Dopo lo choc elettorale e le debite
riflessioni riprendiamo il tema cruciale del nostro agire, la lotta contro
l'inceneritore di Parma.
(riflessioni)
Un futuro senza inceneritori
Dopo lo choc elettorale e le debite
riflessioni riprendiamo il tema cruciale del nostro agire, la lotta contro
l'inceneritore di Parma.
Iren lavora febbrilmente al cantiere di
Ugozzolo, mentre sono ancora in corso le verifiche sulla “bontà” delle
autorizzazioni in loro possesso.
La Corte di Cassazione è stata investita
dalla Procura di un ulteriore appello contro il diniego al sequestro del
cantiere, dimostrando la convinzione dei magistrati inquirenti sulla bontà
dell'impianto accusatorio.
Ora Parma è meglio rappresentata in seno alla
multiutility: Raphael Rossi alla guida di Iren Emilia, Lorenzo Bagnacani
vicepresidente di Iren. Ci si aspetta molto dai nuovi amministratori.
Sul versante strettamente politico la
richiesta di collaborazione lanciata da Bersani verso Grillo ha fra i tanti
paletti che obbligano i 5 Stelle al rifiuto la questione del forno.
Il partito uscito vincitore dalle elezioni
del 24-25 febbraio aveva già conquistato Parma, anche per merito di questo
specifico tema.
Come pensiero comune il movimento porta
avanti da sempre il netto diniego ad ogni forma di incenerimento e combustione
dei rifiuti, preferendo la strada del trattamento meccanico biologico a freddo,
con tutto il corollario di sistemi e tecnologie che permettono di ottenere
migliori risultati di gestione sotto tutti gli aspetti rispetto al grande
calderone fumigante.
Nel Paese questo è l'approccio verso i
rifiuti portato avanti da migliaia di comitati locali, associazioni che da anni
di battono per la riconversione di impianti pericolosi e estremamente costosi
quali sono gli inceneritori.
Oggi la rete dei comitati si avvicina alla
proposizione di una iniziativa di legge popolare che indirizzi l'Italia al
completo abbandono di questa tecnologia, a favore del trattamento a freddo.
E' la legge rifiuti zero o riciclo totale che
mira a demolire la ridda di sovvenzioni pubbliche che ha permesso agli
inceneritori di rimanere un ottimo investimento per i gestori.
E una pessima zavorra per i territori.
Dall'altra parte abbiamo un partito, il Pd,
che anche anche a Parma sostiene esattamente il contrario: largo agli
inceneritori, ai co-inceneritori, alle centrali a biomassa, a quelle a biogas
sovradimensionate, allo sfruttamento delle terribili e pericolose cave
all'amianto.
Un intero partito contro l'ambiente che
chiede aiuto ad un altro schierato dalla parte della sostenibilità e di
conseguenza dei cittadini.
Possono convivere queste due forma mentis?
Certamente uno dei due dovrebbe rivedere le
proprie certezze e cambiare a 360 gradi la propria impostazione, almeno nel
campo ambientale.
E questo qualcuno non sarà certo il Movimento
5 Stelle.
Ancora una volta la strada di una possibile
collaborazione per il bene del Paese passa da Parma.
Anzi, da Ugozzolo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e
Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 febbraio 2013
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