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Il mondo può andare al 100%
con le fonti rinnovabili?
La crisi del
clima è ancora risolvibile: lo dice il nuovo super modello “di Leonardo Di
Caprio”
(...)
Allo studio, che sarà disponibile
gratuitamente online nei prossimi mesi (in basso alleghiamo una sintesi), hanno
lavorato 17 scienziati di due università australiane, Sydney e
Melbourne, oltre a quelli del German Aerospace Center, con il coordinamento di
Sven Teske, direttore delle ricerche presso l’Institute for Sustainable Futures
dell’University of Technology Sydney (UTS ISF).
Questi scienziati, in pratica, hanno
creato un unico e molto complesso super modello climatico, combinando
tra loro i risultati di una serie di singoli modelli computazionali.
24 gennaio 2019
La crisi del
clima è ancora risolvibile: lo dice il nuovo super modello “di Leonardo Di
Caprio”
Redazione
QualEnergia.it
Due anni di ricerche finanziate dalla Leonardo Di Caprio
Foundation hanno portato all’elaborazione di uno scenario che ci consentirebbe
di azzerare le emissioni. Vediamo come.
Il mondo può andare al 100%
con le fonti rinnovabili?
Non è certo la prima volta che ci si
pone questa domanda: diversi studi scientifici hanno provato a disegnare un
sistema energetico basato esclusivamente sulle tecnologie pulite nei
vari settori (produzione di elettricità, trasporti, riscaldamento degli
edifici, attività industriali), portandoci a riflettere su quali fattori renderebbero
possibile uno scenario globale a zero emissioni inquinanti.
La risposta al quesito iniziale è
“sì” secondo il personaggio dello “star-system” che, più di ogni altro, ha
preso a cuore la battaglia contro i cambiamenti climatici, Leonardo DiCaprio.
La fondazione che porta il suo nome
ha finanziato due anni di ricerche culminate in un modello climatico, One
Earth Climate Model, che prefigura un mix energetico totalmente “verde” ma senza
ipotizzare l’impiego di soluzioni dalla dubbia efficacia, come la
geo-ingegneria solare e la cattura dell’anidride carbonica con impianti
BECCS (Bioenergy with Carbon Capture and Storage).
Allo studio, che sarà disponibile
gratuitamente online nei prossimi mesi (in basso alleghiamo una sintesi), hanno
lavorato 17 scienziati di due università australiane, Sydney e
Melbourne, oltre a quelli del German Aerospace Center, con il coordinamento di
Sven Teske, direttore delle ricerche presso l’Institute for Sustainable Futures
dell’University of Technology Sydney (UTS ISF).
Questi scienziati, in pratica, hanno
creato un unico e molto complesso super modello climatico, combinando
tra loro i risultati di una serie di singoli modelli computazionali.
In breve: hanno cercato di capire quanta
energia dovrà essere generata o accumulata in ogni angolo del nostro
Pianeta, e quante emissioni di anidride carbonica dovranno essere eliminate, in
modo da far funzionare tutte le nostre economie senza il timore di un blackout,
ma al contempo rinunciando del tutto ai combustibili fossili.
Un bel compito, non c’è che dire.
E la loro risposta definitiva è che
sì, è possibile, tecnicamente e anche economicamente, trasformare entro metà
secolo un mix energetico ancora dominato da petrolio, gas e carbone in un
mix profondamente diverso, centrato su sei pilastri che sono:
- Elettrificazione di tutti i settori, generando
l’elettricità solo con le fonti rinnovabili, soprattutto eolico e
fotovoltaico e una fetta consistente riservata al solare termodinamico
(CSP).
- Diffusione dei sistemi di accumulo
energetico: batterie e pompaggio idroelettrico in testa.
- Incremento notevole dell’efficienza energetica.
- Utilizzo su vasta scala dell’idrogeno prodotto
con fonti rinnovabili.
- Riqualificazione dei lavoratori dalle vecchie
industrie fossili alla green economy.
- Conservazione/ripristino dei suoli (land restoration).
L’ultimo punto merita attenzione,
perché il super modello sviluppato da Teske e dai suoi colleghi prevede di rimuovere
l’anidride carbonica dall’atmosfera sfruttando unicamente soluzioni
“naturali” (NCS, Natural Climate Solutions), in particolare la riforestazione
massiccia di ampie porzioni di mondo, perché le piante rappresentano un
enorme bacino naturale di assorbimento della CO2.
Non solo riforestazione: bisognerà
anche tutelare gli ecosistemi, preservare la biodiversità, adottare
tecniche agricole meno invasive e più rispettose dell’ambiente, altrimenti ogni
sforzo per de-carbonizzare il Pianeta sarà vano, si legge in una nota della
Leonardo DiCaprio Foundation.
E così sarebbe possibile raggiungere
quel bilancio netto negativo delle emissioni che, secondo gli scienziati
dell’ONU che studiano i cambiamenti climatici, costituisce l’unica via per
evitare un eccessivo surriscaldamento terrestre (vedi QualEnergia.it
sull’ultimo rapporto dell’IPCC).
Significa, in altre parole, che non
basterà ridurre velocemente le emissioni inquinanti: bisognerà anche
togliere quelle residue già rilasciate nell’atmosfera.
Il nuovo modello proposto dalla
Leonardo DiCaprio Foundation, in sostanza, non è una previsione bensì
l’elaborazione di uno scenario tecnicamente fattibile per azzerare
l’inquinamento globale entro il 2050, in linea con gli obiettivi di Parigi
per rimanere sotto 2 gradi di aumento delle temperature medie, in
confronto all’età preindustriale.
Un ultimo appunto: tecnicamente
fattibile è ben diverso da “politicamente fattibile” e “socialmente
accettabile” (non dimentichiamo che una simile trasformazione comporterebbe un
profondo cambiamento di molte nostre abitudini di vita e di consumo), quindi la
domanda finale è se la nostra società sia davvero pronta a seguire il
percorso indicato da questo studio.
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