Progetto raffazzonato e pessimamente gestito... |
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Scritto da msirca
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mercoledì 03 febbraio 2016 |
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questo aspetto può autorizzare smaltimento di materiali inquinanti e addirittura
favorire lo smaltimento doloso di sostanze pericolose o nocive che verrebbero
diluite in terre meno inquinate."....
COMUNICATO STAMPA
Firenze, 21 dicembre
2015
Terre di
scavo
Sabato
scorso si è conclusa la “consultazione pubblica” che il Ministero dell'ambiente”
ha concesso ai cittadini per esprimere un loro parere sulla nuova bozza di
regolamento per terre e rocce di scavo (http://www.va.minambiente.it/File/DocumentoPortale/81); cosa questa che interessa non poco i costruttori del
Passante TAV fiorentino che vedono i lavori di scavo dei tunnel impediti dalle
difficoltà di smaltimento dei prodotti della fresa.
Il Comitato No Tunnel TAV
di Firenze ha partecipato alla consultazione, segnalato i rischi e le anomalie
riscontrate nella bozza.
Tutto il questionario è incentrato sulla necessità
quasi isterica di “semplificare” le procedure più che di verificare se verrà
rispettato l'ambiente dalle norme proposte. Questo atteggiamento, tipico anche
di questo governo, nasce da un voluto equivoco che attribuisce a lacci e
lacciuoli burocratici il fatto che le grandi opere inutili trovino in Italia
così gravi impedimenti e spesso restino incompiute; in realtà, come ha ammesso
addirittura anche il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio in una
intervista rilasciata a Report (20 dicembre), i gravi problemi nella
realizzazione delle infrastrutture nascono soprattutto da una pessima
progettazione; il caso fiorentino è esemplare e dimostra come un progetto
raffazzonato, nato solo per favorire imprese amiche, crei comunque allungamenti
dei tempi e aumenti dei costi molto graditi dai costruttori stessi.
Questa
bozza non sana esplicitamente le gravi carenze del decreto 161/2012 (anche se
verrebbe abrogato), confermate nella successiva legge 69/2013, che aveva
soprattutto due criticità: prevedeva che nelle terre da considerare
sottoprodotto ci fossero componenti estranei (quali cemento, asfalto, additivi,
eccetera), che i componenti inquinanti fossero da considerare su tutta l'entità
delle terre prodotte e non con una campionatura costante sulla terra prodotta;
questo aspetto può autorizzare smaltimento di materiali inquinanti e addirittura
favorire lo smaltimento doloso di sostanze pericolose o nocive che verrebbero
diluite in terre meno inquinate.
Resta in tutta la bozza l'anomalia dei
monitoraggi affidati ad autocertificazione o ad analisi prodotte dal costruttore
che - anche a fronte del costante depotenziamento delle strutture di controllo
(ARPA) - non garantiscono alcuna terzietà e controllo corretto.
Il principio
che verrebbe generosamente introdotto, del silenzio/assenso, sarebbe foriero di
pessimo futuro per l'ambiente in Italia.
Tutto questo non crediamo rispetti
le normative europee, anzi autorizzerebbe comportamenti a rischio.
I vari
governi italiani si stanno distinguendo da anni per sommi sforzi tesi non a
semplificare le normative, ma a deregolamentare il settore, rendere facile e
possibile comportamenti scorretti a favore solo di costruttori con poco rispetto
per ambiente e società.
Comitato No Tunnel TAV Firenze
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