ORDINE PROVINCIALE
DEI MEDICI-CHIRURGHI
E DEGLI ODONTOIATRI
Viale Adua, 172 – PISTOIA
...
Il medico
non deve soggiacere ad interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi
natura.
Anche se la
difesa dell’ambiente travalica le possibilità d’intervento del singolo e
richiama la responsabilità dei
decisori politici, nazionali ed internazionali, i medici, come professionisti
deputati a tutelare la salute delle
persone, non possono rinunciare a denunciare l’aumento delle malattie provocato
dall’inquinamento dell’aria,
del suolo e dell’acqua, dal degrado ambientale e dallo sfruttamento insensato
delle risorse naturali.
Pistoia 13/11/2015
Prot. N. 2063
Al Sig. Sindaco del Comune di
RACCOMANDATA A.R. Montale Agliana
Quarrata
LORO
SEDI
E p.c Dr. Francesco Sarubbi Presidente OMCEO Prato
Dr. Luigi Biancalani Assessore alla salute del Comune
Di Prato
Dr. Paolo Morello Marchese Commissario Area Vasta Centro
A tutti gli Ordini dei Medici Della Toscana
LORO
SEDI
Sul
problema Inceneritore di Montale
Il
Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di
Pistoia, anche a fronte delle crescenti
preoccupazioni dei cittadini, dei loro Comitati e dei nostri iscritti, sulle
emissioni in atmosfera d diossine e
furani oltre il valore limite emissivo, da parte dell’Inceneritore di Montale,
dal 1 luglio al 14 agosto
c.a., purtroppo seguenti a quelle del 2007, si propone di esercitare quel ruolo
di garanzia e tutela della
salute pubblica, compito istituzionale di un Ente di diritto pubblico e non
tecnico.
Richiamo
al Codice deontologico
Vogliamo
innanzi tutto richiamare, ai nostri iscritti, il dovere all’osservanza del
Codice Deontologico, affinché
ciascun medico, qualunque ruolo rivesta, pubblico, privato o convenzionato,
consideri l’ambiente nel quale l’uomo
vive e lavora quale determinante della salute dei cittadini. A tal fine
promuova la cultura civile dell’uso
e consumo appropriato, efficace e sicuro delle risorse naturali rinnovabili e
non rinnovabili, quale
patrimonio dell’umanità di oggi e di domani, onde garantire alle future
generazioni la fruizione di un ambiente
vivibile. Il suo
esercizio è fondato sulla libertà e sulla indipendenza della professione che
costituiscono diritti inalienabili
del medico.
Il medico
non deve soggiacere ad interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi
natura.
Anche se la
difesa dell’ambiente travalica le possibilità d’intervento del singolo e
richiama la responsabilità dei
decisori politici, nazionali ed internazionali, i medici, come professionisti
deputati a tutelare la salute delle
persone, non possono rinunciare a denunciare l’aumento delle malattie provocato
dall’inquinamento dell’aria,
del suolo e dell’acqua, dal degrado ambientale e dallo sfruttamento insensato
delle risorse naturali.
L’etica
della responsabilità, come sottolinea il Papa nella sua enciclica “Laudato si’”,
impone a tutti, a ciascuno,
cittadini e governi , di operare senza indugio per garantire alle future
generazioni la sostenibilità della vita
del nostro pianeta.
Evidenza
su Inceneritori
Gli
inceneritori seguono le leggi della chimica, come tutti gli altri processi di
trasformazione: attraverso la combustione-
incenerimento si riduce il volume dei rifiuti immessi, si modifica la
composizione chimica, ma non la
massa, che rimane costante.
In natura
nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Dunque l’incenerimento
non risolve il problema dei rifiuti, sia perché lo sposta in atmosfera e in
discarica dove
vengono conferiti i residui tossici della combustione e della depurazione dei
fumi, sia perché confligge soprattutto
con la riduzione dei rifiuti ed il riciclo dei materiali, in quanto una volta
che questi impianti, molto
costosi, sono costruiti, i gestori necessitano di una fonte continua di rifiuti
per alimentarli, oltre al contributo
in denaro dei cittadini. Prima di intraprendere l’incenerimento dei rifiuti, ci
sembra buona regola
adottare misure di prevenzione, per l’ambiente e la salute dei cittadini,
rappresentate dalla
Riduzione,
Riuso, Riciclo e Recupero dei Rifiuti.
