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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Le ipocrite mimose PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
giovedì 08 marzo 2007

(Le persone di Legambiente qui intervistate sono evidentemente in contrasto con le posizioni conosciute di Legambiente, posizioni inceneritoriste fin dalla prima ora al punto da essere riferimento per le amministrazioni toscane –specificamente a suo tempo dei DS-  che hanno fatto la  scelta di incenerire i materiali post consumo a dispetto di ogni logica e buon senso. Risultati simili a questi qui riportati, riferiti a studi italiani, sono apparsi su Lancet nel 2002; era stata studiata la popolazione abitante intorno a inceneritori e era chiaro fin da allora che adolescenti – femmine e maschi- nati e vissuti nei dintorni di inceneritori, fossero a grave rischio di infertilità e affezioni all’apparato genitale. Ma anche molte coppie abitanti nella Piana e di età intorno ai 50 anni, hanno dovuto adottare i propri figli; una indagine su questi aspetti è stata richiesta da più cittadini in varie occasioni.

NEL GIORNO DELLA FESTA DELLE DONNE CHE RICEVONO UN OMAGGIO SPESSO IPOCRITA, ASSOLTO IN UN SOL GIORNO ANZICHE’ RISPETTO E DIRITTI DURANTE 365 GIORNI L’ANNO - COSA PERALTRO AUSPICABILE PER TUTTI: DONNE, UOMINI, BAMBINE, BAMBINI, VIVENTI A DUE, QUATTRO, TANTE ZAMPE E OVVIAMENTE IL PIANETA TERRA E LA SUA ATMOSFERA ANCHE EXTRATERRESTRE – IN QUESTO GIORNO, ECCO INVECE UNA DIMOSTRAZIONE PRATICA DEL DISPREZZO, DELLA ARROGANZA E DELLA IGNORANZA VOLUTA, DI AMMINISTRAZIONI E anche delle ISTITUZIONI PREPOSTE ALLA TUTELA DELLA SALUTE CHE QUESTE COSE LE SANNO BENE E DA ANNI ORMAI MA SPESSO SI PRESTANO LO STESSO A “COPRIRE” GLI AVVELENATORI. NON CI ADDORMENTIAMO, PRENDIAMO MOLTI CAFFE’ PERCHE’ CON “QUESTI” NON C’E’ DA RILASSARSI, ALLO STESSO MODO che con  QUELLI DI PRIA... ndrmsirca)

*****

 

Trovato il legame diretto tra contaminazioni da diossina e alterazioni delle pareti interne dell'utero.

 

Aam Terra Nuova • marzo 2007 pg. 4-5-6

 

di Claudia Benatti   

Ottantanove milioni nel mondo: tante sono le donne che soffrono di endometriosi, una malattia che intacca le pareti interne dell'utero e che può generare noduli, lesioni o tumori. In Italia il problema investe migliaia di donne, e proprio durante questo mese di marzo, dal 5 all'11, si celebra la settimana nazionale di consapevolezza sull'endometriosi. Una delegazione di pazienti e politici si recherà, sempre questo mese, anche al  Parlamento Europeo dove incontrerà i parlamentari per discutere di una richiesta avanzata proprio dall'Italia, quella cioè di riconoscere l'endometriosi come malattia sociale. Da tempo ormai la letteratura scientifica e le associazioni di pazienti a livello europeo si stanno concentrando sui possibili colpevoli. Tra questi sono state identificate le sostanze tossiche che respiriamo e ingeriamo ogni giorno attraverso aria e cibo, come le diossine, i policlorobifenili (Pcb), i pesticidi e gli ftalati. In Italia ad occuparsene ci sono diversi gruppi di scienziati, tra cui la dottoressa Elena De Felip dell'Istituto Superiore di Sanità e il professor Giuseppe Latini, direttore della divisione di neonatologia dell'ospedale Ferrino di  Brindisi e ricercatore dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce.

A sostenere la necessità dì maggiore ricerca e maggiore sensibilizzazione sull'argomento è l'Associazione italiana endometriosi, una onlus costituita nel 1999 da donne affette dalla malattia (www.endocassoc.it) che si occupa di organizzare campagne di informazione e di sensibilizzazione. «Abbiamo anche avuto un'audizione in Senato» ha spiegato la presidentessa Jaqueline Veit «e-ci prepariamo ad affrontare l'incontro con i parlamentari europei. Intanto, oltre all'informazione, partecipiamo a conferenze e promuoviamo gruppi di auto-aiuto per le donne affette dalla malattia, oltre a fornire anche  sostegno nelle fasi pre-operatorie».

