(da un militante storico che ha "le parole per dirlo". Questo è il documento intero da cui abbiamo tratto il commento alla foto della Manifestazione. Grazie Fabrizio Bertini)
*Una serpeggiante
responsabilità collettiva. Una nuova generazione dove si è contemporaneamente abitanti
e militanti, militanti ed abitanti. Una bella
energia che attraversa i corpi degli abitanti e che, come fa la vita con
il proprio ambiente fisico, si oppone al disordine e all’ entropia dell’
economia politica globale e dei suoi nefasti e nocivi sistemi tecnologici ed
organizzativi. Ai bordi della piana Pistoia Prato Firenze, mi piacerebbe che ci
sentissimo insieme dentro un processo evolutivo e ben piantati dentro una
trasformazione possibile. Questo movimento no inceneritori e per rifiuti zero è
un movimento che inizia nel 1996. Vent’
anni. Coordinamenti, manifestazioni, presidi, Rete nazionale dei comitati
Rifiuti Zero, carta di Acerra che quella rete ha costituito, carta
internazionale di Napoli. E tante battaglie, alcune vinte, anche qui in Toscana
: progetti di inceneritori che abbiamo
bloccato, per esempio. Dovremmo ora, se ne siamo capaci, sfuggire alla
contrapposizione sempre in agguato tra processi già sedimentati e processi
nuovi che incalzano.....
(leggette tutto )
TUTTO
APPARE POSSIBILE IN MAGGIO
*Abitanti a
piede libero. Tantissimi, allegri, dissacranti, ironici,
determinati. In molte delle altre
manifestazioni sulla questione rifiuti e sul NO all’ incenerimento, nella piana
Firenze Prato Pistoia e in Toscana, siamo state/i in tante/i. Ma il 14 maggio
c’è stato qualcosa di più. Come se finalmente gli effetti insostenibili delle politiche neoliberiste -
declinate qui da noi dall’ arrogante cialtroneria di Renzi e dei suoi spesso
esilaranti ministri peraltro travolti da un efficientismo del fare costi quel
che costi e guidati dalla volontà di riportare
le decisioni al centro, fottendosene dei territori e delle amministrazioni
locali - avessero dato il via ad un processo di liberazione, anche dalle
proprie storie e dai propri intimi tentennamenti. 14 maggio come manifestazione degli abitanti a piede libero, ora consapevoli di
voler dire la loro, di voler contare, di poter gridare No ai comandamenti neoliberisti, ad una sinistra solo nominalistica, al PD di
ieri e di oggi. Se fossimo capaci di
ironia fino in fondo, dovremmo ringraziare Renzi perché sta mostrando in modo semplice e perfino
banale i processi di disgregazione sociale e di espropriazione in atto,
perché ha nei fatti innescato una presa di coscienza diffusa. Le mamme no
inceneritori e i militanti dell’ assemblea della piana hanno saputo
interpretare magnificamente questo sentimento latente, mettendoci un ardore disincantato e una costanza che delineano una
nuova generazione di attivisti.
*Una serpeggiante
responsabilità collettiva. Una nuova generazione dove si è contemporaneamente abitanti
e militanti, militanti ed abitanti. Una bella
energia che attraversa i corpi degli abitanti e che, come fa la vita con
il proprio ambiente fisico, si oppone al disordine e all’ entropia dell’
economia politica globale e dei suoi nefasti e nocivi sistemi tecnologici ed
organizzativi. Ai bordi della piana Pistoia Prato Firenze, mi piacerebbe che ci
sentissimo insieme dentro un processo evolutivo e ben piantati dentro una
trasformazione possibile. Questo movimento no inceneritori e per rifiuti zero è
un movimento che inizia nel 1996. Vent’
anni. Coordinamenti, manifestazioni, presidi, Rete nazionale dei comitati
Rifiuti Zero, carta di Acerra che quella rete ha costituito, carta
internazionale di Napoli. E tante battaglie, alcune vinte, anche qui in Toscana
: progetti di inceneritori che abbiamo
bloccato, per esempio. Dovremmo ora, se ne siamo capaci, sfuggire alla
contrapposizione sempre in agguato tra processi già sedimentati e processi
nuovi che incalzano. La logica evolutiva aiuta a sfuggire a questa deleteria contrapposizione.
Dovremmo pensarci come un organismo comune ma
differenziato al proprio interno, che non lavora per ridursi all’ unità –
fossero anche soluzioni impacchettate
per alternative non più discutibili – ma
che accoglie le differenze, che usa un pensiero critico e al tempo stesso
pragmatico. Il 14 maggio consegna a
tutte/i noi abitanti della Piana FIPOPT e del medio Valdarno una calda e magica
responsabilità. Una responsabilità che crea relazioni sociali ed umane, ben
piantata nel territorio che ci ospita. Un territorio da difendere e da far
evolvere secondo le multiforme coerenze che la storia ecologica e la storia
antropica della piana Firenze, Prato, Pistoia ci consegnano.