In
particolare l’inceneritore di Montale, ormai in funzione da moltissimi anni,
poi ristrutturato e sicuro dal
gestore, ha avuto, attraverso una sentenza (14/05/2015) del TAR della Toscana,
la possibilità di
poter
incenerire rifiuti fino a 220 tonnellate al giorno, destando il dubbio del
consenso degli Enti preposti al rilascio
dell’autorizzazione e del collaudo. Invano
questo Ordine aveva manifestato la netta contrarietà a questa concessione e
invocato prudenza e assunzione
di responsabilità da parte dei decisori, adducendo la “fragilità” del
territorio di Agliana e Montale ,
come dimostravano le relazioni ambientali di ARPAT ed i dati delle patologie
oncologiche riportati
da ASL 3. Il nostro diniego era manifestato ancor più per le ricadute di
diossina e furani avvenute
durante i
ripetuti sforamenti di sostanze definite certamente cancerogene per l’uomo-
classe 1- da I.A.R.C.
(Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro).
A ciò vanno
aggiunti i dati di qualità dell’aria del Bollettino Regionale di Arpat, che
vede la centralina di
Montale,
adesso da Fondo Rurale, classificata Fondo Sub Urbana, situata in via di
Compietra, vicino alla
Scuola,
primeggiare negli sforamenti/anno per le PM10 con zone industriali o ad alto
traffico urbano.
Anche per
le emissione di PM 2.5, più correlabili con l’inceneritore, viene superato
annualmente il limite
massimo
annuale: adesso, novembre 2015, il limite ha segnato 37 ng/m3, ovvero già
superato quello
annuale
massimo di 25ng/m3.
Indagini
ambiente e salute correlabili nell’area di ricaduta
Per quanto
riguarda l’ Indagine Epidemiologica sulle patologie tumorali
ambiente-correlabili nell’area di
ricaduta
delle emissioni dell’inceneritore di Montale, ad oggi non siamo in possesso di
date certe per avere
i
risultati, che purtroppo non potranno essere significativi per gli esigui
gruppi a confronto; fra l’altro riferiti
a due sole
patologie: linfoma non Hodgkin e Sarcomi dei tessuti molli.
Dunque,
dalle emissioni di diossina del 2007, dopo otto anni, probabilmente saranno a
disposizione i dati
dell’Indagine
solo nel 2016, insieme ai dati delle Malformazioni nei neonati.
In questo
silenzio assordante da parte delle Autorità sanitarie e tecniche, che hanno il
compito di
rispondere
alle domande di chiarezza e trasparenza richieste dai cittadini, ai quali ci
uniamo, si fa sentire,
molto
significativa, la sentenza del Tribunale della Corte d’Appello di Firenze
(17.09.2015), riguardante le
emissioni
di diossina (2007) da parte dell’inceneritore di Montale, per le quali si
interessò prima il tribunale
di Pistoia:
la sentenza certifica l’inceneritore di Montale dannoso per la salute dei
cittadini e non
controllabile.
Frattanto
con una sentenza del Tribunale di Milano, sconosciuta fino a pochi giorni
orsono, veniva respinta
la denuncia
di CIS, che reclamava la scadente qualità dei carboni attivi quale causa dei
superamenti dei
valori
limite per diossine e furani: da parte del Giudice veniva ritenuta invece
responsabile la scarsa
affidabilità
dell’inceneritore. Questo in accordo con la sentenza della Corte d’Appello di
Firenze e della
relazione
di Arpat.
Oggi gli
avvenimenti , che si presentano, sembrano ripercorrere la stessa strada.
In data 12
ottobre 2015 il Dipartimento ARPAT di Pistoia rende nota la Relazione Tecnica
sull’ Inceneritore
di Montale,
relativa ai superamenti di valori limite emissivi registrati nel periodo
Luglio-Settembre 2015.
La
comunicazione con la quale ARPAT veniva informata dei risultati delle analisi
condotte con fiale AMESA
viene
segnalata in data 1 settembre 2015. I periodi delle analisi vanno dal 15-31
luglio a 31 luglio-14 agosto,
come
riportato nella relazione scritta.
