandone la stessa nostra lettura. In particolare lo studio di Coriano (Forlì)- che il Prof Veronesi avrebbe considerato “ tranquillizzante” - ha evidenziato, anche secondo il Dott. Comba, una relazione fra esposizione a metalli pesanti emessi da due inceneritori ed aumento di morte per tutte le cause e per tutti i tumori nelle donne residenti in loro prossimità. Noi abbiamo stimato tale aumento quantificandolo in ben 116 donne morte in più oltre l’ atteso nel periodo studiato . Secondo quanto affermato dagli esperti dell’ Istituto Superiore di Sanità tali danni sono attribuibili ai “vecchi” impianti, ma, con le moderne tecnologie, le cose dovrebbero andare diversamente. Tuttavia, per loro stessa ammissione, nessuna certezza scientifica può essere fornita al riguardo. Da parte nostra ci permettiamo di fare notare che i “nuovi impianti” sono generalmente impianti a griglia per rifiuti tal quali ed che anche con i moderni sistemi di abbattimento si possono ridurre alcuni inquinanti ma non certo eliminarli ed anzi, per alcuni, se ne può prevedere un aumento ( particolato ultrafine ad es.)
D’ altra parte, se tutto fosse sotto controllo, che bisogno avrebbe la Regione Emilia Romagna di programmare un ampio studio di monitoraggio -investendo la bella cifra di oltre 2.500.000 di euro - nelle popolazione residenti in prossimità di inceneritori?
La situazione della Piana, per densità abitativa, insediamenti industriali, fenomeni di inversione termica, è analoga a quella di una piccola pianura Padana: non abbiamo bisogno di aggiungere ulteriori veleni in territori già gravemente compromessi, quando, semplicemente adottando il metodo della raccolta differenziata “porta a porta” con separazione secco/umido si ottiene:
1) riduzione media di circa il 25% dei rifiuti por capite prodotti
2) rese di raccolta differenziata media del 60%, con punte di oltre l’ 80%
3) riduzione media del 17%.del costo pro capite del servizio con aumento, viceversa, dei posti di lavoro.
Tali dati sono il risultato di uno studio recente condotto su un campione di 1813 comuni di Lombardia e Veneto per oltre 9.000.000 di cittadini, presentato nell’ ultima edizione di Ecomondo a Rimini. Sia chiaro inoltre che anche per il 25%-30% di residuo ci sono metodi alternativi alla combustione ampiamente in uso.
Ci aspetteremmo che i nostri amministratori e politici spendessero meglio i nostri soldi e non perdessero una buona occasione per fare Prevenzione Primaria, cominciando a ridurre l’ esposizione a sostanze tossiche, nocive ed inquinanti, almeno nei casi in cui possiamo farne assolutamente a meno, come per gli inceneritori.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Patrizia Gentilini
26 Novembre 2007
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