(Sempre attuale anzi attualissimo! Il Polo è ancora in fieri, nuovo nuovo si potrebbe dire, ma già lo smantellerebbero per fare posto al balocco di ipertrofici ego di alcuni portatori di interesse e "bottegai" fiorentini? ndr noincneritori)
Dec 1, 2014
Sestograd -
Collettivo di Polo
Collettivo
di Scienze
Studenti di Sinistra
(.......)
Il 6
novembre scorso (6 novembre 2014 ndr) è stato presentato a Palazzo Vecchio il “Master Plan” per l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola:
questo progetto prevede la realizzazione di una nuova pista di 2.400m
(nonostante l’approvazione della variante al PIT preveda solo 2000 metri), la
cui recinzione sarà distante soltanto
50 m (e la pista 250) dal blocco
aule del Polo Scientifico di Sesto. In merito a questo progetto
sconsiderato (dal costo previsto di 300 milioni, finanziati per metà
dall’attuale proprietà degli aeroporti di Firenze e Pisa e per metà con soldi
pubblici) vogliamo sottolineare le seguenti problematiche e criticità:....
Dec 1, 2014
Sestograd -
Collettivo di Polo
Collettivo
di Scienze
Studenti di Sinistra
Ci teniamo a
precisare che questa immagine l’abbiamo creata noi in pochi minuti ma NESSUNO
dei tanti siti/giornali che l’hanno ripresa ha citato noi o questo sito
Il 6
novembre scorso è stato presentato a Palazzo Vecchio il “Master Plan” per l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola:
questo progetto prevede la realizzazione di una nuova pista di 2.400m
(nonostante l’approvazione della variante al PIT preveda solo 2000 metri), la
cui recinzione sarà distante soltanto
50 m (e la pista 250) dal blocco
aule del Polo Scientifico di Sesto. In merito a questo progetto
sconsiderato (dal costo previsto di 300 milioni, finanziati per metà
dall’attuale proprietà degli aeroporti di Firenze e Pisa e per metà con soldi
pubblici) vogliamo sottolineare le seguenti problematiche e criticità:
In primis –
perlomeno per quanto riguarda gli utenti attuali del Polo – spicca l’enorme difficoltà nel proseguire attività di
ricerca, didattica e studio avendo come vicini di casa aerei in decollo
ed in atterraggio. Sebbene siano state ipotizzate delle misure di contenimento
del rumore, tali misure saranno difficilmente sufficienti a garantire il normale
svolgimento delle attività del Polo; inoltre, le barriere anti-rumore
funzionano se si vuole arginare il rumore da terra, mentre se il punto esatto
di decollo e atterraggio fosse anche poco oltre il Polo, qualunque barriera
risulterebbe inutile. Il Consiglio di
Dipartimento di Fisica e Astrofisica ha già espresso all’unanimità una
fortissima preoccupazione constatando l’impossibilità di proseguire le
attività didattiche e di ricerca in presenza della nuova pista dell’aeroporto,
e ha chiesto che l’Università assuma iniziative immediate e concrete per
sopperire al problema in un modo o nell’altro. Altrettanta preoccupazione per il danno funzionale e patrimoniale ha
espresso all’unanimità, su richiesta dei rappresentanti del Collettivo, il
Consiglio della Scuola di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali.
Rimane scandaloso il silenzio
dell’Ateneo e del Rettore, oltre al fatto che debbano essere i
rappresentanti del Collettivo o degli Studenti di Sinistra a cercare di portare
la questione all’attenzione dei consigli, nonostante si tratti di un progetto
che va a danneggiare sia l’utenza che la proprietà dell’Università.
Sarà infatti impossibile fare misurazioni precise con un aeroplano che atterra
accanto al laboratorio, sarà altrettanto impossibile cercare di tenere lezioni
di fisica o di chimica venendo interrotti ogni quarto d’ora dal fragore di un
aeroplano, oltre al fatto che vi
saranno svariate restrizioni, come il divieto di usare laser superiori
ad una certa potenza, come quelli presenti al LENS. Se tutto questo non fosse
sufficiente ad invalidare il valore del Polo, possiamo facilmente presumere che
nessuno, potendo scegliere, vorrà venire a fare ricerca o didattica in un luogo
del genere, che oltre tutto è pure isolato dalla città (ma che sarà potenzialmente
collegato col mondo!).