Anche Legambiente si è schierata al fianco dell'associazione per chiedere a  gran voce che politici e amministratori affrontino una volta per tutte e con determinazione il problema delle fonti da cui proviene l'inquinamento dovuto a queste sostanze tossiche, come gli inceneritori che si stanno moltiplicando e potenziando in Italia, i processi metallurgici, la lavorazione della plastica e di determinati prodotti chimici, la produzione di certi antiparassitari e la sbiancatura della carta.  Il professor Latini ha pubblicato, insieme al gruppo del professor Petraglia di Siena, articoli nelle riviste mediche specializzate. Nel 2003 lo scienziato si è occupato degli ftalati rilasciati dai materiali plastici in Pvc, concludendo che possono giocare un possibile ruolo nella «patogenesi» della malattia(1); nel 2006 ha pubblicato i risultati di  uno studio condotto mettendo a confronto due gruppi di donne, i cui esiti hanno mostrato come gli ftalati siano anche accusati di essere una possibile causa della fibromatosi(2). 

Le cause 

Sempre nel 2006 un'altra conferma dell'associazione tra ftalati ed endometriosi è arrivata dai ricercatori indiani, che hanno analizzato campioni di sangue di donne malate(3).«I nostri studi» spiega il professor Latini «procedono dopo avere approfondito il problema della correlazione tra ftalati e rischio di fibromatosi. Ora stiamo studiando la possibile associazione tra esposizione agli ftalati e rischio di aborto. Purtroppo gli ftalati sono inquinanti ambientali ubiquitari, presenti in tutti i materiali in plastica (Pvc), tra cui dispositivi medicali, pavimenti, giocattoli, massaggiagengive, succhietti, pellicole per alimenti, guanti, materiali per l'edilizia, vestiario, prodotti per l'auto e tanto altro ancora. Ne consegue che le fonti d'esposizione per ciascuno di noi sono molteplici, ad iniziare anche dagli alimenti. Il problema si può risolvere soltanto eliminando completamente queste sostanze dal mercato. A questo proposito la Commissione europea ha creato un gruppo dì lavoro, chiamato DEHP working group, di cui faccio parte, che ha lo scopo di studiare il problema».               

Colpa della diossina 

Altra sostanza altamente incriminata per le patologie come endometriosi e infertilità è la diossina, o meglio le diossine, visto che di questi composti esistono numerose «varietà».Gli studi tossicologici, di cui è ricca la letteratura scientifica, indicano che l'esposizione anche a livelli bassi alle diossine durante i periodi cruciali dello sviluppo può indurre danni permanenti alla salute. Sono ormai noti da tempo i meccanismi di azione cosiddetta anti-estrogenica che determinano effetti sul ciclo riproduttivo femminile, ma nel 2003 unteam di ricercatori giapponesi ha scoperto che le diossine sono anche in grado di mimare l'effetto degli estrogeni nei tessuti privi di questi ormoni, ingannando il loro recettore e scatenando una risposta analoga a quella che si otterrebbe con una stimolazione ormonale; su questa materia ha studiato molto anche il dottor Alberto Mantovani del Dipartimento sanità alimentare ed animale dell'Istituto superiore di sanità: «Il prossimo grande passo che si dovrà fare» spiega «sarà l'elaborazione  di  linee  guida  sui  cosiddetti distruttori endocrini».Le diossine, che vengono emesse nell'ambiente dagli inceneritori o come risultati di determinati procedimenti industriali, vengono trasportate dalle correnti d'aria e possono contaminare campi e raccolti, come hanno denunciato più volte anche le associazioni Legambiente e Greenpeace. Il bestiame che si nutre di raccolti contaminati si contamina a sua volta, accumulando diossina nei tessuti, sopratutto in quelli adiposi. E dal bestiame potrà passare all'uomo attraverso la carne e il latte.Come spiega Legambiente, prima l'Organizzazione mondiale della sanità nel 1998, poi la Scientific committee on food dell'Unione europea nel 2000 hanno incluso l'endometrio tra gli organi più sensibili all'esposizione alle diossine. Nell'ambito poi del programma comunitario per l'identificazione delle sostanze che alterano il sistema endocrino («Establishment ofa priority list of substances for further evaluation oftheir role in endocrine distruptors»), lo studio di questi contaminanti è stato indicato come prioritario, per poter poi tentare di ridurre la loro presenza nell'ambiente. «Per tutte queste ragioni» ha spiegato Legambiente «non possiamo che essere al fianco dell'Associazione italiana, endometriosi nell'affermare che occorre sensibilizzare le istituzioni e i cittadini sul problema dell'inquinamento, per ridurlo e di conse guenza ridurre le sue ricadute sulla salute delle persone». 