Tutte cose
ovviamente da discutere insieme, collettivamente, a partire da domenica 29
maggio. Da parte mia mi piacerebbe che mettessimo in primo piano alcuni punti, forse solo perché sono i punti
che più mi corrispondono, ben oltre le mie scarse possibilità.
1) La manifestazione del 14 maggio ha sancito la sovranità
sul proprio corpo da parte di ogni donna e di ogni uomo. L’ ha scritto
con molta efficacia Tomaso Montanari coniando l’ azzeccato Not in My
Body. Potrebbe essere non banale declinare
nella attualità abitata da
aggressioni e nocività, l’ Habeas Corpus
quale imprescrittibile sovranità sul corpo e sulla mente dell’ animale uomo,
inserendola nella relazione uomo-donna/natura/società. E quindi pensando il
territorio come demanialità civica, come common della contemporaneità, quale
insieme relazionale di “ usi civici
delle comunità locali come abitudini, costumi, tradizioni, modi e tipi di
produzione locali, dalle sementi all’ impiego dell’ acqua, dalla casa alla
salute, dalle sistemazioni delle terre agrarie, al governo del bosco, in
sintesi nel modo di costruire ambiente secondo una geografia mentale”(Roberto Cattaruzza, “Favole Partigiane” CDP).Secondo
una geografia mentale opposta a quella
del pensiero unico del libero mercato e dei suoi dogmi.
2) La costituzione del presidio comune quale luogo
di difesa del territorio e di chi ci vive, di resistenza: un luogo non identitario ma multiforme. E
contemporaneamente un luogo di ascolto,
di relazione e di evoluzione per tutte/i noi. Ci saranno un casino di cose
da fare, ci sarà chi può dare di più e chi meno, ma ognuno dovrebbe avere voce.
Il presidio dovrebbe anche essere luogo scambiatore,
tra chi lo frequenta, ma anche con le altre mobilitazioni o gli altri problemi
nella piana e fuori di essa : comitati di Montale, Pistoia, Casale, Baciacavallo,
Valdisieve, comitati No aeroporto, altre realtà Toscane e non solo, la bella e
fondante esperienza di lotta e di progettualità di Mondeggi e i nuovi contadini
disseminati per i territori della Toscana, le lotte per la casa, il movimento
per l’ acqua pubblica, i comitati NO attraversamento TAV, il Biodistretto del
Montalbano. Il presidio come ripotenziamento delle diverse
realtà, capace di sfuggire alla trappola
che ci stanno probabilmente già apparecchiando : trasformare questo conflitto
denso di Not in My Body e di nuove progettualità in una questione di ordine
pubblico.
3) le modalità
di gestione dei rifiuti e dei residui basate sul riutilizzo, riciclaggio,
compostaggio : Rifiuti Zero per la Piana (la composizione dei residui e l’
origine della produzione dei rifiuti non sono identiche ovunque, questione dei
rifiuti commerciali, artigianali, rifiuti industriali assimilabili agli urbani);
4) Aspetti economico-finanziari, flussi monetari e
appropriazione delle rendite nel ciclo dei rifiuti e
nelle multiutilities acqua, gas,
rifiuti, energia. Quale denaro si scambia con gli inceneritori e con la
gestione dei rifiuti, compreso il loro
riciclaggio?
5) La Piana FIPOPT dovrebbe essere intesa come un
soggetto territoriale fondante anche nel rapporto di relazioni trasversali con
le acque e con l’ Appennino e il Montalbano, dove proporre e costituire un
progetto altro : parco della piana fatto
proprio e gestito dagli abitanti,
agricoltura organica, boschi di pianura,
orti collettivi, nuove economie e microeconomie non del lusso ma di una ricca sussistenza, in collegamento con quanti hanno già lavorato su queste
tematiche. Costruire nel tempo gli Stati Generali della Piana FirenzePratoPistoia
?
Chi in cento
battaglie riporta cento vittorie, non è il più abile in assoluto; al contrario,
chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell’avversario, è il più
abile in assoluto.(Sun Tzu, “L’ arte della guerra”)
(*) Abitanti a
piede libero è il nome di un gruppo attivo per un certo tempo nel
territorio pistoiese, che aveva nei propri intenti la crescita consapevole
degli abitanti in lotta. Rubo volentieri la frase e il concetto.
fabrizio bertini
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