Mortalità per linfomi non Hodgkin nel periodo 1981-2001 in comuni italiani con inceneritori di rifiuti solidi urbani
Introduzione
Una recente metanalisi condotta in 17 comuni con impianti per rifiuti solidi urbani (RSU) attivi in Toscana dal 1970 al 1989 ha riportato un eccesso di mortalità nei maschi residenti nei comuni di minori dimensioni demografiche.1-3 Nell'ambito delle attività in corso sul tema degli inceneritori,1,4,5 il nostro gruppo ha effettuato una metanalisi della mortalità per linfoma LNH in 25 comuni italiani con inceneritori di RSU.
Disegno dello studio
Metanalisi dei risultati conseguiti studiando la mortalità per LNH in popolazioni residenti in comuni italiani in cui sono localizzati impianti di incenerimento, considerando i periodi di operatività degli impianti e di induzione-latenza dell'LNH.
Materiali
I dati di mortalità per LNH e di popolazione residente sono stati ricavati dall'Atlante italiano di mortalità 1981-2001 (di fonte ISTAT).6 L'analisi della mortalità è stata effettuata sui quattro periodi 1981-1985, 1986-1991, 1992-1996, 1997-2001. E' stato considerato un periodo di induzione-latenza del-l'LNH di quindici anni, secondo il quale le esposizioni a inceneritori già attivi alla metà degli anni Sessanta possono aver prodotto effetti sulla mortalità a iniziare dal primo periodo in studio (1981-1986), mentre le esposizioni a inceneritori attivi dopo il 1986 possono aver prodotto effetti sulla mortalità solo dopo il 2001 e quindi non evidenziabili nel presente studio. Tenendo conto del periodo di latenza sono stati considerati impianti attivi prima del 1983, per valutare la mortalità almeno dell'ultimo periodo disponibile (1997-2001), e localizzati in comuni medio-piccoli (<200.000 abitanti) per contenere l'effetto di diluizione e di confondimento ipotizzato da altri fonti di esposizione che caratterizzano le grandi città (per esempio il traffico urbano). Le informazioni sugli impianti sono state ricavate dai rapporti 2003 e 2004 di APAT e Osservatorio nazionale rifiuti.7,8 Una ricerca via Internet nei siti web dei vari impianti o società di gestione o amministrazioni coinvolte ha permesso di precisare le date di entrata in funzione dell'impianto di Terni ( www.asmterni.it ) e di Modena ( www.meta.mo.it ). Per i 25 impianti oggetto di studio era riportata una capacità di trattamento di rifiuti da 10.800 ton/anno (Castelnuovo Garfagnana-LU) a 189.900 ton/anno (Granarolo nell'Emilia-BO).
Metodi
L'analisi, per ciascun sesso, è consistita nella produzione del rapporto di mortalità standardizzato (RSM) per classi quinquennali di età con metodo indiretto. La mortalità attesa è stata calcolata considerando i comuni che hanno il baricentro all'interno di una circonferenza di raggio 30 km centrata su ciascun comune con inceneritore. La popolazione di riferimento comprende quindi comuni molto vicini a quello esposto e presumibilmente simili in termini socio-economici. Nel caso in cui l'area esposta rappresentava più del 10% di quella di riferimento è stato considerato un cerchio di riferimento di 50 Km (Terni, Ferrara, Parma e Livorno), per contenere il ruolo del comune in studio sul riferimento usato per calcolare gli attesi nello stesso comune. E' stata effettuata una stima metanalitica dei risultati dell'analisi di mortalità dei 25 comuni in studio.9 Sottogruppi definiti sulla base di variabili per le quali è stato ipotizzato a priori un potenziale effetto sono stati analizzati congiuntamente mediante modello di metaregressione multipla: quattro periodi di attività, quattro periodi di distanza temporale dall'avvio (oltre i 15 di latenza), inceneritori secondo la capacità nominale (< o > 50.000 ton/anno), comuni secondo il numero di residenti (< o > 50.000), indice di deprivazione (basato su dati ISTAT 1991).
Risultati
I decessi complessivamente osservati nei periodi considerati sono stati 1.830, di cui 949 maschi e 881 femmine. I risultati disaggregati per comune e per periodo sono riportati in tabella 1. La stima metanalitica dell'RSM è risultata 108 nei maschi (IC 95% 101 -115) e 96 nelle femmine (IC 95% 90-103) sul complesso dei periodi considerati, correggendo per effetto periodo e indice di deprivazione, seppure non significativi. Per i maschi, l'analisi congiunta dei fattori considerati ha evidenziato come fattori statisticamente significativi la capacità nominale degli impianti (z = -2,15; p = 0,031) e la distanza temporale dall'avvio (z = -2,21 ; p = 0,027). Per i comuni con impianti attivi a distanza 15-20 e 20-25 anni dall'avvio sono risultati eccessi di mortalità ai limiti della significatività statistica (RSM = 110; IC 95% 100-121); i 13 comuni con impianti di capacità nominale più bassa hanno mostrato un eccesso di mortalità più elevato e significativo (RSM = 114; IC95% 104-126) rispetto ai 12 comuni con impianti più grandi (RSM = 104; IC 95% 95-113). Inoltre, l'eccesso di mortalità nel primo decennio (7 comuni) è risultato simile a quello del secondo decennio (18 comuni) (RSM = 114; IC 95% 97-134 e RSM = 111; IC 95% 103-121).
Conclusioni
Dalla presente metanalisi degli studi di mortalità per LNH nel periodo 1981-2001 in 25 comuni italiani con inceneritori di RSU emerge l'evidenza empirica di un eccesso di mortalità nei maschi (+8%) e di non eccesso nelle femmine, in accordo con quanto segnalato da Biggeri e Catelan in comuni della Toscana nel periodo 1986-1991.2
I diversi profili di rischio ottenuti considerando le differenti caratteristiche dei comuni e degli impianti sono evocativi di un possibile effetto di diluizione.
Per i residenti maschi nei comuni con impianti più piccoli si osserva un rischio di mortalità più elevato rispetto ai residenti in comuni dove sono attivi inceneritori con capacità maggiore, che si trovano equamente distribuiti sia nei comuni più piccoli sia in quelli di più grandi dimensioni demografiche. Considerando la distanza temporale dall'avvio degli impianti, la latenza da 15 a 25 anni ha mostrato eccesso di mortalità. La rilevazione di un rischio di mortalità per LNH più elevato soltanto nei maschi e l'osservazione di differenze legate alle dimensioni degli impianti necessitano di approfondimenti mediante studi epidemiologici analitici.
I risultati rafforzano l'opportunità dell'uso del principio di precauzione per proteggere la salute in aree circostanti gli impianti di incenerimento di rifiuti.
Fabrizio Bianchi e Fabrizio Minichilli
Sez. di epidemiologia, Istituto di fisiologia clinica, CNR, Pisa
Conflitti di interesse: nessuno
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