Il Modello di riferimento, l'inceneritore di Brescia (detto termoutilizzatore) e le trappole del teleriscaldamento:
(tratto da una analisi del prof. Marino Ruzzenenti)
Il Modello di riferimento, l'inceneritore di Brescia (detto termoutilizzatore) e il teleriscaldamento:
LE TRAPPOLE DEL TELERISCALDAMENTO
- Nell'ultimo quinquennio a Brescia è aumentato a dismisura lo spreco di energia termica globale che dal 28% circa esplode al 50% circa, se confrontiamo l'energia prodotta e quella erogata
- La straordinaria lunghezza della rete (493 Km), teoricamente a circuito chiuso, comporta una dispersione di acqua che deve essere reintegrata in temperatura, pari a 271 m3/giorno, equivalente al consumo idrico di un paese di 1.100 abitanti!
- Lo spreco energetico è di casa a Brescia: un edificio a basso consumo energetico si può attestare sui 30-50 KWh/m2 (in Germania già ora il valore limite è 50 KWh/m2); a Brescia è superiore a 150 KWh/m2a, se consideriamo il calore prodotto. Del resto Asm ha interesse a far consumare più acqua calda per ammortizzare gli enormi costi fissi dell'impianto e della sua
manutenzione
Aumentano anche in estate la presenza di PM10 e ossidi di azoto (le centrali non sono più funzionali a produrre acqua calda, ma innanzitutto energia elettrica, e quindi funzionano a pieno ritmo tutto l'anno).
Il calore prodotto deve essere disperso nella città anche quando si raggiungono temperature elevate per l'insolazione, con un conseguente aumento della temperatura media (la scusa è che arrivando l'acqua calda in casa con costi di impianto ingenti, questa viene fatta utilizzare anche per i servizi igienici, quindi anche d'estate!).
Questo surriscaldamento della città in estate produce infine una spinta a dotarsi di impianti di condizionamento, con spreco di energia, e con effetto boomerang sull'aria della città (ma con guadagni aggiuntivi ad Asm, per l'energia elettrica consumata).
- Viene smantellata la rete del gas, con l'imposizione dei forni elettrici a induzione (venduti da Asm, con guadagno aggiuntivo di energia elettrica, ma con spreco energetico e costi maggiori per i cittadini). Del resto, mantenere una rete del gas solo per far cuocere i cibi ai cittadini è antieconomico (le tariffe non coprono neppure le spese di manutenzione)
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