Arpat
compie gli accertamenti e le verifiche del caso concludendo per la non responsabilità
della qualità dei
carboni
attivi, essendosi verificato il superamento dei limiti per le diossine e furani
solo sulla linea 1, e non
nelle altre
linee, pur impiegando la stessa qualità dei carboni attivi.
Le
conclusioni, che destano in noi medici grande preoccupazione, sono così
riassunte:
-la linea 1
continua a mostrare preoccupanti condizioni di scarsa affidabilità.
-i
superamenti registrati per macroinquinanti (NOx e NH3) e microinquinanti
(diossine e furani), dimostrano
gravi
lacune sia nella struttura impiantistica che nella applicazione del Sistema di
Gestione.
-si rileva
un numero assolutamente eccessivo di fermo-impianto i quali , in assenza di una
adeguata
procedura
per la loro gestione, rischiano di risultare la principale fonte di inquinamento
atmosferico.
- sarà
previsto un controllo AIA per meglio definire le gravi lacune riscontrate nel
sistema di gestione.
A seguito
delle conclusioni, da non addetti ai lavori, rileviamo:
a-la prima
emissione di superamento dei valori limite delle diossine, avviene nel periodo
1luglio-15 luglio
(fiala
AMESA n57), che dimostra valori estremamente elevati 0,45570 ng TE/Nm3 (normale
0,1 ng
TE/Nm3).
Dunque l’inceneritore ha emesso quantitativi superiori alla norma per ben
45giorni, e non 30 gg
come
apparirebbe nella relazione scritta.
b- la
sequenza del numero delle fiale di campionamento , per la linea 1, non compare
nei seguenti numeri
di fiala
93,96,97: potrebbero far pensare al loro non invio al laboratorio per essere
esaminate.
c- se sia
mai stato eseguito il collaudo dell’inceneritore, stante la scarsa affidabilità
riscontrata.
In attesa
della relazione sanitaria dell’organismo competente in materia di Prevenzione
sanitaria , ASL 3,
che, in
data 1 settembre 2015, dovrebbe aver avuto la comunicazione delle tre emissioni
anomale per
valori di
diossina, affinché vengano adottati i provvedimenti di prevenzione e di
correzione del danno
ambientale,
ovvero anche eventuali segnalazioni di reati ambientali, l’Ordine dei Medici si
rivolge ai Sindaci
di Agliana,
Quarrata e Montale, perché adottino tempestivamente le determinazioni dell’Ente,
quando
fossero
loro inviate. Se tale prolungata attesa fosse dovuta a carenza di personale nel
Dipartimento
Prevenzione
di ASL3, preghiamo il Direttore Generale di considerare prioritaria la
risoluzione del problema.
Appello
ai Sindaci
L’Ordine
ritiene imprescindibile che le scelte, in materia ambientale, che abbiano
ricaduta sulla salute dei
cittadini,
necessitino di informazione scientifica indipendente, partecipazione, controlli
dell’inquinamento
e
trasparenza nel fornire i dati.
Al
contrario i ritardi, le omissioni ed i silenzi, minacciano la fiducia dei
cittadini nelle Istituzioni.
Fra poco
tempo quando le scelte in materia ambientale con ricaduta sulla salute,
verranno affidate ad
organismi
centrali, la partecipazione diretta verrà meno, per cui l’unico rappresentante
dei cittadini
rimarrà il
loro Sindaco. Ad esso ci rivolgiamo come rappresentante della Comunità intera,
per
intraprendere
azioni in favore e difesa della salute dei suoi cittadini.
In questo
cammino, difficile, i medici saranno al suo fianco. Rileviamo che la legge
glielo consente:
Il Sindaco,
essendo titolare di un generale potere di vigilanza sulle industrie insalubri e
pericolose (art.216 e
217
T.U.L.S. n.1265/1934) , previa consultazione ed avviso degli organismi
competenti in materia sanitaria
ed
ambientale (ASL 3 ed ARPAT), in caso di sussistenza di un concreto pericolo per
l’ambiente e dunque per
la salute
pubblica, può adottare accorgimenti volti a prevenire, a tutela dell’igiene e
della salute pubblica,
situazioni
di inquinamento. Tale potere è in atto fin dal momento della richiesta di
attivazione
dell’impianto.
Ordine dei
Medici Chirurghi e Odontoiatri
Provincia di Pistoia
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