L’impatto ambientale e quello sanitario sulla
piana non sono trascurabili, per gli abitanti dei dintorni come per
tutti i frequentatori del Polo,che oltre agli scarichi degli aeroplani dovranno
sopportare la vicinanza con un inceneritore, l’amianto nelle tubature
dell’acqua e la cui salute potrebbe essere già a rischio (vista l’assai
sospetta incidenza di tumori al CNR di Sesto). Manca totalmente un rapporto dei rischi ambientali e di quelli per la
salute, e nonostante sia stato affermato il contrario, è già
preventivato che per condizioni meteorologiche sarà dirottato su Firenze città
almeno il 15% dei voli (8% in partenza, 7% in arrivo), con sorvoli della città
e del centro storico in volo a vista fino a 500m di altezza.
Se il danno
per il Polo, lo spreco di risorse pubbliche e l’inquinamento ambientale (in
tutte le sue forme: acustico, elettromagnetico, atmosferico e idrico) non
fossero sufficienti per affermare che portare avanti tale progetto sarebbe
disastroso per il futuro del luogo – che viene definito “l’eccellenza”
dell’Università di Firenze e centro fondamentale per lo sviluppo dell’area
Fiorentina dalle stesse istituzioni che sostengono il progetto aeroporto – vi è
un’ulteriore problematica da evidenziare: la sicurezza.
L’Enac vieta infatti la costruzione di
insediamenti ad elevato affollamento nelle zone confinanti la pista,
denominate “zone di tutela C e D”; proprio
in queste fasce il Polo Scientifico impartisce la didattica e svolge le
attività di ricerca che portano all’Università stessa prestigio e fama anche in
ricerche internazionali. Assurdamente
il regolamento non prevede norme per tutelare gli attuali insediamenti
ma ne vieta la futura estensione, in pratica afferma che è pericoloso costruire
edifici che andranno a contenere molte persone, però se questi ci sono già
sorvoleremo (letteralmente) sul pericolo calcolato in base alle osservazioni
sugli incidenti occorsi negli ultimi anni (da cui è emerso che il punto di
impatto non risulta localizzato lungo il prolungamento dell’asse pista bensì in
posizione laterale rispetto alla stessa nelle immediate vicinanze del sedime).
A nord del futuro aeroporto si trovano inoltre: un Consorzio agrario (in zona
di tutela C) e l’azienda farmaceutica Baxter (zona di tutela D). Un consorzio
agrario commercia solitamente pesticidi e diserbanti, veri veleni, che in caso di incidente aereo in
fase di atterraggio o decollo e conseguente incendio, si libererebbero nell’area sotto forma di
composti tossici. Lo stesso evidentemente per l’industria farmaceutica.
Se la pista fosse già stata realizzata entrambe le aziende secondo il
regolamento Enac non potrebbero essere costruite, ma visto che già esistono il
regolamento non prevede come conviverci. L’impossibilità futura di costruire a
meno di un chilometro dalla pista implica sia l’azzeramento del valore commerciale di diversi ettari dell’Area di Sesto,
di proprietà dell’Ateneo (oltre che degli immobili costituenti il Polo
scientifico), sia il totale blocco di
qualsiasi possibilità di sviluppo del Polo stesso, la cui espansione è in
progetto da anni e per il quale, ad esempio, si stava finalmente
cominciando a parlare della costruzione di un nuovo blocco aule per sopperire
al problema di posti e per trasferirvici la didattica di Biologia, per non
parlare dell’imminente apertura di una
casa dello studente e di una mensa a gestione diretta dell’ARDSU, due
risultati ottenuti dopo anni e anni di lotte e trattative e che hanno previsto
investimenti ingenti. A questo blocco dello sviluppo futuro si aggiunge
un’ovvia e inquietante considerazione: si progetta di proseguire un’attività di
didattica e ricerca in un luogo nel quale – per la tutela della sicurezza dei
cittadini – è proibito costruire edifici ad elevato affollamento (quali, ad
esempio, quelli di un’università).
