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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Pisa e non solo... PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
lunedì 30 gennaio 2012
Ecco come gestiscono gli inceneritori... La salute del territorio e dei suoi abitanti non conta!

COMUNICATO STAMPA

Comitato NON BRUCIAMOCI PISA  del 26 GENNAIO 2012

Con questa nota intendiamo mettere  al corrente la popolazione Pisana delle  principali informazioni estratte dai documenti da noi richiesti ad ARPAT e Provincia relativamente ai malfunzionamenti degli ultimi mesi dell'inceneritore di Ospedaletto. Ciò anche se, durante il ritiro degli  ultimi documenti effettuato lunedì 23 u.s. presso gli uffici della Provincia, un membro del comitato  è stato costretto a firmare un foglio in cui si impegnava a non divulgarne i contenuti alla stampa pena il non rilascio della documentazione richiesta,  introducendo così una pratica mai vista prima e fuori da ogni legittimità!

Faremo volentieri a meno di essere noi a mettere al corrente la popolazione, ma purtroppo il silenzio degli organi preposti ci induce, per senso di responsabilità, a farlo. Non ha infatti ricevuto risposta una lettera inviata al Sindaco di Pisa che chiedeva rassicurazioni riguardo alla salute dei bambini in relazione ai malfunzionamenti riscontrati all' inceneritore. Come noto, il 3 novembre 2011 fu spenta la linea 2 dell'inceneritore di Ospedaletto a causa del superamento dei limiti di diossina e dopo pochi giorni fu spenta anche la 1.Lo spegnimento del 3 novembre arrivò con alcuni giorni di ritardo da quando fu presa notizia del superamento dei limiti, nonostante la legge prescriva di procedere entro poche ore; come motivo, fu addotta la necessità di avere tempo per organizzare nuovi rilievi di diossina il cui risultato avrebbe chiarito i motivi del superamento in modo da provvedere di conseguenza. In realtà, la Geofor, molto prima di conoscere questi risultati,  iniziò gli interventi di adeguamento consistenti essenzialmente nella sostituzione dei filtri a manica al fine di riaccendere quanto prima i forni. A tal fine la Geofor presenta in data 28 novembre un piano di ripartenza, che viene accettato dalla Provincia, e solo 2 giorni dopo comunica il risultato dei campionamenti del 3 novembre: da essi emerge un eclatante superamento dei limiti di ben 7 volte. La Geofor cerca di giustificare tali valori come uno “sbaglio” oppure “non rappresentativi”; fatto sta che si può invece presumere che dal 27  settembre (data del campionamento in cui è stato rilevato il primo superamento del limite) fino al 3 novembre i valori siano stati costantemente superiori ai limiti. Per quanto riguarda l'attendibilità delle misure effettuate il 3 novembre, i documenti precisano che l'ARPAT ha presieduto sia al momento del prelievo che dell' inizio dell'analisi,  condotta presso il laboratorio privato di cui si avvale Geofor; infatti nessuna delle misure di cui stiamo parlando è mai stata eseguita dall'organo di controllo (ARPAT).Quel giorno vengono condotte misure anche prima dei filtri: dal confronto della diossina prima e dopo sembrerebbe di capire che non sono i filtri a non funzionare, in quanto fanno quello che possono nell'abbattere valori spropositati di diossina subito dopo i forni (si passerebbe da 25 volte prima dei filtri a 7 volte superiore il limite dopo i filtri)
Tuttavia si procede lo stesso a riattivare la linea 2 in data 9 dicembre, ma ahimè, ulteriori problemi tecnici evidentemente “non previsti” impediscono la ripartenza. Intanto il 1 dicembre era stata riattivata la linea 1, chiusa anch'essa per un “disallineamento dei valori di diossina riscontrati” così come alla Geofor piace chiamare il superamento dei limiti (registrato ad ottobre).

