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Verso una Costituente della
Piana Firenze-Prato-Pistoia
di Redazione
· 23 Giugno 2020
L’
insostenibiltà del modello economico e politico dominante ci appare oggi in
tutta la sua pesantezza.
E’ la crisi
ecologica, climatica e sociale che dura da decenni, con le sue nocività,
con le nuove malattie indotte dai processi produttivi e di consumo, con l’
impoverimento della biodiversità e delle risposte immunitarie degli organismi.
E’ il debito
che il modello economico dominante ha contratto con la natura e le sue riserve
geobiochimiche, causa principale del debito economico di un sistema sociale e
politico distruttivo e non rinnovabile. E’ l’ effetto sulla salute pubblica e
personale dei diffusi inquinamenti del suolo, dell’ aria, delle acque,
conclamati dalla crisi climatica e dal Covid-19.
E’ la crisi economica.
E’ la mancanza di lavoro e di reddito per milioni di donne e di uomini.
E’ l’
aumento generalizzato della precarietà dell’ esistenza a livello globale, con
inquietanti e irricevibili ordinamenti di disciplinamento sociale.
Nella Piana
Firenze Prato Pistoia e nella media valle dell’ Arno, come sappiamo tutte/i per
farne parte, un ampio movimento popolare attraverso le lotte e la messa in
campo di saperi e di pratiche autoprodotte e non subalterne, ha ottenuto in
questi anni risultati molto importanti, come la cancellazione
dell’inceneritore di Case Passerini e lo stop al nuovo aeroporto di
Firenze, sia con la sentenza del TAR Toscana sia con il pronunciamento del
Consiglio di Stato.
Come la messa al bando di alcuni pesticidi sia nel territorio del
Biodistretto del Montalbano che nel vivaismo pistoiese. Come le iniziative
verso molte amministrazioni comunali per indirizzarle a rifiutare sul proprio
territorio la tecnologia 5G.
Come la riappropriazione di terre e di spazi rurali per l’ agricoltura
contadina, l’agroecologia, il cibo di prossimità e autoprodotto (Mondeggi;
Genuino Clandestino; Orto collettivo di Travalle; Valdisieve in transizione e
altre esperienze).
Come la messa in discussione della mercificazione delle città e degli spazi
pubblici in contrasto al turismo usa e getta e ai cicli produttivi del
lusso e della produzione di tecnologie militari.
Tuttavia le
nostre lotte e le nostre proposte e pratiche sociali quasi mai riescono a
tradursi in politiche pubbliche concrete per la costruzione di processi
economici di trasformazione sociale e di uso del territorio fuori dalle
nocività sanitarie, sociali e ambientali.
Rischiano di andare a sbattere contro i rinnovati interessi delle imprese,
contro il rilancio del modello di sviluppo espansivo e accentrato, tanto
vecchio quanto distruttivo: nuova grande infrastrutturazione del paese, grandi e meno grandi
opere inutili e dannose; predominio della finanza e del libero mercato. Tanto
più oggi quando, nonostante la drammatica crisi ecosistemica e climatica della
Terra e la ‘pandemia’, viene rilanciato il modello di depredazione e di
sfruttamento del pianeta e dell’ uomo.
La comune
responsabilità collettiva ci invita a costruire, anche nella Toscana centrale,
percorsi comuni nella direzione di un’altra forma di società basata sulla cura dell’ ambiente,
degli altri esseri viventi animali e vegetali. Al centro la vita, logiche
ecosistemiche e relazionali dei progetti e delle azioni, democrazia effettiva,
salute e prevenzione, riappropriazione di luoghi urbani e rurali anche
attraverso la predisposizione di strumenti di uso e di gestione specifici ad
hoc.
Se questo è lo stato delle cose, dell’ambiente, della
nostra vita quotidiana
P R O P O N I A M O
di aprire un nuovo dialogo tra le tantissime esperienze di
lotta, di
resistenza e di esperienze alternative che si stanno portando avanti nel segno
di coerenti scambi con la natura e con i sistemi insediativi, a partire dalla
specificità di ogni realtà;
di dare
avvio ad un confronto operativo per una COSTITUENTE DELLA PIANA FIRENZE PRATO
PISTOIA a partire
dall’esistente patrimonio di pratiche sociali, di saperi in comune, quale
luogo di sperimentazione e di riconnessione ecosistemica.