Queste problematiche sono irrisolvibili e dimostrano un’incompatibilità tra le attività universitarie e l’ampliamento
dell’aeroporto – a meno che non si vogliano spostare gli edifici della
prima in un altro luogo. Il costo sostenuto dall’Ateneo (con soldi e risorse
pubblici) per costruire il Polo però è sicuramente superiore al 50%
dell’investimento previsto per l’intero progetto della pista, e a questi soldi
vanno aggiunti quelli investiti in loco dall’ARDSU oltre a vari investimenti di
enti nazionali ed europei. Quindi è
assai improbabile che verranno stanziati in tempi utili i soldi necessari
all’intero spostamento del Polo (progetto cui, peraltro, nessuno ha
ancora neppure accennato). Chi
rimborserà l’Ateneo e lo Stato di questi milioni? Ricollocare solo i
Dipartimenti senza spostare l’intero Polo Scientifico – o smembrarlo in
qualunque altro modo – sarebbe una scelta disperata nonché un’enorme sconfitta
per l’Ateneo che ci ha investito più di 15 anni, nonché un enorme spreco di
denaro pubblico. Il Polo Scientifico ha un senso e un’importanza non
trascurabile; è immediato comprendere il vantaggio che possono trarre la
ricerca e la didattica dallo stretto contatto tra i dipartimenti che spesso
condividono strumenti, ricerche, competenze e docenti, ottenendo non solo
risultati migliori ma anche, spesso, un risparmio economico.
Ma la schizofrenia, la mancanza di coordinamento
e l’incompetenza delle istituzioni trapela da ogni parte. Basti pensare
che pochi giorni fa sono stati stanziati ulteriori fondi (1,5 milioni) per la
realizzazione del progetto del Parco agricolo della piana dei Comuni di Sesto
fiorentino, Campi Bisenzio, Signa e Calenzano, parco che verrà parzialmente
coperto dall’imminente pista, le cui realizzazioni sono incompatibili, a detta
della Regione stessa.
Abbiamo provato a chiedere
spiegazioni e risposte a Nardella (sindaco di Firenze), Biagiotti
(sindaco di Sesto), Nencini (viceministro dei trasporti, nonché promotore
dell’aeroporto), durante un convegno al Polo sulla progettualità strategica,
abbiamo ottenuto solo “risposte” elusive e fuori luogo.
Dov’è allora la tanto millantata
progettualità metropolitana? Dov’è l’attenzione per i cittadini della piana,
per le risorse pubbliche e per l’università e la ricerca, anch’esse pubbliche?
Dov’è la programmazione “strategica” nel buttare al vento 15 anni di
investimenti? Dove sono tutte queste cose con cui i politici si riempiono la
bocca? Perché noi non le riusciamo a vedere.
Quello che vediamo è che viene data più importanza ad una pista in grado di far
atterrare gli aerei per il G7 a Firenze che avere un Polo Scientifico e
Tecnologico. Millantano di voler
favorire il turismo dall’estero (quando una città come Firenze non ha
certo bisogno di escamotage per convincere a farsi visitare e quando in tutto
il resto d’Europa le città più frequentate hanno aeroporti turistici ad un’ora
di distanza), ma si rende invece
inospitale Firenze per qualunque scienziato, italiano o straniero
(chissà come mai potremmo essere i primi al mondo ad avere una pista
d’atterraggio così vicina ad un campus universitario?). Affermano che questa è l’unica soluzione praticabile, quando è l’esatto
contrario.
Sestograd - Collettivo di Polo
Collettivo
di Scienze
Studenti di Sinistra
Chi siamo?
Il
Collettivo di Scienze dell’Università di Firenze è un gruppo politico
universitario nato nel 1991, attivo nella Scuola di Scienze Matematiche,
Fisiche e Naturali della quale siamo tutti studenti. Siamo un gruppo autonomo
ed indipendente da ogni partito politico, sindacato e confessione religiosa.
Le nostre
riunioni sono aperte a tutti e le decisioni sono prese insieme e
su ogni argomento accettiamo idee e opinioni diverse in modo da arricchire la
discussione e maturare un’idea comune a tutti arrivando a quella che a noi
piace chiamare sintesi. Ci riuniamo settimanalmente per discutere,
partendo da temi che più incidono nella nostre vite universitarie, come
l’organizzazione della didattica e la gestione degli spazi, andando oltre, con
campagne che riguardano il diritto allo studio, la politica cittadina e non
solo. Lottiamo per un’Università pubblica, libera e di massa, che
faciliti l’accesso alla cultura e difenda e promuova i valori di laicità,
uguaglianza e antifascismo. Lavoriamo con il Collettivo d’Ateneo Studenti di
Sinistra e durante l’anno collaboriamo con i collettivi dei Corsi di Laurea e
le realtà cittadine con cui condividiamo lotte e idee.
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