https://www.openpolis.it/le-morti-premature-causate-dal-pm2-5/
Le morti premature causate dal Pm2.5
Ambiente
Il particolato fine, o Pm2.5,
è la sostanza inquinante emessa dalle attività di matrice antropica che ogni
anno causa il maggior numero di decessi. In Italia, è soprattutto il nord a
esserne colpito.
venerdì
14 Gennaio 2022 | Ecologia e
innovazione
Una delle sfide più
importanti nella lotta al cambiamento climatico è la riduzione dell’inquinamento atmosferico,
particolarmente dannoso sia per l’ambiente che per la salute dell’essere umano.
Air
pollution is a major cause of premature death and disease, and is the single
largest environmental health risk in Europe.
- Air pollution: how
it affects our health - Eea
Delle diverse sostanze
inquinanti che l’attività di matrice antropica emette nell’atmosfera, una
particolare attenzione va rivolta al cosiddetto particolato fine, o Pm2.5 (acronimo
inglese di particulate matter), che secondo la European environmental agency
(Eea) e l’organizzazione mondiale per la salute (Oms) è tra le più nocive. In
particolare, ha un impatto molto forte sulla salute umana, e ogni anno causa migliaia di decessi
prematuri.
https://www.openpolis.it/le-morti-rpemature-causate-dal-pm2-5/
Le morti premature causate dal Pm2.5 Ambiente
Il particolato fine, o Pm2.5,
è la sostanza inquinante emessa dalle attività di matrice antropica che ogni
anno causa il maggior numero di decessi. In Italia, è soprattutto il nord a
esserne colpito.
venerdì
14 Gennaio 2022 | Ecologia e
innovazione
Una delle sfide più
importanti nella lotta al cambiamento climatico è la riduzione dell’inquinamento atmosferico,
particolarmente dannoso sia per l’ambiente che per la salute dell’essere umano.Air
pollution is a major cause of premature death and disease, and is the single
largest environmental health risk in Europe.
- Air pollution: how
it affects our health - Eea
Delle diverse sostanze
inquinanti che l’attività di matrice antropica emette nell’atmosfera, una
particolare attenzione va rivolta al cosiddetto particolato fine, o Pm2.5 (acronimo
inglese di particulate matter), che secondo la European environmental agency
(Eea) e l’organizzazione mondiale per la salute (Oms) è tra le più nocive. In
particolare, ha un impatto molto forte sulla salute umana, e ogni anno causa migliaia di decessi
prematuri.
Gli
effetti del particolato fine sulla salute umana
Il Pm2.5 è una particella di
diametro inferiore ai 2,5 millesimi di millimetro (o micron, μ). Data la sua
dimensione estremamente ridotta, è
capace di penetrare in profondità nel sistema respiratorio umano,
raggiungendo non solo la trachea e le vie respiratorie superiori, quale è il
caso del Pm10, ma anche gli alveoli polmonari.
L’esposizione al Pm2.5 incide
fortemente sull’aspettativa di vita.
Il particolato fine ha
effetti nocivi sia sul sistema respiratorio che su quello circolatorio. Secondo
le analisi dell’Oms, una esposizione prolungata ha comprovati legami con l’emergere di tumori e di
altre patologie come l’obesità, il diabete, ma anche il morbo di Alzheimer e la
demenza. Può inoltre causare arteriosclerosi e, secondo ricerche
recenti, potrebbe incidere sullo sviluppo neurologico nei bambini e sulle
funzioni cognitive negli adulti. Oltre a esacerbare problemi di salute
preesistenti.
Come riporta l’Eea, si tratta della sostanza
inquinante più dannosa per la nostra salute, insieme al
biossido di azoto (No2) e all’ozono (O3), nonché quella che ogni anno causa il
numero più elevato di morti premature.
307mila morti premature causate dal
particolato fine in Ue nel 2019.
Negli ultimi anni, grazie
all’innovazione tecnologica e al crescente utilizzo di carburanti meno
inquinanti, nell’Ue questa cifra ha registrato un graduale calo.