Pubertà precoce 

Peraltro la letteratura scientifica accusa i distruttori endocrini non solo di aumentare il rischio di endometriosi, ma anche di provocare problemi in generale alla fertilità femminile, agendo sul ciclo mestruale, sulla pubertà, sulla gravidanza, sugli aborti, sulla menopausa e secondariamente anche sul desiderio sessuale(4). Riguardo la pubertà, ci sono anche studi che attestano una correlazione tra l'esposizione a tali sostanze e una sempre maggiore precocità della pubertà(5). L'Istituto superiore di sanità ha coordinato un progetto di ricerca –iniziato  nel 2002 e al momento in fase di completamento - sull'esposizione a inquinanti ambientali quale possibile fattore di rischio   per la salute riproduttiva femminile. «Il progetto è stato centrato in particolare su inquinanti organici persistenti quali diossine, policlorobifenili, pesticidi organoclorurati, come DDT e HCB» spiega la dottoressa De Felip. Del progetto ha fatto parte uno studio specifico e multidisciplinare sull'endometriosi, una patologia dell'apparato riproduttivo femminile rilevante in termini di incidenza - stimata intorno al 10-15% delle donne in età riproduttiva - e che può avere un forte impatto sulla qualità di vita della donna in termini di dolore pelvico, possibile infertilità, necessità di terapia farmacologia o chirurgica, ripercussioni a livello psico-sociale. L'eziopatogenesi dell'endometriosi è ancora poco chiara e controversa, e la patologia è attualmente considerata multifattoriale, con un contributo di fattori genetici, ambientali, immunologici. L'ipotesi di un contributo di fattori ambientali, in particolare dell'esposizione a inquinanti organici persistenti, soprattutto diossine e policlorobifenili - costituiti da 209 diverse sostanze, o «congeneri», con un largo spettro di attività tossicologiche, tra cui alcune diossina-simili - si basa principalmente sui risultati di osservazioni sperimentali. Dello studio multidisciplinare sull'endometriosi ha fatto parte uno studio caso-controllo effettuato in collaborazione con il Dipartimento di scienze ginecologiche del Policlinico Umberto I di Roma. Al momento i risultati di questo studio caso-controllo sono ancora in corso di elaborazione, abbiamo però già osservato alcune tendenze, per esempio un aumento di alcuni policlorobifenili nelle donne con endometriosi(6). Il dato è parziale e deve essere interpretato con l'integrazione di una serie di informazioni, inerenti in particolare al metabolismo». Poiché dunque l'esposizione avviene attraverso l'alimentazione e l'inalazione, oltre all'auspicio di abitare in un luogo più salubre possibile, quanto si può fare è cercare di controllare la provenienza dei cibi che si scelgono, preferendo la provenienza biologica certificata, ma anche tenendo conto delle zone in cui animali e vegetali vengono allevati o coltivati.                   

Note 

1. «High plasma concentrations of di-(2-ethyl-hexyl)-phtalate in women with endometriosis» di Cobellls, Latini, De Felice, Razzi, Paris; Ruggieri, Mazzeoe Petraglia. Pubblicato su Human. Reproductìon, 2003.

2. «Low serum concentrations ofdi-(2-ethylhexyl)phtalate in women wlth uterine fibromatosis» di Luisi, Latini, De Felice, Sanseverino,  Di  Pasquale,  Mazzeo  e  Petraglia. Pubblicato su Gynecological Endocrinology,  febbraio  2006.

3.  «Association  ofphtalate  esters with endometriosis in Indian women» di B.S. Reddy, Rozati, B.V.R. Reddy, Raman. Pubblicato su General Gynaecology, 2006.

