(una centralina sovversiva...)
... Avete letto
bene: le centraline, in caso di incidente, smettevano di funzionare, impedendo
di conoscere i dati emissivi. Così si sono
comportate 2 delle 3 apparecchiature, impedendo ai tecnici di poter leggere i
dati delle emissioni durante il blocco termico. Un guasto
fortuito ha consentito invece alla terza centralina di funzionare almeno per
un'altra mezz'ora, consentendo di mettere nero su bianco i dati emissivi della
nube che si stava sprigionando sulla città di Brescia.
Diossine? 400 volte oltre la norma
Cade anche l'inceneritore di Brescia, dati occultati e taroccati
Finalmente
trapelano i dati rilevati lo scorso 8 agosto dalle centraline dell'inceneritore
di Brescia, rilievi che l'Arpa ha deciso di secretare, spingendo la procura ad
aprire un fascicolo d'inchiesta.
Quella
sprigionata dal camino era una vera e propria nube tossica, causata da un
guasto alle linee elettriche che ha mandato in tilt i bruciatori.
Ma il dato che
più colpisce è il fatto che i dati che stanno venendo fuori, diossina 400 volte
oltre i valori normali, siano stati rilevati praticamente per sbaglio da una
delle 3 centraline in funzione.
Due di queste
infatti infatti si erano disattivate mentre la terza, posta sulla linea 2, è
rimasta attiva per mezz'ora oltre il momento dell'incidente, captando le
emissioni di quei terribili minuti.
Ma ancora più
inquietante è sapere che le centraline erano state programmate volutamente per
spegnersi in caso di incidente.
Avete letto
bene: le centraline, in caso di incidente, smettevano di funzionare, impedendo
di conoscere i dati emissivi.
Così si sono
comportate 2 delle 3 apparecchiature, impedendo ai tecnici di poter leggere i
dati delle emissioni durante il blocco termico.
Un guasto
fortuito ha consentito invece alla terza centralina di funzionare almeno per
un'altra mezz'ora, consentendo di mettere nero su bianco i dati emissivi della
nube che si stava sprigionando sulla città di Brescia.
L'Arpa, resasi
conto della situazione, ha passato le carte alla procura, che sta ora
indagando.
A2A, gestore
dell'impianto bresciano, uno degli inceneritori più grandi d'Europa, è ora
sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.
Il buio di dati
durante l'incidente di agosto non consentirà mai di sapere che cosa sia effettivamente
uscito dal camino dell'inceneritore in quelle ore.
Mai si saprà
quali e quanti inquinanti hanno appestato l'aria bresciana.
Questo
incredibile fatto riporta ancora una volta l'attenzione sull'assurdità dei
controlli autoreferenziali, affidati direttamente ai gestori in autocontrollo,
un evidente conflitto di interessi pagato sulla pelle dei cittadini.
Se il
controllore corrisponde al controllato come possiamo fidarci?
Ancora una
volta assistiamo al balletto dei finti controlli, con le autorità sanitarie che
insistono sulla litania del “tutto va bene”, accusando di terrorismo i
cittadini che dubitano, ma che alla fine hanno sempre ragione.
Anche
l'inceneritore migliore del mondo, auto premiato dagli stessi costruttori, era
taroccato.
Chissà se ora
daranno del terrorista anche ad A2A?
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_ottobre_13/20121013BRE05_16-2112237019093.shtml
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di
Parma - GCR
Parma, 16 ottobre 2012
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