Finalmente, in data 13 dicembre, l'ARPAT scrive al Sindaco, Autorità Sanitaria del Comune di Pisa,  e all'USL per metterli al corrente dei risultati del 3 novembre affinché possano eventualmente emettere provvedimenti di tutela della salute pubblica, anche in vista il 19 dicembre del nuovo tentativo di ripartenza della linea 2.

Non sappiamo poi cosa sia successo.
 
Casualmente viene protocollata il 19 dicembre una richiesta firmata da quasi 100 genitori dell'istituto Comprensivo Gamerra  nella quale si chiede al Sindaco (e ad USL ed ARPAT) notizie sulle conseguenze sulla salute dei bambini che il superamento dei limiti di diossina può aver provocato nella zona. Purtroppo l'assenza di risposte ad oggi, induce a credere che a distanza di 4 mesi dal verificarsi del primo evento di superamento (27 settembre) si continui a non avere certezze : la popolazione della zona vive con ansia questa situazione e vuole sapere dagli enti preposti se vi sia pericolo, o no, per la salute. Anche l'ultimo tentativo, del 27 dicembre, per quello che sappiamo, di alimentare l'inceneritore con un rifiuto “mixato ad hoc” (ma non era vietato il mescolamento dei rifiuti?) non ci rassicura e ci fa dubitare su una veloce soluzione del problema.  Quanti “tentativi” dovranno subire ancora i cittadini sulla propria pelle? Che l'inceneritore non ce la fa più lo ha ammesso varie volte sulla stampa anche la GEOFOR e, considerati i veleni che produce dai camini nonostante le ingenti risorse già spese…SARA’ DAVVERO IL CASO DI CHIUDERLO definitivamente ?   Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Commenti (1) >> feed
GLI INCENERITORI IN FUNZIONE STANNO IN PIEDI SOLO GRAZIE AGLI IMBROGLI...
scritto da msirca, gennaio 30, 2012

Irregolarità macroscopiche A Montale, una riprova attuale e vicina, PER QUANTO ABBIA MOLTI SANTI IN PARADISO E RIMANE APERTO DOPO LA CHIUSURA DEL 2009, come sono ulteriori prove attuali le questioni dell’inquinamento dell’inceneritore di Melfi gestito da EDF Fenice che tratta quasi la stessa quantità di rifiuti che VOGLIONO trattaRE a Selvapiana – per correttezza tratta 35.000 t/a di industriali e 30.000 t/a di RSU.

Oppure l’inceneritore di Falascaia sulle cui vicende anche la Regione Toscana si è costituita parte civile nel processo che si sta tenendo in questi giorni, insieme alla Provincia e a tutti i comuni della Versilia.
Vercelli, di cui si sta celebrando il processo in questi giorni, per taroccamento di dati.

Ce ne sono alcuni che non fanno in tempo nemmeno ad aprire, come quello di Colleferro a Roma, e altri ancora chiusi o sotto sequestro in questi ultimi anni, come quello di:

-Taranto – inceneritore rifiuti cimiteriali (600 t/a di rifiuti cimiteriali verrano bruciati anche a Selvapiana – vedi schede AIA a pag. 2, Tab. D1),

-Terni,

-Lecce –Maglie-,

-Bari – Modugno, dove una irregolarità era per l’appunto anche il non rispetto del vincolo paesaggistico che impone una distanza dai corsi d' acqua e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna – art. 142, D. Lgs. 42/2004: aree tutelate per legge; conosciuti come “Vincolo 431/85, art. 1, lettera c)”. Quello a Selvapiana è a circa 30/40 metri dal fiume Sieve già ora!,

-quello di prossima chiusura di Castel Nuovo Garfagnana -LU,

-l’inceneritore Bsf a Roma ( chiuso e delocalizzato),

-l’inceneritore di Albano a Roma ( bloccato dal TAR),

-a Reggio Emilia (cancellato il nuovo inceneritore e chiuso il vecchio e si costruirà un impianto TMB),

-oltre a tutti quelli che per varie irregolarità sono stati chiusi e/o sotto sequestro per alcuni periodi.
(DATI FORNITI IN GRAN PARTE DA ASSOCIAZIONE VALDISIEVE)



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