4. «Environmental influences on female fecundity arid fertility» di Buck Louis, Lynch, Cooney. Pubblicato come review su Semin. Reprod, Med., luglio 2006 / «Endocrine disrupters and female reproductive health» di McLachlan, Simpson, Martin, pubblicato suBest Pract. Res. Clin. Endocrinol. Metab.;marzo 2006.

5. «How do environmental estrogen disruptors induce precocious puberty?» di Massart, Parrino, Seppia, Federico, Saggese, Dipartimento di pediatria dell'Università di Pisa. Pubblicato su Minerva Pediatrica, giugno 2006.

6. «Increased levels of polychlorobiphenyls in Italian wornen with endometriosis" di Porpora, Ingelido, di Domenico, Ferro, Crobu, Pallante, Cardelli, Cosmi, De Felip, Pubblicato su Chemòsphere, 2006.  

 Aam Terra Nuova • marzo 2007 pg. 4-5-6 

(eventuali errori di trascrizione possono essere sfuggiti, compratevi la rivista che è molto bella!)   

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nc
scritto da l'pPao, marzo 14, 2007

Rifiuti in Campania, alta tensione a Serre
La polizia sgombera il presidio, proteste

Amministratori e abitanti della Piana del Sele circondano dall'alba la zona scelta dal governo
Duro confronto con gli oltre 400 agenti delle forze dell'ordine mandati per sgomberare
Polizia contro il presidio della popolazione
alta tensione per la discarica di Serre Persano
Il nuovo sito dovrebbe alleviare l'emergenza rifiuti in Campania, ma sorgerà nei pressi di un'oasi del Wwf
Il governo ha già ritoccato il piano iniziale, ma non è bastato a fare rientrare le proteste. Solidali An e Prc


Uno striscione contro la discarica di Serre
SALERNO - La decisione di Palazzo Chigi di limitare l'impatto della discarica da realizzare a Serre di Persano, in provincia di Salerno, non è servita a risolvere il duro scontro tra governo centrale e popolazione locale. Questa mattina la situazione ha rischiato di degenerare quando le forze dell'ordine hanno cercato di sgomberare il presidio realizzato da amministratori e cittadini a ridosso del territorio, vicino a un'oasi naturalistica del Wwf, scelto per la raccolta dei rifiuti.

Sul posto sono intervenuti circa 400 tra poliziotti e carabinieri che, dalle 8 di questa mattina, hanno tentato una mediazione con i manifestanti. In prima fila, tra le circa mille persone che si sono radunate sul sito fin dall'alba, numerosi sindaci della Piana del Sele, il presidente del parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, il consigliere regionale di Rifondazione comunista, Gerardo Rosania, ma anche numerose donne che dicono no alla realizzazione della discarica.

Non sono avvenuti incidenti, ma la tensione è stata altissima. Le forze dell'ordine dopo qualche ora sono riuscite ad entrare all'interno dell'area, ma i manifestanti, bruciando anche dei copertoni, hanno bloccato l'accesso ai mezzi che dovevano iniziare i lavori di messa in sicurezza. Per liberare la strada la polizia ha sollevato di peso il sindaco di Serre, Palmiro Cornetta e altri amministratori di comuni del circondario. Una donna ha anche accusato un malore.
La situazione è quindi tornata alla calma e Cornetta ha lasciato il presidio per recarsi a Roma, dove sarà ascoltato dalla Commissione ambiente del Senato.

Echi di quanto accaduto a Serre si sono avuti questa mattina anche in aula alla Camera con proteste bipartisan sia da An che da Rifondazione comunista che chiedono al governo di "ritirare immediatamente la polizia, perché non è con la violenza che si possono imporre le scelte dall'alto, ma con il dialogo e il confronto". Dure critiche per la scelta di agire con la forza sono state espresse anche dal presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano "E' gravissimo - afferma - mentre è in corso la trattativa su Serre, mettere in campo azioni di forza che pregiudicherebbero irrimediabilmente una mediazione positiva della vicenda".

(14 marzo 2007) Torna su

grazie, ma sono perplessa....
scritto da M. Sirca, marzo 14, 2007

ovviamente grazie a i'pPao per l'inserimento.

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busy
Ultimo aggiornamento ( venerdì 03 ottobre 2008 )
 
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