Su questo
sentiero in comune si potrebbero mettere alcuni segnavia, rimandando nel dettaglio
all’allegato documento di impostazioni e di proposte. Leggi qui: Dalla Piana delle Nocività alla EcoPiana delle Qualità.
A) Non ci
possiamo permettere di abbassare la guardia: la lotta continua contro tutti
i tentativi di riproporre e utilizzare l’incenerimento dei rifiuti e contro la
riproposizione della nuova pista aeroportuale nella piana fiorentina. Così come
delle altre opere inutili e dannose di trasformazioni distruttive delle città e
del territorio, dell’ ambiente naturale, seminaturale e antropico – da parte di
un potente schieramento politico ed economico (PD, destre, Confindustria,
commercio, turismo…) che fa leva sul ricatto del lavoro. Tutto ciò non
sminuisce l’importanza dei risultati raggiunti che hanno comunque indebolito le
certezze e l’arroganza delle nostre controparti, anche nel senso comune di
molte persone, di fronte alle emergenze che stiamo vivendo.
B) Dovremmo
insieme
* costituire
la ‘massa critica‘ in grado di avviare un reale cambiamento nella
direzione di una conversione ecologica mutualistica dell’ uso del territorio,
della produzione e del consumo;
* costruire
dal basso strumenti specifici per rendere concrete ed operative le
trasformazioni auspicabili e non più rinviabili, attraverso percorsi di
condivisione e di reciproco apprendimento, bloccando le economie di
sfruttamento di uomo e natura e di morte – produzioni nocive, produzioni di
armamenti, allevamenti intensivi di animali e loro sfruttamento, utilizzo di
boschi, di biomasse vegetali anche agricole per produrre energia – verso
economie basate sulla vita, sui suoi cicli e sulle sue relazioni.
* attivare strumenti
di uso civico e di gestione in comune dei beni e degli spazi urbani e
rurali ( anche in riferimento ad esperienze locali e di altre regioni) :
presìdi, nuove cascine di riappropriazione e sperimentazione. Consigli
consultivi e decisionali di abitanti e lavoratori.
* lanciare
localmente alcune campagne/vertenze; a titolo di esempio: per una nuova
struttura e un diverso ruolo della Cassa Depositi e Prestiti indirizzata non al
finanziamento dell’ economia privata come è attualmente, ma alla soddisfazione
delle esigenze e dei bisogni degli abitanti che possano partecipare realmente
alla decisione su cosa e come fare. Azzeramento / riduzione del debito
pubblico.
* il ‘picco
di petrolio’ e di molti materiali, le cui riserve in tempi brevi non potranno
più essere utilizzate a costi economici e ambientali accettabili, IMPONE la
scelta non più rinviabile di bloccare progetti di costruzione di nuovi
aeroporti, nuove autostrade, sottoattraversamento TAV e ferrovie veloci, nuovi
impianti di combustione dei materiali residui. Grandi e meno grandi opere,
nuove infrastrutture puntuali e lineari, nuove edificazioni e consumo di suolo,
hanno bisogno di energia e di materiali per costruirle, farne manutenzione e
dismetterle a fine vita.
Questa è una delle sfide prioritarie cui ci ‘costringono’ le leggi ineludibili
della termodinamica con le quali non si può venire a patti.
Si tratta di pretendere da subito il passaggio alle energie rinnovabili,
utilizzandole tuttavia per bisogni basici degli abitanti, servizi compresi
(sanitari, urbanistici, alla persona), e non per i profitti del libero mercato
e dei grandi gruppi economici e finanziari.
Per questo
vi invitiamo a questa discussione verso una “costituente della piana” sabato
4 Luglio ore 16.00-20.00 al Presidio-No Inceneritori No Aeroporto Firenze (via
dell’Osmannoro) – QUI la mappa del
luogo.
*Alterpiana
Ortocollettivo
Natura è – San Donato
Presidio No Inceneritori – No Aeroporto
Un’Altra Sesto è Possibile
https://www.google.com/maps/place/Presidio+Noinc-Noaero/@43.816836,11.1861896,15z/data=!4m5!3m4!1s0x0:0x2c1bc2c279f51173!8m2!3d43.816836!4d11.1861896
(mappa per il presidio)
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