Lussemburgo, 28 giu. (Apcom) - I ministri dell'Ambiente dell'Ue hanno raggiunto un accordo politico, oggi a Lussemburgo, sulla revisione della direttiva quadro sui rifiuti, che mira, tra l'altro, a riclassificare l'incenerimento dei rifiuti stessi, in certe condizioni, come un'operazione di recupero energetico, invece che come smaltimento (i Ventisette hanno votato tutti a favore, tranne l'Italia che si è astenuta). La riclassificazione, se confermata, avrebbe conseguenze importanti sulla 'gerarchia' del trattamento dei rifiuti, che costituiva finora la pietra angolare della politica comunitaria in questo settore.
In sostanza, la legislazione attuale favorisce innanzitutto la prevenzione (produrre meno rifiuti), poi il riuso (quando è possibile), quindi il riciclaggio, il recupero di energia e, infine, lo smaltimento in discarica. L'accordo odierno dei ministri dei Ventisette, proposto dalla Commissione europea e appoggiato dalla presidenza di turno tedesca, farebbe 'salire di un gradino' nella gerarchia l'incenerimento, favorendo così le politiche di sostegno pubblico per questo modo di smaltire i rifiuti, che verrebbe messo quasi sullo stesso piano del riciclaggio vero e proprio e delle fonti energetiche rinnovabili. Finora, nella legislazione Ue, solo gli inceneritori che avevano come funzione principale la produzione di energia elettrica, e non lo smaltimento dei rifiuti, potevano essere considerati nella categoria del recupero energetico; gli altri erano considerati alla stessa stregua delle discariche. Secondo la posizione approvata oggi dai ministri, invece, perché un inceneritore enti nella categoria del 'recupero' basterà dimostrare che risponde a un criterio di efficienza energetica del 55%. Per convincere i ministri ad approvare la proposta, la Commissione e la presidenza di turno tedesca hanno fatto una concessione importante, accettando che gli Stati membri possano porre delle limitazioni, sulla base di motivazioni ambientali, all'import-export di rifiuti destinati agli inceneritori. I paesi dell'Est, in particolare, temevano un'invasione dei rifiuti dei paesi più ricchi, Germania in testa, per effettuare le operazioni di incenerimento lontano dal proprio territorio. Altri Stati membri, come la Danimarca, volevano invece evitare di dover importare rifiuti indifferenziati, e desideravano poter scegliere di importare solo i rifiuti a più alto valore energetico. I ministri Ue hanno approvato anche un'altra proposta della Commissione europea che rischia di dare un duro colpo alla 'gerarchia' delle diverse modalità di trattamento dei rifiuti: da principio generale di base della legislazione in materia, la 'gerarchia diventerebbe un 'principio guida', e potrebbe essere applicato dagli Stati membri in modo più flessibile. Secondo la Commissione, questo permetterà di "dare più margine agli Stati per tenere conto di tutto il ciclo di vita del prodotto", nonché delle condizioni locali, in modo da scegliere le modalità con minore impatto complessivo sull'ambiente. Il Parlamento europeo, tuttavia, non è d'accordo sull'impostazione della Commissione e dei ministri: nella sua prima lettura, a febbraio, ha chiesto di ripristinare la gerarchia del trattamento dei rifiuti come principio generale, e ha bocciato la riclassificazione degli inceneritori. Se l'Assemblea di Strasburgo confermerà questa sua posizione durante la seconda lettura, sarà inevitabile andare in procedura di conciliazione con il Consiglio Ue. "L'incenerimento - ha commentato una fonte di Legambiente, da Lussemburgo - non può e non deve fare concorrenza alle rinnovabili, al riuso dei rifiuti e al vero riciclaggio. Lavoreremo affinché il Parlamento europeo confermi la sua posizione approvata in prima lettura lo scorso febbraio, e affinché l'Italia faciliti l'accordo in questo senso in seconda lettura".
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