DA SAPERE
I dati sono stime e sono
riferiti ai 27 paesi Ue. Con “morte prematura” si intende il decesso anticipato
rispetto all’aspettativa di vita, determinata in base al paese e al genere di
appartenenza.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eea
(ultimo aggiornamento: martedì 11 Gennaio 2022)
Si tratta comunque di cifre
molto elevate. Soprattutto se consideriamo che sono distribuite in maniera fortemente
diseguale non solo tra i vari paesi dell'Unione, ma anche all'interno dei
singoli stati, in particolare tra le diverse classi sociali di appartenenza.
Età, condizione di salute e
povertà espongono maggiormente alla nocività del Pm2.5.
Bambini, anziani e
persone con condizioni di salute fragili o malattie pregresse sono infatti
particolarmente esposte ai rischi del particolato fine. Ma in generale anche le
persone che si trovano in condizioni di disagio socio-economico, che spesso vivono nelle aree più
periferiche delle grandi città. Cioè zone fortemente industrializzate, con poco
verde pubblico e abitazioni costruite a ridosso di strade trafficate - luoghi
particolarmente esposti all'inquinamento atmosferico.
In questo senso è anche
importante sottolineare, osservando il grafico sopra, che i dati riguardano
solo i 27 paesi che fanno parte dell'Unione europea, ma che a essere
maggiormente colpiti dal problema dell'inquinamento da Pm2.5 sono paesi europei
che non ne fanno parte, in maniera particolare l'area balcanica
(Serbia, Macedonia del nord, Albania). Come evidenzia l'Eea, si tratta infatti
di stati ancora largamente dipendenti
da combustibili di qualità inferiore come il legno e il
carbone, fortemente inquinanti.
La regione della capitale
macedone Skopje, in particolare, è quella che riporta il numero più elevato di morti
premature da Pm2.5 di tutto il continente (225 ogni 100mila abitanti nel 2019),
seguita dalla provincia serba Podunavska oblast (205). Tra i paesi Ue invece è
la Bulgaria
a registrare le cifre più elevate, soprattutto, anche in questo caso, nella regione
della capitale.
195 morti premature ogni 100mila abitanti
causate dall'esposizione al Pm2.5 nella regione di Sofia (Bulgaria), nel 2019.
Le
morti premature da Pm2.5 nella penisola italiana
A causa dell'alto tasso di
industrializzazione, l'Italia è uno dei paesi Ue che risultano maggiormente
colpiti dal problema del particolato fine. Da questo punto di vista esistono
però forti differenze a livello locale.
DA SAPERE
I dati si riferiscono al
numero di decessi riconducibili alla presenza nell’aria di Pm2.5, normalizzati
in base alla popolazione residente, e sono riferiti all’anno 2019.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eea
(ultimo aggiornamento: martedì 11 Gennaio 2022)
Cremona è la provincia italiana che nel 2019
ha registrato il numero più elevato di decessi causati dall'esposizione al
particolato fine. È la quarantesima
provincia in Ue da questo punto di vista. Si stima che in
quell'anno 468 persone abbiano perso la vita per questo motivo. La seguono
Brescia, Mantova e Padova con 123 decessi ogni 100mila abitanti. In generale, a risultare maggiormente colpito è il
nord della penisola e in particolare la Lombardia, il Veneto e
l'Emilia-Romagna, in corrispondenza della zona fortemente industrializzata
della pianura padana.
Mentre a riportare le cifre
più contenute sono la provincia sarda di Sassari
(con 49 decessi ogni 100mila abitanti), seguita da Olbia-Tempio nella stessa
regione e dalla Valle d'Aosta, entrambe con 50 morti.
Va però sottolineato che,
come è avvenuto a livello europeo, anche
in Italia la situazione sta gradualmente migliorando. Come
abbiamo raccontato in un altro recente approfondimento sul problema del particolato fine, negli
ultimi 13 anni la concentrazione di questa sostanza nell'aria delle città
italiane si è infatti dimezzata. Ma resta ancora molta strada da fare,
considerando che l'Ocse raccomanda una concentrazione inferiore ai 10 µg/m3,
mentre nel 2019 nelle città italiane questa si attestava, mediamente, intorno
ai 15,5 µg/m3.
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