Condivido e sottoscrivo in toto la lettera aperta al Presidente Enrico Rossi dell'amico architetto Fabrizio Bertini:
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE ENRICO ROSSI.
Caro
Presidente, approfitto di questo spazio e del tema delle
disuguaglianze, per sviluppare un breve ragionamento e per chiederLe di
intervenire. Conosce da sempre, credo, il Padule di Fucecchio anche
perché in qualche modo storicamente collegato all' ex lago di Bientina,
attraverso il laghetto di Sibolla e alcuni corridoi ecologici ormai
destrutturati dalla cementificazione, ai bordi del quale ex lago Lei è
nato. E non può non essere informato, nella sua funzione di
responsabilità quale presidente della regione Toscana, che due attenti e
competenti gestori del Centro del Padule- Bartolini e Zarri - dovranno
abbandonare , per mancanza di fondi finanziari, il loro impegno che ha
molto migliorato i processi evolutivi e di conservazione del Padule,
insieme all' impegno di molti altri, volontari e non, e delle
istituzioni pubbliche. Se ci alzassimo idealmente in volo, ma possiamo
farlo anche attraverso una foto aerea recente o attualissima, riducendo
via via la scala di rappresentazione geografica, scopriremmo una Toscana
che brucia, varie regioni biogeografiche in crisi ecosistemica, molte
fonti diffuse di nocività e di pericolo. Ma non è solo la Toscana, è l'
intero paese e la biosfera nel suo complesso che paiono avere se non i
giorni, i decenni contati. Lei che sembra aver avuto un "rigurgito di
ethos" (rubo l' espressione al premio Nobel per l' ambiente Rossano
Ercolini di Zero Waste Italy ) con il suo recente agire politico,
indipendentemente dalla sua efficacia, non può non considerare che è l'
impronta ecologica della società industriale sotto forma capitalistica,
che ha superato i limiti di sopportazione, tanto da mettere in serio
pericolo le riserve e le modalità, le relazioni ecologiche necessarie
alla vita in tutte le sue multiformi manifestazioni e da richiedere,
quindi, interventi urgentissimi. Se nell' esercizio percettivo che Le ho
proposto, allargassimo ora la scala di rappresentazione, ci apparirebbe
la pianura tra Pistoia e Firenze, la Piana, un ecosistema urbano-rurale
compromesso ma ancora vivo e che non deve essere ulteriormente
destrutturato con un aeroporto che non riuscirà mai a superare ogni e
qualsivoglia valutazione, anche nella forma ridotta e francamente
inaccettabile dell' ultimo decreto c.d. Galletti di recepimento dell'
ultima Direttiva UE su VIA/VAS/VIS, e con un inceneritore assolutamente
non necessario e dannoso. Ma cominciamo dalle piccole cose: 1) la
Toscana brucia, anche perché non ci sono più i contadini deportati dal
loro ambiente di vita e dai loro territori, attraverso scelte politiche
non coerenti e non ci sono più i forestali : contadini e forestali che
erano presidio vivente dell' ambiente; 2) un esempio virtuoso - la
gestione del Padule di Fucecchio che è, Le ricodo, l' area umida interna
più interessante della Toscana e non solo della Toscana - rischia di
essere smantellato; 3) alcuni progetti pilota per un uso
comune-collettivo e propulsivo dell' Appennino, di tutela e di
autorecupero in uso civico/collettivo nel recente passato fatti propri
dalla Sua Giunta, sono stati dalla Sua Giunta cassati per aderire alla
letale concretezza della parcellizzazione e dell' ulteriore degrado di
un patrimonio rurale e architettonico inestimabile, vedi il caso di
Campanara in comune di Palazzuolo sul Senio; 4) vengono disintegrate le
procedure VIA per opere e progetti invasivi, tradendo lo spirito e la
lettera di quel che di buono l' Europa sta facendo pur tra mille
contraddizioni, come anche nel caso della c.d. economia circolare che
poi dovrebbe essere, almeno sul piano lessicale, economia ciclica. In
questo quadro, come può la Sua Giunta non prendere provvedimenti urgenti
e tutto sommato banali per invertire, non solo simbolicamente, la rotta
? per questo sono a chiederLe di : 1) trovare risorse finanziarie per
mantenere l' impiego e l' impegno degli attenti e competenti gestori del
Padule di Fucecchio (Zarri e Bartolini) quale opera di pubblica e
collettiva utilità; 2) trovare risorse per costituire immediatamente
squadre di operai e tecnici forestali per scongiurare l' industria degli
incendi boschivi e i danni irreparabili al patrimonio boschivo della
nostra regione: Tobbiana docet; 3) ripristinare il Progetto Pilota di
Campanara; 4) seguire le procedure europee e farle rispettare per la
Valutazione strategica, la Valutazione dell' impatto ambientale per la
Piana e il progetto di nuovo aeroporto. A prima vista questi possono
sembrare temi scollegati ed eterogenei, ma ad uno sguardo più attento
sono parte di uno stesso agire nell' interesse collettivo : la tutela
del territorio, dei boschi, della salute umana, e la riscrittura di
rapporti coerenti e non distruttivi tra città e territorio di
riferimento (campagna, colline, montagne), con il fine, se non di
azzerare, di ridurre di molto le disuguaglianze sociali e territoriali.
Glielo chiedo io, ma glielo chiedono sopratutto gli abitanti e le altre
forme di vita che Lei, obtorto collo o meno, si trova ad amministrare.
buone cose.
architetto fabrizio bertini